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I tartassati dall’obbligo vaccinale: medici e insegnanti raccontano (e presto toccherà agli over50…)

“Ognuno deve fare la sua parte per riconciliare questo mondo ridotto a brandelli e ricucirlo.”

Da quando è uscito il mio ventiduesimo libro Guariremo solo se… (il mio contributo a un’informazione libera dalle gabbie del Pensiero Unico), sto scoprendo che il mondo sommerso, represso e calpestato da questa continua violazione dei diritti e della verità in nome della pandemia è molto più vasto di quanto credessi. Sembra solo che aspettasse la stura per manifestarsi.
Sono numerosi i medici, i sanitari e gli insegnanti, le categorie finora più tartassate, che mi scrivono dopo averlo letto. Molti, che non avevano il coraggio di parlare dell’angoscia che li tormenta da mesi, hanno trovato un minimo di consolazione nel sapere che c’è qualcuno che parla anche a nome loro, che ha saputo interpretare i loro dubbi, la loro delusione, la loro rabbia.
Purtroppo la maggior parte di chi mi contatta continua a voler restare nell’ombra o nella penombra. Mi scrivono o mi telefonano per sfogarsi, chiedondomi però di non pubblicare (anche sotto garanzia di anonimato) o tutt’al più di pubblicare senza riferimenti personali. Al limite il nome o le iniziali. Credo che un clima di terrore così pesante non si respirasse dai tempi di zio Adolf.
Ma stavolta evito al massimo i commenti per riportare le testimonianze di chi, non potendolo o volendolo fare personalmente, mi ha chiesto di raccontare ciò che i mass media non dicono.

“Non ne hanno azzeccata una”, mi scrive un medico con 20 anni di professione alle spalle. “Però perseverano, non si capisce se per coprire gli errori finora fatti o per seguire l’agenda. Abbiamo la fortuna se si può chiamare così di avere una variante, la Omicron, che è molto meno pericolosa e potrebbe porre fine alla pandemia. Invece di farla circolare e piano piano indebolire continuano con misure restrittive che non hanno base scientifica.”

«Lavoro in laboratorio dell’ospedale di xxx», mi racconta un tecnico di laboratorio, «Ho contratto il covid, e ho analizzato i valori anticorpali miei e dei miei colleghi, vaccinati con seconda o terza dose, e ho scoperto che, a distanza di 4 mesi, i miei sono molto più alti dei loro dopo uno o due mesi dalla seconda o terza dose. Ho provato a parlarne col direttore, ma siamo obbligati al silenzio. Si ha paura persino a confrontarci tra di noi su questioni sanitarie. Un clima di omertà così opprimente non l’ho mai vissuto. Ormai mi sono rassegnato a non parlare nemmeno con i colleghi, perché tutti, anche quelli che la pensano come me (che sia un “enorme inganno”, n.d.r.), hanno paura di scoprirsi.»

“Non possiamo parlare con nessuno, neanche con i nostri famigliari, di quello che succede realmente negli ospedali”, mi scrive un altro medico ospedaliero, “dei dubbi che non siano i vaccini la soluzione ma piuttosto le cure domiciliari. Ancora oggi i malati arrivano in ospedale anche se non sono gravi, solo perché a casa nessuno li cura. Paracetamolo e vigile attesa sono stati una sciagura. Un protocollo che sembra fatto apposta per riempire gli ospedali. Per fortuna molti medici sanno che certi protocolli sono fatti per tutelare il medico e il sistema sanitario e non il paziente e sono ricorsi a terapie serie. Sono molti di più di quello che si dice e si crede a non aver lasciato praticamente senza cure i pazienti ma a volerli salvare. Dovremmo ringraziarli per aver evitato agli ospedali numeri molto ma molto più grandi. Invece molti sono stati sospesi.”

«Hanno diffuso una circolare firmata dalle associazioni di categoria, persino i veterinari, in cui impongono di non esprimere dubbi sulla campagna vaccinale (parlano di “ideologie antiscientifiche”) e minacciano sanzioni in caso di non rispetto del “codice deontologico”. In soldoni significa che non si può esprimere nessuna opinione se diversa dalla versione ufficiale, accreditata come “scientifica” anche se non si capisce su quali basi», mi spiega chi mi ha inviato la circolare che vedete qua sotto e che, praticamente, mette il bavaglio agli iscritti agli ordini professionali (cliccate sulle immagini per ingrandirle).

