È TEMPO DI VACANZE (giugno 2012)

Ogni anno la campagna del Fondo Amici di Paco invita a portarli con sé in vacanza… anche se purtroppo i divieti e le difficoltà in Italia sono ancora troppi. Ne parliamo con la fondatrice del Fondo Amici di Paco.

Finalmente arriva l’estate e dopo una anno di fatiche, impegni e sacrifici possiamo dare un taglio alla routine di tutti i giorni, tuffandoci in una rigenerante vacanza. Già… ma il cucciolo, anzi, l’ex cucciolo che da Natale, da quando è arrivato, si è triplicato di stazza, di appetito, di forza e richieste di coccole e giochi, dove lo mettiamo?
Portarlo con noi non è facile, nonostante la situazione sia migliorata tanto dagli anni ’90 grazie anche a tutte le campagne e le raccolte firme promosse dal Fondo Amici di Paco (grazie alle quali sono sorti stabilimenti balneari attrezzati anche per l’accoglienza dei cani, e molte strutture alberghiere finalmente hanno tolto l’odioso divieto “i cani non sono accettati”). Però, negli ultimi anni la situazione si è stabilizzata: nonostante le campagne “dog friendly” strombazzate dall’ex ministro del turismo, in Italia sono ancora pochissimi gli esercizi pubblici che aprono le porte ai cani. Al contrario che negli altri paesi europei, la vista di un cane suscita ancora resistenze e rifiuti. A volte per colpa dei proprietari, che non educano i propri quattrozampe a comportarsi civilmente, esponendoli al pubblico disprezzo se non addirittura all’odio.
Ecco perché per i nostri amici a 4 zampe spesso le vacanze rappresentano il periodo peggiore dell’anno. Sono parecchie decine di migliaia i cani abbandonati perché arriva l’estate e non si sa cosa farne. La soluzione estrema dell’abbandono (crudele, incivile, pericolosa) mette a rischio non solo la vita dell’animale abbandonato, ma anche quella dei cittadini, perché tra incidenti stradali provocati dai cani vaganti e aggressioni da parte di cani rinselvatichiti il bilancio ogni anno è pesante. Tutto perché non vogliamo prenderci un impegno per tutta la loro vita e anche, ammettiamolo, perché a volte i divieti ci rendono difficile mantenere l’impegno.

Ci vuole senza dubbio una buona dose di sacrificio per convivere con un cane.
“Ma è un bellissimo sacrificio, gratificante e salutare”, dice Diana Lanciotti, fondatrice del Fondo Amici di Paco che, dal 1992, con l’adozione di Paco, ex trovatello rinchiuso al canile, ha conosciuto la realtà del randagismo e deciso di fare qualcosa di concreto per combatterlo. “Le cifre parlano di 150.000 cani abbandonati ogni anno”, afferma Diana. “Ma che siano 150.000 o 150 che importanza ha? Quello che importa è che anche quest’estate molti cani e gatti di famiglia diventeranno dei senza famiglia, e allora scatterà l’emergenza randagismo con tutto quel che ne consegue.”

Ogni anno sono circa 150.000 a finire per strada. Una cifra allucinante. Diana, vuoi farci un bilancio della situazione del randagismo?
“Credo che il fenomeno dell’abbandono sia degno di attenzione indipendentemente dai numeri che fa segnare. Non è un discorso quantitativo, quello che dobbiamo farne, ma è soprattutto qualitativo o, per meglio dire, etico. Non è morale, infatti, che in un una società che si professa civile continuino a esserci persone che prendono un cane non si sa per quale motivo, e poi alle prime avvisaglie di “fastidio”” che l’averlo con sé comporta, se ne disfano senza troppi scrupoli. Avrebbero più scrupoli a liberarsi di una scarpa vecchia, con le suole ormai bucate. Un cane, si sa, comporta impegno e sacrificio. Ma è anche uno degli “investimenti” più redditizi, che in termini di affetto, dedizione, riconoscenza ti dà una rendita illimitata, incalcolabile.”

