RED DEVIL (novembre 2008)

“Red Devil-Rotte di collisione”: perfetto mix di amore, mistero, azione, suspense

A due anni dall’uscita di White Shark – Il senso del mare, il secondo romanzo che, dopo Black Swan – Cuori nella tempesta l’ha confermata regina del “romanticismo d’azione”, cioè autrice di storie piene di passione, sentimenti, azione e suspense, per Natale uscirà finalmente (lo dico a nome mio ma anche di tutte le lettrici e i lettori che lo aspettavano) il terzo romanzo di Diana Lanciotti, nota come la mamma adottiva di Paco, fondatrice del Fondo Amici di Paco e autrice di libri cult sugli animali (Paco, il Re della strada, Paco. Diario di un cane felice, In viaggio con Paco, fino allo straordinario Boris professione angelo custode). Questo nuovo romanzo segue il filone amore-mare-avventura, ma pur avendo in comune con gli altri la capacità di coinvolgere, è molto diverso. Io ho avuto come sempre il privilegio di leggerlo in anteprima, per poterlo raccontare ai lettori di “Amici di Paco”. E ora ne parlo proprio con Diana.

Diana, a Natale sarà in libreria il tuo terzo attesissimo romanzo: Red Devil – Rotte di collisione. Un libro sul filone di Black Swan e White Shark ma molto diverso.
Forse perché stavolta ho scelto un protagonista maschile.

Come mai? Eppure Giorgia Corsini e Giulia Silvestri sono personaggi amatissimi dal pubblico.
Come mai non lo so. Da un po’ avevo in mente di scrivere la storia di questi due ragazzi, Andrea e Debra, e del loro amore tormentato, ostacolato. Ma già nel momento in cui ho scritto la scena del loro primo incontro allo Yacht Club di Porto Cervo, mi sono resa conto che la personalità di lui premeva per venire fuori in modo più… prepotente.

Tanto che è diventato la voce narrante… ma mi pare che tu non l’avessi deciso sin dall’inizio.
No, infatti. Ma è come se lui mi avesse rubato la penna, anzi dovrei dire la tastiera del computer e sia stato lui a scrivere. Ancora una volta mi sono dovuta inchinare alla straordinaria vitalità dei personaggi che, come dice Stephen King, esistono già, con le loro storie. Tocca a noi farli uscire dalla loro gabbia e dargli lo spazio che decideranno di prendersi. A me succede sempre così. Sia che parli di animali che di esseri umani… È stato così anche questa volta: li ho fatti uscire allo scoperto, li ho messi lì, sotto i miei occhi, e mi sono detta: “Vediamo oggi che cosa mi combinano i miei ragazzi”. Ogni volta aspetto che prendano vita e agiscano, seguendo il loro destino. Io mi limito a osservarli e a raccontarne le avventure. Forse, sembra che stia parlando di una forma di possessione, me ne rendo conto. È il fascino, il mistero della narrazione. Una cosa bellissima che non riuscirò mai a comprendere pienamente né tantomeno a razionalizzare. Ci ho rinunciato da tempo.

E così, insomma, Andrea Costa si è accaparrato il ruolo di protagoniista. Direi che il risultato è… sorprendente. Ti sei calata perfettamente in un ruolo maschile.
Oh, sì, e mi sono anche divertita a… ragionare e agire da uomo. Anche a parlare… Io che non dico mai certe parolacce (e mi rifiuto di pensarle) quando dovevo scrivere i dialoghi tra Andrea e i suoi amici ho fatto fatica a non infilarci la parolaccia pesante. Mi veniva spontaneo. Era Andrea stesso a volere che le scrivessi.

Be’, non direi che ci sono tante parolacce. Lo farò leggere tranquillamente a mia figlia che ha quattordici anni e ama le storie come quelle che scrivi tu (anzi, da quando ha letto i tuoi libri non riesce a trovarne uno che sia all’altezza…)
Grazie… Tornando alle parolacce: ce ne sono alcune e comunque molto blande, quelle che proprio non potevo togliere per non far sembrare finti i dialoghi. Un po’ come certe scene di nudo dei film che vengono definite “essenziali”.