 

 

 

 

 

 

 

 

“Sono donatore di sangue”, mi scrive un medico mantovano, “e dall’AVIS di Mantova ho ricevuto l’invito a contattare il Centro Trasfusionale per la raccolta di plasma iperimmune per curare gli attuali ricoverati per covid.”

Ciò significa che, nel più totale silenzio e nonostante l’ostracismo della “Scienza” ufficiale, il plasma iperimmune, utilizzato con successo dal dottor Giuseppe De Donno, allora primario di pneumologia all’ospedale Carlo Poma e morto ufficialmente per suicidio, viene tuttora utilizzato. E non da stregoni o fattucchiere, ma all’interno di un ospedale.

Non solo: come mi fa notare un farmacista, il Ministero della Salute in data 13 gennaio 2022 chiarisce che non sussiste obbligo di greenpass per i donatori di sangue, quindi anche chi non è vaccinato può continuare a donarlo. A dimostrazione che l’emarginazione dei non vaccinati non ha fondamento sanitario, ma puramente politico e… economico (nel senso che la campagna vaccinale migliora l’economia di chi la propugna…)

 

 

 

 

“Cara Diana“, mi scrive N.B. sul mio sito. “sto provando vergogna per tutti i colleghi che in via confidenziale ammettono i rischi di questi sieri ma poi pubblicamente o tacciono o si dichiarano favorevoli alla vaccinazione e a tutte le restrizioni indebitamente connesse. Sono lontano dalla pensione ma in famiglia stiamo discutendo del nostro futuro. Pur di sapermi con la coscienza pulita i miei figli sono favorevoli a un mio licenziamento. Mia moglie teme che mi pentirei ma solo io so come mi sento male ad accettare questa situazione. Grazie. Auguri”

Però anche N.B., che si lamenta dell’inerzia dei colleghi, chiede di pubblicare solo le iniziali.

“Dopo aver distrutto la Sanità vogliono distruggere l’Italia”, scrive L.F. sul mio sito. “Le hanno sbagliate tutte e hanno paura che noi medici usciamo allo scoperto. Ci ricattano. Chi può va in pensione anticipata o pensa di espatriare, ma la maggior parte deve sopportare. Se si ha una famiglia da mantenere… e loro giocano su questo. Siamo stremati.”

“Siamo stremati” è una frase ricorrente, tra i sanitari. Ma non più, come all’inizio, per la mole di lavoro, quanto per le vessazioni e le pressioni a cui sono sottoposti. È questo lo stato d’animo più diffuso, insieme alla paura e alla rassegnazione.

Mi scrive Nic: “Grazie Diana per questo spazio che ci offre. Nei prossimi giorni butterò giù in bella copia la sintesi del calvario che io e due colleghi stiamo vivendo da mesi. Ne approfitto per farle gli auguri più sinceri di buone feste.”

Ma di Nic non ho più avuto notizie…
Come non le ho avute da quell’altro medico che mi ha telefonato, e mentre mi raccontava una serie di intimidazioni che aveva dovuto subire in seguito alla delazione di un collega alla direzione sanitaria è stato interrotto dall’arrivo della moglie o della figlia (ho sentito una voce femminile che gli chiedeva “Con chi parli?”), e ha chiuso la telefonata velocemente, dicendomi che mi avrebbe richiamata. È passata una decina di giorni e non l’ho più sentito.

Carlo G. mi scrive: “Coraggio, ci vuole coraggio per dire queste cose. Tu l’hai Diana e bisogna riconoscertelo. Ma quanti medici hanno il coraggio di dire la verità? Per questo la fiducia nella Medicina è calata ai minimi storici. ”

Eh, già, e se lo dice lui che è medico… Lo conferma Carmen, che non è medico, ma commenta la mia lettera aperta al professor Crisanti  :

“I contenuti di questa lettera sono stampati a caratteri d’oro nel cuore di chi come me è cresciuto in un’Italia dove ancora esistevano oasi di dignità, di senso di responsabilità, di etica. Dove alcune figure professionali entravano a far parte della vita delle persone, erano punti di riferimento di intere comunità. Grazie di averla scritta! Non smettiamo di combattere e di difendere la parte migliore del nostro Paese, anche se oggi assistiamo allibiti allo straziante degrado delle nostre istituzioni, della civiltà e della Costituzione nel cui culto siamo cresciuti!”

