LA GATTA CHE VENNE DAL BOSCO (novembre 2013)

Intervista a Diana Lanciotti, autrice di tante straordinarie storie di animali, all’uscita del suo quattordicesimo libro.

Eccoci al quattordicesimo libro di Diana Lanciotti, autrice unica nel panorama letterario italiano per l’originalità e l’eterogeneità delle sue opere. La sua produzione segue infatti due filoni all’apparenza molto diversi: gli animali (protagonisti di storie famose e amatissime, come Paco, il Re della strada, un vero cult per tutti gli amanti degli animali, o Boris, professione angelo custode, che è stato definito “la più toccante testimonianza d’amore per i cani che sia mai stata scritta”) e i romanzi d’amore e avventura, come Black Swan-Cuori nella tempesta o Red Devil-Rotte di collisione.
Con l’ultimo uscito (nel 2010) Silver Moon-Lo stregone del mare, Diana ha saputo coniugare i due filoni, fondendo in un unico libro i temi a lei cari: amore, mare e animali. E i suoi lettori l’hanno premiata decretandole un meritato successo.
Per questo Natale, dopo tre anni dall’ultima uscita, Diana si ripresenta ai suoi affezionati lettori con la storia di una gatta… magica. Ma sentiamo direttamente dalla sua voce di cosa si tratta.
Diana, finora ci avevi abituati a un libro ogni due anni. Stavolta ne hai fatti passare tre. Devo dire che questi incontri per parlare delle tue novità letterarie mi mancavano. Scommetto che mancavano pure ai tuoi lettori.
In effetti parrebbe di sì, viste le telefonate e le mail che ricevo dai miei lettori. Alcuni arrivano addirittura a sgridarmi per essere così in ritardo…
Capisco: li hai viziati, e ora sono in crisi d’astinenza.
Più o meno.
Però… però ci hai giocato un bel tiro: tutti ci aspettavamo La vendetta dei broccoli, il tuo “giallo vegetariano” preannunciato da un paio d’anni.
Lo so… ma sono successe un po’ di cose. Innanzitutto la crisi dell’editoria, ma anche i miei problemi di salute di cui ho già parlato e sui quali vorrei sorvolare: ho voglia di guardare avanti. Dovevo uscire con La vendetta dei broccoli, ma è un libro che ha bisogno di un lancio impegnativo, in termini economici e di tempo. Così per ora l’ho accantonato.
È un peccato, però credo che se esci con un libro diverso ci sarà un buon motivo.
Sì, c’è. La voglia innanzitutto di confrontarmi di nuovo con la mia grande passione per la scrittura, per… vedere se sono ancora capace. Per farlo avevo bisogno di una storia facile, che magari a qualcuno sembrerà banale: una storia di animali, di quelle che i miei lettori amano, che non avrà bisogno di lanci particolari perché è esattamente in linea con le storie che ho scritto in precedenza e che sono piaciute.
Mi dicevi che hai addirittura anticipato la chiusura del libro rispetto ai tempi che ti eri data.
Sì, infatti. La storia de La gatta che venne dal bosco, che poi è la mia Maggie, l’avevo in mente da tempo. Però in luglio è successo che la Maggie, che ha sempre goduto di una salute di ferro, è stata malissimo. Per un paio di settimane ho creduto davvero che non ce la facesse. Mi sono buttata a capofitto a scrivere la sua storia, come per esorcizzare la paura di perderla.
Ma cos’aveva?
Non si capiva esattamente… ma io un dubbio l’avevo. E così le ho fatto un discorso… e lei ha smesso di star male.
Scusa, scusa, Diana… ho capito bene? La Maggie è guarita perché tu le hai parlato? Scusa l’impertinenza ma… saresti una guaritrice, allora!
No, per carità. La faccenda è un po’ più complicata, però è anche ora che noi che conosciamo e amiamo tanto i nostri animali smettiamo di tenere nascoste delle cose per paura di essere scherniti o presi per matti.