Anche stavolta un bel librone consistente: 544 pagine. Continui giustamente a rivolgerti alle persone che amano leggere, che quando finalmente trovano un libro ben scritto, con una trama forte e appassionante, più è lungo più sono felici.
Quando inizio ho tante cose da scrivere e faccio fatica a contenermi. Non posso dire di soffrire della sindrome da pagina bianca. Io stessa amo leggere libri “lunghi”, purché abbiano dei contenuti…

Di che cosa parla Red Devil?
Di questi due ragazzi che si vedono per la prima volta bambini e si innamorano. Lui ha dieci anni e lei sette! Non si rivedono per otto anni ma il successivo incontro è di quelli che cambiano la vita. Entrambi ottimi velisti e figli di famosi assi della vela, un tempo amici e poi nemici per ragioni di… donne. I due ragazzi saranno ostacolati in ogni modo dai loro genitori. Tutti, pur essendo legati tra di loro, spesso dall’amore, finiranno per muoversi seguendo “rotte di collisione”… Ma, scusa, mi accorgo che a raccontarla così, in pillole, sto svilendo la storia… Non puoi pretendere che una che scrive una storia di 560 pagine riesca a condensarla in poche righe…

Allora dirò io per te che ancora una volta hai costruito una storia appassionante come se ne leggono poche. Ho avuto anche questa volta il privilegio di leggerla prima di quest’intervista, e sono rimasta col fiato in sospeso fino all’ultimo. Com’era successo con Black Swan e White Shark, ancora adesso (l’ho finito una settimana fa) mi ritrovo a pensare ai personaggi che hai creato. Non solo ai protagonisti.
In effetti mi piace attorniare i protagonisti con personaggi altrettanto forti e “vivi”, che a volte finiscono per rubare la scena. È il caso di Pamela, l’antagonista di Debra, che doveva essere un personaggio secondario, però poi si è presa una parte fondamentale. E così pure di Matteo, l’amico di Andrea, suo coetaneo ma antitetico rispetto a lui. Un ragazzo forte, capace di dare un sostegno straordinario all’amico.

Ancora una storia di un’amicizia straordinaria. In White Shark tra Patrick e Dennis, qui tra Andrea e Matteo. Figure vigorose, affascinanti.
Affascinanti pur nella loro profonda umanità, intesa come insieme di aspetti buoni e meno buoni. L’amore per Debra porta Andrea ad allontanarsi dalla famiglia, e solo la vicinanza di Matteo lo aiuta a non perdersi completamente.

Hai toccato il tasto della “perdizione” di Andrea. Pagine di un vigore e un realismo straordinari.
Oh, grazie. Spero solo che qualcuno non mi chieda anche stavolta che cosa c’è di autobiografico. Non c’è proprio nulla. Le esperienze di Andrea non hanno nulla a che vedere con esperienze mie o di persone che conosco.

Tanto che l’hai chiarito nelle note finali.
Eh, sì. Mi sono sentita chiedere troppe volte “quanta Diana c’è in Giorgia Corsini e in Giulia Silvestri”. Stavolta spero che a nessuno verranno di questi dubbi. Andrea Costa non sono io!

Be’, ma qui sta la bravura dello scrittore. Nel saper descrivere personaggi che sono diametralmente diversi da sé.
Sì, è così che la penso. Ma non tutti lo capiscono e invece credono che uno sappia scrivere solo ciò che conosce, ciò che ha vissuto. Per fortuna non è così ed è anzi affascinante, emozionante creare personaggi tanto diversi e complessi.

Dopo Marc Antoine De La Palice e Patrick Dalton, due personaggi “da film”, Andrea Costa mi pare un personaggio più “a portata di mano”, meno eroico.
Sì, è vero. Andrea è un ragazzo come tanti, con molti privilegi rispetto ad altri, ma con qualche peso sulle spalle che schiaccerebbe anche un colosso. E lui è tutto meno che un colosso. È invece un ragazzo normale, alle prese con un amore contrastato, con dei veti per lui inspiegabili da parte dei genitori e un mistero che cambierà la sua vita e quella di due famiglie.

Lo scontro generazionale tra figli e genitori viene fuori in modo molto forte.
Più che di scontro generazionale parlerei di vere e proprie e pesanti incomprensioni scaturite da scelte sbagliate, non dei figli ma… dei genitori, una volta tanto. C’è un’ombra, anzi un mistero, nel passato dei genitori di Andrea, che condiziona la vita di tutti generando una catena di drammi e di… rotte di collisione.

Stavolta non c’è l’Aga Khan, però c’è un personaggio chiave che lo ricorda molto… il “buon genio della lampada”.
Ti riferisci a Luigi Morelli, immagino. Un personaggio secondario, secondo le mie intenzioni iniziali, che invece è venuto fuori con forza. È un adulto capace di slanci e passioni da fanciullo. Una persona profondamente umana, capace di traghettare un branco di ragazzetti immaturi verso la maturità, dando loro un grande senso di responsabilità senza però schiacciarli. Facendoli anzi divertire.

Bel personaggio, davvero. e poi, ci sono i cani… stavolta tre.
Sì, c’è Red Devil, Red per gli amici, e poi Destiny e Felicity. Non riesco a immaginare la vita senza animali. E si vede anche nei miei libri.