Un altro medico mi scrive:

“Mi hanno invitato a partecipare a xxx (una nota trasmissione tv che ormai, come quasi tutti i talk show tratta esclusivamente temi legati alla pandemia, ovviamente propugnando la campagna vaccinale, n.d.r.). Avevo accettato, ma per fortuna ho chiesto chi sarebbero stati gli altri ospiti (segue l’elenco di politici, “esperti” e giornalisti che da mesi cantano nel coro dei vaccinisti a oltranza e si scagliano ferocemente e maleducatamente contro chiunque esprima un parere diverso, n.d.r.) e ho declinato. Hanno insistito, assicurandomi che avrei avuto ampio spazio per esprimermi, ma non ho ceduto. Due sere dopo mi sono complimentato con me stesso per la scelta: l’ospite con cui mi hanno rimpiazzato è stato buttato nella fossa dei leoni e fatto a pezzi da persone assolutamente incompetenti, a partire dal conduttore. Non l’hanno lasciato parlare, l’hanno aggredito e sbeffeggiato e quando ha iniziato a fare un discorso completo su basi scientifiche hanno chiamato la pubblicità. Al ritorno in studio non l’hanno più fatto parlare.”

Il “tutti contro uno”, ormai,  è il format più diffuso. Ne ho parlato qua: https://www.dianalanciotti.it/tempi-maleducati-quando-va-in-onda-la-rissa/

“Mi hanno chiamato la scorsa settimana per un collegamento durante un talk show”, mi scrive un altro medico. “Mi hanno mandato il “copione” con le domande. Volevano farmi dire che la Omicron è pericolosissima, che la terza dose è necessaria, non nominare assolutamente gli effetti avversi, dire che il lockdown per i non vaccinati è indispensabile, che i non vaccinati sono gli untori, che i bambini stanno intasando le terapie intensive. Tutte le cose che ripetono come pappagalli a ogni notiziario. Ho risposto riscrivendo il copione secondo quello che avrei voluto dire, cioè la verità, e mi hanno detto: “O come diciamo noi o non si fa niente”. Gli ho risposto “allora non si fa niente”. Hanno provato a insistere, magnificandomi i vantaggi professionali di partecipare a una trasmissione tanto autorevole. Ho detto no. Il mio interlocutore era esterrefatto, non gli sembrava vero che, pur di andare in tv, non fossi disposto a rinunciare ai miei principi. Alla fine mi ha fatto i complimenti. Pare che io sia uno dei pochi a non accettare il copione.”

«Ho lavorato per anni in una RSA (residenza per anziani)», mi dice al telefono un medico che conosco da tempo. Mi ha telefonato dopo aver saputo del mio libro. «Durante la pandemia si sono ammalati quasi tutti. Li ho curati e sono riusciti a salvarli… forse sono stato fortunato.»
«No», gli rispondo: «hai applicato la Medicina come sai fare.»
«E sai cos’è successo? Mi hanno mandato un richiamo ufficiale, perché non ho osservato il protocollo.»
«Non dirmi… paracetamolo e vigile attesa…»
«Sì, e dato che io ho continuato a curare come aveva già funzionato mi hanno sottoposto a un vero e proprio mobbing, per mesi. Alla fine me ne sono dovuto andare.»

Non tutti hanno la forza, la voglia, la possibilità di reagire, di rivolgersi a un avvocato per far valere i propri diritti. Anche perché sanno che rischiano di farsi terreno bruciato intorno. La paura di ritorsioni è il denominatore comune del silenzio di tanti medici e operatori sanitari.
Come mi conferma questo medico di Medicina Generale:

«Ho fatto una decina di esenzioni per pazienti che, in coscienza, so che col siero anticovid rischierebbero reazioni avverse anche gravi. Mi hanno richiamato e mi hanno detto che devo evitare il più possibile. Ma quando qualcuno veniva ancora a chiedermi l’esenzione e sapevo che gli serviva, non sapevo come guardarlo in faccia. Sa cosa vuol dire vedere prima l’incredulità e poi la disperazione nei loro occhi? Sapere che se fai quella cosa che ti spacciano come “salvezza” potresti pentirti? Alla fine mi sono autosospeso. Non potevo reggere. La coscienza mi ha messo in stop.»