Paco ha avuto un ruolo fondamentale per sensibilizzare media, istituzioni e opinione pubblica.
“In effetti, mentre fino al 1997, quando nacque il Fondo Amici di Paco, il fenomeno dell’abbandono era più che altro sconosciuto o comunque sottaciuto, negli ultimi anni si è diffusa una maggiore coscienza circa le responsabilità che noi umani abbiamo nei riguardi dei nostri animali e degli animali in genere. Tutte le iniziative di sensibilizzazione che il Fondo Amici di Paco ha promosso dai suoi esordi hanno ottenuto di accrescere la sensibilità e l’attenzione dei cittadini, dei media e delle istituzioni. Il merito va tutto a Paco, che ha saputo suscitare l’interesse intorno alla sua storia, che è poi la storia di tanti, troppo cani e gatti “usati” e poi gettati via come scarpe vecchie.” (La storia di Paco è contenuta nei libri “Paco, il Re della strada”, “Paco, Diario di un cane felice”, “In viaggio con Paco” e “Paco, il simpatico ragazzo”, libri che hanno avuto un notevole successo, n.d.r.).

Anche se Paco non c’è più il Fondo Amici di Paco va avanti. Com’è il Fondo Amici di Paco senza Paco?
“Anche se Paco non c’è più dal dicembre 2006, tutte le testimonianze d’affetto ricevute ci hanno convinti ad andare avanti nel suo nome. Lui è diventato un simbolo e una speranza per tanti cani e gatti senza famiglia e continuerà a esserlo. Certo, a volte è dura andare avanti a fare le cose che facevamo con lui accanto, avendolo come monito e ispiratore. Ma dobbiamo andare avanti: non possiamo dimenticare o gettare via tutti i suoi insegnamenti.”

Tutti vi seguono come prima, o qualcuno vi ha abbandonati?
“Molti sono con noi dall’inizio, qualcuno ha smesso di sostenerci, altri sostenitori nuovi sono arrivati. Però c’è crisi anche nella beneficenza, anche perché ormai le occasioni di dare aiuto si sono moltiplicate. A volte si fa davvero fatica. Ad esempio stiamo pensando di ridurre le uscite di “Amici di Paco” che tra stampa e spese di spedizione sta diventando un peso considerevole. E però tutti lo vogliono, perché è un grande legame tra noi e chi ci sostiene. Non è facile decidere di tagliare. Speriamo solo che arrivino nuove sottoscrizioni. Ce n’è bisogno.”

Tornando agli abbandoni: c’è chi dice che sono aumentati.
“Per quanto riguarda le cifre che vengono messe in giro ogni anno, non c’è riscontro che l’abbandono sia un fenomeno in aumento. Anzi. In realtà, sono proprio la maggior sensibilizzazione e la maggior attenzione verso gli animali a far sì che i casi di abbandono o maltrattamento vengano scoperti, evidenziati e denunciati molto più di un tempo. Se ne parla di più perché c’è una maggiore attenzione (e condanna), anche della legge, verso gli abusi ai danni degli animali. Credo che tutte le iniziative che stiamo promuovendo inducano a riflettere soprattutto chi “non ha mai pensato” che abbandonare un cane è un crimine nei riguardi dell’animale, ma anche nei riguardi degli uomini.”

Il lavoro del Fondo Amici di Paco si basa molto sulla sensibilizzazione. Però ci sono anche gli aiuti concreti, per salvare tanti animali abbandonati e far sì che trovino una famiglia che li accolga in modo definitivo. Importante, in proposito, la campagna antiparassiti, condotta da ormai diversi anni.
“Sì, questo è il settimo. Con la Campagna Antiparassiti ogni anno riusciamo a raccogliere fondi da destinare al trattamento antiparassitario dei cani e dei gatti ospitati nei rifugi. Per i canili e i gattili la spesa per i prodotti antiparassitari è una delle voci più importanti, insieme al cibo e alle vaccinazioni. E’ importante che i cani e i gatti dei rifugi, così come trattiamo i nostri di casa, vengano trattati con prodotti efficaci, sia per prevenire malattie anche molto gravi sia per incoraggiare l’adozione da parte delle famiglie che, avendo la garanzia che un cane adottato al canile è un cane sano, saranno più disposte ad adottarne.”

Sulla rivista “Amici di Paco”, diffusa in 12.000 copie (chi non la riceve può richiederne una copia: tel. 030 9903142, e-mail: paco@amicidipaco.it), è pubblicato il vademecum “Mettiamo Bobi e Micio in valigia” con consigli pratici per portare con sé il proprio amico a 4 zampe. Sulla stessa rivista oltre che su questo sito è pubblicato un elenco di spiagge che accolgono i cani.

Per informazioni:
Fondo Amici di Paco – Associazione nazionale per la tutela degli animali
Organizzazione di Volontariato – O.N.L.U.S.
25080 Padenghe sul Garda (BS) – Italy
Tel. +39 030 9903142 Fax +39 030 5109170
paco@amicidipaco.it
www.amicidipaco.it