Sono curiosa. Vuoi spiegarti?
Ci provo ma so che qualcuno mi deriderà o prenderà per matta. Per fortuna molte persone che vivono con gli animali sanno che il legame tra noi e loro è ben più profondo, coinvolge anche la sfera della comunicazione telepatica, delle energie… vedi? Anche tu hai fatto una faccia strana. Si ha paura o comunque ci si fanno degli scrupoli a parlare di certe cose… perché il razionalismo e il materialismo in cui siamo immersi e imprigionati ci impediscono di credere che ci sia qualcosa che va oltre le pure apparenze o il dimostrabile.
Credimi, Diana, ti sto ascoltando con il massimo interesse.
Mi era già capitato con Paco, e avevo accennato che quando se n’era andato mi aveva lasciato la sua energia. Ma non ho mai spiegato che cosa intendessi. Poco tempo prima che lui morisse io stavo inspiegabilmente male, ero senza forze. Non mi dilungo, ma ero davvero uno straccio. Lui passava le giornate accanto a me nel mio studio e mi scrutava pensieroso, preoccupato di vedermi così inspiegabilmente debole. Poi, quando ci siamo imbarcati per la Sardegna il giorno di Natale, lui ha avuto quella crisi respiratoria che l’ha portato via. È stato male per ore, fino alla mattina alle sette, quando se n’è andato. La cosa che ancora ricordo con sconvolgimento è quel sentirmi immediatamente bene, quel recuperare le forze immediato, appena lui ha incominciato a star male. Sono sicura, sicurissima, che andandosene lui ha voluto donarmi la sua energia. Era da tempo che meditava la cosa. E ha voluto farlo nel momento in cui io ero lì con lui, in quella cabina del traghetto, in mezzo al mare, senza nessuna possibilità di salvarlo. Se n’è andato per aiutare me.
Sono sconvolta. Non tanto per quanto mi dici, perché me l’avevi già confidato, ma per il fatto che ti sei decisa a dirlo… a costo di essere derisa o presa per matta.
È un rischio che correrò.
A questo punto hai incominciato… dicci della Maggie.
Semplice: con quell’inutile e nefasta operazione alle tonsille di 4 anni fa il mio sistema immunitario ha ricevuto una bella bastonata e non è più in forma come prima. Una semplice influenza, come quelle che ormai si diffondono tutto l’anno, mi scombina ben più di quel che fa ad altri. In giugno mi sono presa uno di questi virus parainfluenzali ormai così diffusi e stavo malino. La Maggie non mi ha mollata un attimo. Così come non mi ha mollata un attimo dopo l’operazione del 2009, durante tutti i giorni che ho dovuto passare a letto dopo aver rischiato di morire per due volte. Lei era sempre lì e non mi lasciava un attimo. Anche lo scorso giugno mi ha sempre “accudita” amorevolmente. Solo che ai primi di luglio ha incominciato a star male. Una cosa strana, inspiegabile, ma pareva che non ce la facesse. Un giorno ho capito che cosa stava facendo: voleva aiutarmi, prendendo su di sé quello che toccava a me. Allora l’ho presa in braccio (era ridotta a uno straccetto) e le ho spiegato che non c’era bisogno che si sacrificasse per me. Doveva star bene se voleva che anch’io stessi bene. Dal giorno dopo ha incominciato a mangiare. Erano tre giorni che non toccava cibo.
Ci credo, Diana, perché sei tu a raccontarmelo.
In effetti ho alle spalle una lunga “carriera” di persona piuttosto equilibrata e quindi chi mi conosce sa che non vado raccontando storie assurde e fantastiche… se non nei miei romanzi. Del resto il nostro veterinario da sempre sostiene che gli animali che ci stanno accanto sono i nostri “parafulmine”.
E ora come sta la tua Maggie?
Ci ha messo parecchio a riprendersi, ma ora sta bene.