Una dottoressa mi scrive:

“Ho letto il suo libro e non mi perdo nessuno degli articoli che pubblica sul sito. Con parole chiare spiega le contraddizioni che stiamo vivendo, la confusione e la rinuncia alla prudenza, che invece dovrebbe essere alla base di ogni scelta in campo medico. Nessuno si preoccupa delle reazioni avverse: di quelle a breve negano la correlazione, quelle a lungo termine non le imputeranno di certo al vaccino. Fa strano che non siano i medici a ricordare a tutti il nostro sistema immunitario, l’importanza che riveste e la necessità di non maltrattarlo.”

È sentendo le parole della dottoressa che mi è venuta in mente l’immagine che ripeto da allora ogni volta che posso: che il nostro sistema immunitario è il nostro fedele cane da guardia, e dobbiamo averne cura, rispettarlo. Se, al contrario, lo maltrattiamo e lo prendiamo in continuazione a bastonate, prima o poi ci si rivolterà contro.

Un’altra dottoressa mi scrive:

“Signora Diana, carissima, sono sconfortata e al limite della resistenza fisica e soprattutto mentale. Lavoro in un ospedale del nord. Non possiamo esprimerci, dobbiamo solo eseguire senza sollevare dubbi o far valere la nostra esperienza ultradecennale. Sembra che siamo diventati tutti deficienti e non sappiamo curare i malati perché non ci lasciano fare ciò che sappiamo ma ci impongono protocolli iniqui. Ippocrate si starà rivoltando nella tomba. Se avessi saputo che la professione che amo con tutta me stessa sarebbe diventata un obbedire ciecamente come tanti soldati in trincea agli ordini di un generale folle avrei fatto altro. Non c’è più etica… altro che chiamarci eroi quando fa comodo. Sono sfinita, esausta. Purtroppo lontana dalla pensione. Mi scusi per lo sfogo. E grazie per la sua coraggiosa battaglia per la verità.”

Una farmacista, persona che anche dopo 40 anni dalla laurea non ha mai smesso di studiare, approfondire, preparatissima in biologia e farmacologia, da due anni studia ogni tipo di documentazione sul covid e i “vaccini” e mi ha spiegato nel dettaglio come la bilancia penda dalla parte dei rischi anziché dei benefici. Ora l’Ordine dei Farmacisti le ha intimato la vaccinazione, pena la sospensione. Se fossimo in guerra (e già lì ho dei dubbi che si debba obbedire quando si sa che gli ordini ricevuti sono insensati, pericolosi, folli) capirei che si… obbligasse un soldato a eseguire un ordine. Ma qua siamo davanti  a persone istruite, informate, a professionisti dalla pluridecennale esperienza. E se grazie alle proprie competenze e ai propri studi hanno raggiunto la convinzione che un determinato “farmaco” può causare seri danni, come si può imporre loro di assumerlo o consigliarlo? È come obbligare un automobilista a percorrere una strada, sapendo in tutta coscienza che finirà in un precipizio.
Oltretutto l’imposizione vaccinale si fonda su asserzioni assolutamente infondate, come si legge nella lettera inviata dall’Ordine, in cui si asserisce che il “vaccino” anticovid serve per la prevenzione dell’infezione da Sars Cov-2. Quando ormai anche i sassi sanno che gli attuali sieri anticovid non sono affatto efficaci per impedire il contagio. Nonostante il Presidente del Consiglio abbia rassicurato, mentendo all’intera popolazione, che chi si vaccina è sicuro di non contagiare e contagiarsi.

Penso che, a fronte di un obbligo basato su presupposti fasulli, dei buoni avvocati avrebbero ciccia fresca da addentare.

Un insegnante delle medie, con trentacinque anni di insegnamento, non si vaccina per scelta legittima e per una personale situazione sanitaria. Stimatissimo da studenti, colleghi e genitori, che rispettano e in molti casi condividono la sua scelta, mi invia la raccomandata con la quale gli si intima di provvedere alla vaccinazione, pena la sospensione.

 

 

 

 

 

 

Ed ecco la risposta dell’insegnante al dirigente scolastico (alcuni passi sono stati presi dal mio libro, che l’insegnante ha letto):

Sono tanti gli insegnanti in queste condizioni. E non mi si dica che sono “novax”, disinformati, ignoranti… Chi può va in congedo anticipato, chi può tiene duro, e c’è chi, avendo una famiglia da mantenere, soggiace al sopruso e va al centro vaccinale con una rabbia in corpo che rasenta la disperazione, come chi è vittima di un TSO o di una fortissima violenza fisica e psicologica.