Red alla fine diventa addirittura un personaggio chiave.
Sì, ma se lo dici sveli il mistero…

Hai ragione, mi fermo qui. Parliamo invece di ambientazioni.
Sì, stavolta c’è molto Lago di Garda, poi c’è la California, che con San Diego fa da sfondo alle regate di Coppa America. E poi, ancora una volta, tanta Sardegna.

Già, la “tua” Sardegna.
Non proprio. La “mia” Sardegna è una Sardegna più defilata, intima, non mondana. Ma quando devo ambientare delle regate importanti non posso che “usare” la scenografia della Costa Smeralda.

Stavolta il mondo delle regate è meno protagonista. Nel senso che fa ancora da sfondo, ma hai privilegiato l’analisi psicologica, i drammi umani, più che la competizione sportiva.
È vero. E tutto nasce proprio dalla particolarità del personaggio: un ragazzo che ad appena diciotto anni si trova a dover fare delle scelte, sentimentali e di vita, da adulto. E questo gli comporta una serie di tormenti, di dubbi e angosce che mettono in secondo piano l’aspetto agonistico.

Quindi un libro non solo per velisti.
A dir la verità nemmeno i romanzi precedenti sono per velisti. Sono amati “anche” dai velisti, ma a leggerli sono sia uomini e donne che di vela sanno poco o niente.

Ecco, hai parlato di uomini. La cosa sorprendente è che scrivi di sentimenti, ma anche gli uomini, che di solito prediligono i libri di avventura, leggono i tuoi libri.
È vero, e sono tanti! Credo che sia perché la parte dedicata ai sentimenti è “realistica”, non mielosa o melensa, e dato che i sentimenti fanno parte della vita di tutti…

Tre romanzi, più altri libri per un totale di undici, che presto saranno dodici. Accetti finalmente di essere definita scrittrice?
Sì, adesso sì. Dopo i primi dieci forse me lo sono guadagnata…

A quando il dodicesimo? So che sarà una storia sorprendente, che nessuno si immagina (e nessuno ha mai scritto…) Una cosa assolutamente fuori dall’ordinario.
Credo che uscirà la prossima primavera, e per un motivo ben preciso, che non svelo. In effetti è una storia (vera) incredibile di cui sono la prima a sorprendermi… Io che l’ho scritta e vissuta.

Che cosa ti aspetti da Red Devil?
Che piaccia, naturalmente. E che tanti per Natale lo comprino e lo regalino, anche per fare del bene. Purtroppo i librai parlano di crisi e allora stanno ordinando poco. Essendo un piccolo editore, Paco Editore non può contare sulla distribuzione delle grandi case editrici, e siamo penalizzati dai librai che sono restii a inserire novità che non siano dei soliti Mondadori, Rizzoli, eccetera.

In compenso stanno riempiendo le librerie dei soliti Vespa e Faletti…
Infatti. Non hanno il coraggio di scegliere il nuovo, non hanno voglia di consigliare i clienti e di spingere l’acquisto. Ormai le librerie sono diventate dei supermercati dove vai e compri quello che ti serve. Salvo rari e preziosi casi, il libraio ormai ha perso il valore di consigliere valido per l’acquisto per sé o per regalare. Devo dire che come scusante hanno che ormai c’è di tutto e fanno fatica a tenersi aggiornati. Ma il fatto è che loro per primi leggono poco. E non badano più alla qualità. La cosa più facile, per loro, è attaccarsi al baraccone della pubblicità. Da qui a Natale vedremo in tv e sui giornali Vespa e Faletti (per dire quelli che hai citato tu) a colazione, pranzo, merenda e cena. E tutti gli altri che hanno scritto buoni libri, solo perchè i loro editori non hanno così tanti soldi da dilapidare in promozione, dovranno accontentarsi delle briciole.

Posso fare un appello da parte tua?
Vediamo…

Eccolo: quest’anno siate originali. Non comprate e non regalate i soliti libri che comprano e regalano tutti facendosi influenzare dai grandi editori che hanno un sacco di soldi da spendere in pubblicità. Se volete leggere e regalare un bellissimo libro andate in libreria e chiedete Red Devil. E se il libraio non l’ha, vuol dire che non sa fare il suo mestiere e ha perso l’occasione per consigliare un buon libro ai suoi clienti. Di vendere ciò che è pubblicizzato sono capaci tutti. Se non trovate Red Devil, cambiate libraio. E se ancora non lo trovate, richiedetelo a Paco Editore (tel. 030 9903142, paco@amicidipaco.it) che vendendovelo direttamente potrà raccogliere più fondi per aiutare i cani e i gatti senza famiglia. Va bene come appello, Diana?
Otttimo. Non avrei saputo fare di meglio.

Paola Cerini – Amici di Paco 41