UN MODO NUOVO DI AIUTARE GLI ANIMALI (dicembre 2003)

“Black Swan – Cuori nella tempesta”. Storia d’amore e di mare… ma anche di cani…

UN MODO NUOVO DI AIUTARE GLI ANIMALI
Con il successo del suo nuovo romanzo, Diana Lanciotti ha occupato una casella ancora vuota nel mosaico della narrativa italiana, inaugurando un filone inesplorato: quello del romanticismo d’azione, per libri adatti a ogni età e sesso. Ma, soprattutto, ha trovato un modo assolutamente originale di avvicinare al mondo degli animali un numero sempre maggiore di persone: quelle che finora “non ci avevano mai pensato”.
«Forse non ci hai mai pensato», dice Paco nel suo spot tv contro l’abbandono, «ma l’abbandono è una cosa terribile e vergognosa».
Diciamocelo francamente: parlare di animali e dei loro diritti a chi già li ama è come sfondare una porta aperta. Molto più difficile è raggiungere coloro che per indifferenza o superficialità non pensano che gli animali possono soffrire, che provano dei sentimenti e che meritano rispetto, se non amore, da parte nostra.

«E’ proprio a queste persone, che per mancanza di tempo, voglia, o stimoli, non hanno mai avuto modo di riflettere sul ruolo degli animali accanto a noi che abbiamo cercato in tutti questi anni di rivolgerci», ci dice Diana Lanciotti, mamma adottiva di Paco e fondatrice, in nome suo, del Fondo Amici di Paco. «Dal giugno 1997, da quando cioè insieme a mio marito Gianni abbiamo dato vita a quest’associazione per cercare di aiutare i cani e i gatti meno fortunati del nostro Paco, mi sono sforzata in tutti i modi di far sì che, come noi, tante persone si avvicinassero al mondo degli animali e capissero le loro sofferenze e le ingiustizie a cui troppo spesso, magari senza pensarci, li sottoponiamo.»

E in quasi 7 anni il Fondo Amici di Paco ha messo a punto numerose iniziative in questo senso…
Sì, siamo partiti dal libro “Paco, il Re della strada”, che da 6 anni viene anche adottato nelle scuole come testo di narrativa scolastica e mi aiuta a parlare ai ragazzi, attraverso la vicenda di Paco, un cane vero in cui loro riescono a immedesimarsi, della crudeltà dell’abbandono e della necessità di sentirsi responsabili nei riguardi dei nostri amici animali. Poi da 6 anni c’è il Premio Letterario, rivolto ancora una volta ai giovani, perché diventino adulti sensibili e consapevoli. E per quanto riguarda i giovani, poiché coinvolgiamo tutte le scuole medie italiane (e spesso le elementari, visto che molti maestri leggono ai loro alunni le avventure di Paco e si abbonano alla nostra rivista per parlarne in classe), direi che facciamo molto. Poi abbiamo realizzato lo spot che per anni è stato messo in onda dalla RAI e da Mediaset e la campagna “Non abbandonare il tuo cane”, lui non ti abbandonerebbe mai”, e poi quella “Non siamo giocattoli, non regalarci a Natale”, oltre a numerose altre iniziative di sensibilizzazione.

E queste sono le iniziative per quelli che “non ci hanno mai pensato”.
Infatti. Sono quelle le persone che dobbiamo far riflettere perché cambino atteggiamento e comportamento. Purtroppo c’è invece uno “zoccolo duro” di persone che sono refrattarie a qualsiasi sentimento d’amore verso gli animali, e su quelle c’è ben poco da fare. Ma per fortuna si tratta di una piccolissima minoranza.

E poi ci sono i libri di Paco Editore…
Sì, dal 1999 ci sono anche questi libri, che parlano di animali, il cui ricavato va destinato al Fondo Amici di Paco per aiutare i cani e i gatti senza famiglia.