Sono tanti altri i medici e gli insegnati che mi hanno contattata in questo periodo chiedendomi di… essere la loro voce. Purtroppo non hanno il coraggio di uscire allo scoperto, vivono nella paura di ritorsioni, sospensioni, ricatti. Il clima che si respira è davvero quello delle più sanguinose repressioni. Ed è il clima perfetto per l’instaurarsi di un regime antidemocratico, con l’apparente consenso, in realtà estorto o imposto, della popolazione.
Lo stato di tensione, delusione, rassegnazione o rabbia in cui hanno vissuto per mesi gli appartenenti alle categorie obbligate al vaccino, ora si sta diffondendo agli “over 50” che si sono visti arrivare tra capo e collo la stessa iniqua misura restrittiva e coercitiva che li priva di diritti inviolabili, senza neppure il tempo di prepararsi e prendere delle decisioni ponderate. E senza che nessuno dei politici, anche dell’opposizione, alzi veramente la voce come servirebbe. Eppure ci hanno abituati a reazioni indignate per motivi molto meno gravi, per questioni puramente ideologiche o di bandiera. Ma questa volta che ci sarebbe davvero da fare le barricate, si producono in balletti e contorsionismi per non perdere la posizione conquistata a suon di compromessi e scambi di favori o promesse, ovviamente sulla pelle dei cittadini. Adesso poi che ci sono in ballo le elezioni del Presidente della Repubblica, la posta è altissima e tiene in scacco tutti.

In effetti la situazione sta degenerando ben oltre le più fosche aspettative. È un gioco al massacro che hanno saputo condurre molto bene, dividendo i cittadini, mettendo gli uni contro gli altri. E non su questioni politiche, che sarebbe quasi accettabile, ma sanitarie.
Assistendo alle manifestazioni di odio feroce (se non è odio è comunque in altri casi discriminazione) da parte di chi è vaccinato nei confronti di chi non lo è, ho sempre cercato di scusare chi si fa strumentalizzare perché condizionato dal terrore. Ma adesso che le possibilità di informarsi da fonti non sponsorizzate dal governo e dalle case farmaceutiche sono note, chi continua a non voler sentire tutte le campane non è giustificabile. Non è giustificabile chi, più che paura, dimostra pigrizia e non vuol fare lo sforzo di sentire anche i pareri di medici ed esperti diversi dalle solite virostar che occupano in pianta stabile i salotti tv. Se l’ho fatto io e lo fanno altri, di informarsi, perché non lo fanno tutti e, invece,  in tanti si accontentano di ascoltare solo la versione ufficiale?
Ci vogliono cinesizzare, politicamente parlando (per il resto grande rispetto per il popolo cinese), e lasciarglielo fare è dimostrazione di ignavia e debolezza.

L’agire dell’essere umano è in prevalenza mosso da interessi, grandi o piccoli. Quasi tutto ciò che facciamo è motivato da un qualche tipo di interesse: dal quieto vivere, al guadagnare per mantenere la famiglia, per mandare i figli a scuola, per avere un buon tenore di vita, e questi sono interessi legittimi, condivisibili, che non vanno contro gli interessi del prossimo e non ne ledono i diritti. Poi ci sono gli interessi puramente personali, egoistici, come l’arricchirsi a tutti i costi, diventare famosi a tutti i costi, acquisire potere a tutti i costi. Chi persegue questi interessi spesso lo fa a scapito dell’interesse e dei diritti degli altri.
Poi ci sono individui che non agiscono per un interesse personale, ma sono mossi da scopi filantropici, e di solito vivono nell’ombra oppure, ma sono pochissimi, passano alla storia. Di San Francesco, Gandhi o Madre Teresa non ce e sono tanti.
Quindi, quando si è davanti a posizioni contrastanti, sarebbe bene cercare di comprendere quali sono gli interessi sottostanti.
Nel nostro caso, sarebbe bene valutare quali siano gli “interessi” dei medici che esprimono dubbi sui “vaccini” anticovid. Escluderei interessi economici perché, anzi, la loro posizione fuori dal sistema li mette in serie difficoltà lavorative, economiche e… di salute. Il caso del dottor De Donno è emblematico, oltre che inquietante.
Quindi, escludendo l’interesse economico, resta solo l’interesse a salvaguardare la salute dei pazienti.
Dall’altra parte, quella di chi spinge la sperimentazione vaccinale di massa a tutti i costi (dalle case farmaceutiche, ai politici, ai mass media), visto il giro di soldi che tutto questo circo produce è facilmente intuibile un interesse un po’ meno “altruistico”.