Ma venendo al libro: La gatta che venne dal bosco parla della malattia della Maggie?
No! Per carità: parla dell’incontro con questa gatta magica e misteriosa, che è arrivata in un momento particolare della nostra vita, esattamente a metà tra la scomparsa di Boris e l’arrivo di Joy. Una coincidenza che mi autorizza a parlare di incontro “magico e fortunato”.
È una storia allegra, allora.
Allegra, positiva. Non muore nessuno e nessuno si fa male, per intenderci.
Io l’ho letta in anteprima e devo dire che come sempre è davvero straordinaria la tua abilità nel cogliere il carattere dei personaggi animali e umani che popolano i tuoi libri. Direi che se volevi provare a te stessa di non aver perso la capacità di scrivere ci sei riuscita.
Grazie. Spero che i miei lettori la pensino allo stesso modo.
Guarda, Diana, nell’ultima intervista che ti ho fatto per l’uscita di Silver Moon” scrivevo: “Diana Lanciotti ci ha abituati a libri che appassionano, commuovono, insegnano, fanno riflettere. E, soprattutto, a libri che si leggono tutto d’un fiato e che nello stesso tempo non si vorrebbe finire mai, tanto che, una volta finiti, si torna a rileggerli, per gustarli e assaporare pagina dopo pagina, parola dopo parola storie uniche nel loro genere, affascinanti e indimenticabili. A qualcuno sembreranno lodi sperticate, ma solo se ancora non ha avuto occasione di leggere uno dei dodici libri finora scritti e pubblicati da questa poliedrica e prolifica scrittrice.” Oggi non posso che riconfermare quanto ho già scritto tre anni fa.
Grazie. Non so che cosa dire…
Dicci piuttosto come mai quel titolo, che ricorda tanto Il gatto che venne dal freddo di Deric Longden.
Deric Longden è uno degli autori che amo di più e Il gatto che venne dal freddo, che abbiamo il privilegio di pubblicare con Paco Editore, è uno dei miei libri preferiti. Purtroppo Deric è morto pochi mesi fa e il titolo del mio libro non è una scopiazzatura ma un omaggio che ho voluto fargli.
Come mai La gatta che venne dal bosco non esce in libreria, per ora?
È un regalo che ho voluto fare ai nostri sostenitori, presentando in anteprima questo libro sulla rivista “Amici di Paco” e sul sito www.amicidipaco.it, ed è un regalo al Fondo Amici di Paco.
In che senso?
Nel senso che per i libri venduti in libreria il ricavato che va al Fondo Amici di Paco è più basso, perché una buona fetta se la intascano il distributore e il libraio. Mentre se i libri li vende direttamente Paco Editore, al Fondo Amici di Paco resta tutto il ricavato. E dato che andare in libreria a Natale con un libro nuovo vuol dire scontrarsi con le cosiddette “strenne”, cioè i libri di Vespa e di tutti quelli che scrivono un libro all’anno proprio per intasare le librerie a Natale, abbiamo deciso di posticipare l’uscita in libreria. Spero che i nostri sostenitori apprezzino la nostra decisione…
…e ne comprino qualche milione di copie.
Magari!
Diana, vorrei rivolgere il solito invito ai lettori? Me lo permetti?
Certo. Sei sempre bravissima. Molto più di me.
“Per Natale fate acquisti intelligenti, regalando e regalandovi un buon libro. Non comprate le solite strenne facendovi suggestionare dalla pubblicità che solo i grandi editori possono permettersi. Se volete leggere e regalare un ottimo libro che valga la spesa comprate La gatta che venne dal bosco di Diana Lanciotti, in anteprima esclusiva sul sito www.amicidipaco.it. Vendendovelo direttamente Paco Editore potrà raccogliere più fondi per aiutare i cani e i gatti senza famiglia”. Può andare come appello, Diana?
Ottimo e abbondante, come sempre.

Paola Cerini (intervista pubblicata su “Amici di Paco” n°55)