E noi… davanti a chi si espone e rischia in proprio per difendere la salute altrui, e chi invece sulla salute altrui ci specula… a chi preferiamo dar retta?

Ma, per non avere a tutti i costi l’ultima parola, la lascio alla dottoressa Alexandra Henrion Caude, Direttrice dell’Unità di ricerca genetica ed epigenetica dell’Istituto francese di ricerca sanitaria e medica, esperta di mRNA, che studia da anni, che in un’intervista a una tv francese ha dichiarato:

«…non sono contraria né ai vaccini né all’RNA. Anzi, sono molto dispiaciuta per quello che sta succedendo. Invece proprio perché conosco l’RNA e tutta la letteratura in materia e il suo potenziale so che somministrarlo a individui sani è una follia. Veramente penso sia qualcosa di inconcepibile. Tenuto conto della versatilità della molecola RNA, della sua capacità di interagire con una moltitudine di molecole, della capacità di suddividersi in piccole sequenze è capace di produrre una serie di conseguenze sull’organismo. Per cui pensare di utilizzarlo su individui sani è una pura follia. Tra l’altro avevamo cercato nelle terapie VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare) di utilizzare l’RNA e non ci siamo ancora riusciti. Quindi se non ci riusciamo sui malati, farlo su una popolazione sana mi sembra una follia. Non è una follia in assoluto ma lo è allo stato attuale dopo 10 anni di ricerche e sperimentazione.»

La stessa ricercatrice ha affermato nell’ambito di un incontro col ministro della salute francese:

«Nella storia della medicina moderna, non abbiamo mai visto un prodotto che sia stato testato su una popolazione reale, senza essere stato sottoposto esso stesso a test. Abbiamo scritto all’Agenzia Europea del Farmaco, che ha ammesso di non avere i mezzi per valutare la sicurezza di questi prodotti. Riconoscono l’esistenza di un rischio non quantificato di genotossicità e cancerogenicità, ma ritengono che non ci sia stato il tempo materiale o il denaro per poterlo valutare (ma ecco, grazie alla pandemia, l’eccezionale opportunità di valutarlo… testandolo su miliardi di persone, n.d.r.). E nonostante la nostra richiesta, non hanno pubblicato o fornito un documento che quantifichi il rischio/beneficio, dividendolo in base all’età e allo stato immunitario.» E mentre il ministro francese ha dichiarato che non esistono cure oltre al vaccino, la ricercatrice spiega: «Esistono farmaci e centinaia di studi randomizzati controllati e dunque le alternative ci sono. In ogni caso, quando la storia vi guarda prendere una decisione su un farmaco di cui non si ha nessuna idea se possa generare tumori o alterare la fertilità, mi sembra giusto porsi delle domande sul vaccino obbligatorio.»

Ancora una volta la differenza che più salta all’occhio tra medici e scienziati “non vaccinisti” (riferendoci al solo “vaccino anticovid”) e medici e scienziati “vaccinisti” è che i primi circostanziano le loro tesi in modo scientifico, mentre i vaccinisti a oltranza pretendono fede cieca e adesione entusiastica.

Ripeto la domanda: e noi… a chi preferiamo dar retta?

Diana Lanciotti

P.S. Una nota, per chi non mi conosce: sono figlia di medico, dal quale qualcosina ho appreso, ma, soprattutto, ogni volta che scrivo su questioni tecniche le sottopongo alla supervisione di addetti ai lavori. Nell’ultimo anno la scrivania del mio computer si è riempita di documenti (molti scritti da medici e scienziati americani) che spiegano in dettaglio e su basi scientifiche i problemi legati alla sperimentazione di massa mettendo in risalto i macroscopici errori compiuti (in buona o mala fede questo è da stabilirsi) dai governi. E, manco a dirlo, quello che ne ha inanellati di più è stato proprio il governo italiano.

P.P.S. Diversi medici hanno già visto l’immagine di apertura e si sono divertiti, passandola ai loro colleghi che a loro volta l’hanno apprezzata. Spero che nessuno la consideri una presa in giro a loro, ma solo un modo scherzoso di sdrammatizzare e alleggerire la tensione. Sorridere, e ancor più ridere, fa bene alla salute…

Nuove testimonianze di medici vittime di soprusi in nome delle “regole” anticovid

Guariremo solo se… il mio contributo a un’informazione libera dalle gabbie del Pensiero Unico

4 commenti

  • Paolo

    Signora Diana, vorrei essere uno di quei medici che possono permettersi di uscire allo scoperto, ma ci hanno davvero messi all’angolo. Siamo scoraggiati, delusi. Aver lavorato per anni con passione, non essersi mai tirati indietro ora ci vale ricatti e angherie. Mio padre, medico lui pure, mi raccontava della guerra e mi diceva sempre che ero fortunato a non averla vissuta. Lui non c’è più ma non so se direbbe ancora che sono fortunato… La nostra professione per colpa di chi ci ha governati spolpando la Sanità come farebbero i pescecani è ridotta a un mestiere che deve sottostare a regole incomprensibili in ossevanza alla politica e al vil denaro. Certo nessuno lavora per la gloria ma la nostra dovrebbe essere una professione dove il denaro arriva solo se fai bene ciò che sai fare. Per bene intendo: curare e salvare vite umane.
    Mi fermo qua e mi scuso. Vorrei dirle mille cose ma mi limito a un GRAZIE grandissimo.

    Paolo

  • Bruna

    Diana, grande articolo, da vero giornalismo d’inchiesta, scritto con la ragione e anche col cuore. Quando scrive “il nostro sistema immunitario è il nostro fedele cane da guardia, e dobbiamo averne cura, rispettarlo. Se, al contrario, lo maltrattiamo e lo prendiamo in continuazione a bastonate, prima o poi ci si rivolterà contro” ha descritto con grande chiarezza e semplicità una questione complessa.
    Tutti dovebbero capirlo e agire nel rispetto di questo straordinario “cane da guardia” per consentirgli di protegggerci. Questi sieri somministrati a pioggia battente continuano a stimolare le risposte anticorpali e alla lunga finiscono per defedare il nostro organismo. Si prevedono, e studi importanti lo stanno dimostrando, oltre alla triste realtà che però viene celata, aumenti di patologie cardiache, neurologiche, dermatologiche e malattie autoimmuni, sia già presenti ma latenti sia nuove, dovute alla stimolazione eccessiva del sistema immunitario.
    I giornalai (come chiamo io i giornalisti) che non danno voce a chi sa spiegare queste problematiche stanno giocando col fuoco. Come è possibile mi chiedo che abbiano totalmente rinunciato a dare un’informazione completa, imparziale e siano mosche bianche quelli che lasciano spazio alla vera Scienza che non è quella dei vari Bassetti e Burioni, ma è quella di chi studia seriamente senza preclusioni mentali e ascolta il parere dei medici che sono sempre sul campo a curare le malattie.
    Grazie per l’importante sostegno che sta dando ai medici che si battono, seppure nell’ombra ma che piano piano incominceranno a palesarsi, facendo tremare i palazzi

    Bruna

  • Fabio

    Tutto molto chiaro: hanno agito sulla popolazione col terrore e sui medici con i ricatti. Chi non se ne rende conto è complice e non merita compassione.

    Fabio

  • L.B.

    Speranza è stato messo laddove pochi, o forse nessuno, avrebbe accettato di stare. Se mai un giorno, e non detto che prima o poi arrivi quel giorno, un Magistrato decidesse di far luce su quanto successo in questi due anni, il ministro (minuscolo) rischia di ritrovarsi in qualche carcere della penisola italica.
    Io ormai sono ufficialmente agli arresti domiciliari, ma non mi piego a questo ricatto infame. A costo di chiudere tutto e mettere 50 persone in CIG sino a quando questa storia sarà finita. Vediamo chi ha la testa più dura. A 54 anni sto seriamente pensando di vendere tutto (ho almeno 10 offerte da altrettanti fondi di investimento… che odio) e di emigrare da questa nazione in cancrena

    L.B.

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