Ma, mi diceva, non le sembra che basti.
Sì, in effetti mi sono resa conto che, pur essendo questi libri un ottimo strumento per raccogliere fondi, vengono letti da chi già ama gli animali e quindi non ha bisogno di “essere convinto”. Sono libri “di nicchia” come si dice in gergo tecnico, purtroppo non destinati al vasto pubblico. Come strumenti di sensibilizzazione sono efficaci solo se vengono regalati ai giovani e li portano a conoscere realtà nuove e ad avvicinarsi al mondo degli animali.

E allora, ecco la sua idea.
“Ma come si fa a far leggere i libri di Paco Editore, a un numero maggiore di persone?” mi sono chiesta. E ho pensato di sfruttare ancora una volta quello che meglio mi riesce di fare: scrivere. Non vorrei sembrare immodesta, ma vorrei ricordare che con i tre precedenti libri, e in particolare con i due dedicati alla storia di Paco, abbiamo venduto qualcosa come 30.000 copie, tra edizioni normali e quella scolastica, e per il mercato ristretto dell’editoria italiana e considerando che sono libri di nicchia è stato un buon risultato. E grazie alle vendite dei miei libri precedenti siamo riusciti a dare una bella mano anche in termini di aiuti concreti ai canili e gattili. E allora, mi sono detta, ci vuole un altro libro. Ma stavolta un libro che venga letto da molte molte più persone. Un romanzo d’amore.

Ed è così che è nato Black Swan-Cuori nella tempesta.
Sì, una storia d’amore e di mare, che quindi possa attrarre un numero maggiore di lettori, e che contenga all’interno anche la storia toccante di un cagnolino, per far riflettere anche tutti coloro che di regola non leggerebbero libri sugli animali. Infatti la figura di Bubu, il cagnolino per cui mi sono ispirata a Paco, gioca un ruolo determinante in tutta la storia e, nel suo umile eroismo, fa comprendere quanto sia grande l’abnegazione dei cani nei nostri confronti e quanto un cane possa essere importante per un bambino.

Per un bambino difficile com’è la piccola Silvia, tra l’altro.
Sì, infatti, prima ancora di salvarle addirittura la vita, Bubu aiuta Silvia a vincere l’isolamento in cui il suo handicap l’ha confinata, a farla sentire importante, la più importante del mondo, e farle riconquistare la voglia e la capacità di stare con gli altri bambini.

Che sono poi i principi della pet-therapy. Solo che lei in Black Swan ne parla con grande semplicità, senza far ricorso ai paroloni degli psicologi e di certo questo rende più efficace il discorso.
Ecco, è proprio questo il mio intento: far passare concetti importanti, come la disabilità, la pet-therapy, il rispetto per gli animali, immergendoli in una storia, in modo che chi la legge sentendosene coinvolto ci rifletta anche sopra.

E difatti i risultati le danno ragione. Black Swan piace e sta avendo grande successo proprio per questo suo riuscito mix di sentimenti, azione e valori su cui riflettere. I commenti dei lettori sottolineano proprio questi aspetti.
Sì, è vero. Ho la fortuna di poter leggere sulla “Posta di Paco” del nostro sito, oltre che sulle lettere e le e-mail che ricevo, il parere dei lettori e mi sento incoraggiata a continuare in questo senso.

Ma, c’è un ma…
Un piccolo ma: che mentre in libreria il libro è andato fortissimo, e ha avvicinato al Fondo Amici di Paco tante tante persone non animaliste, che ora però hanno deciso di aiutarci, gli “amici di Paco” hanno risposto in modo un po’ tiepido. Alcuni si sono quasi offesi perché non ho scritto un’altra storia di animali, altri non hanno compreso fino in fondo le nuove opportunità che un libro di questo genere ci apre per farci conoscere, trovare nuovi sostenitori e, in ogni caso, far riflettere tante persone in più.

Che cosa auspica, quindi?
Che, per eguagliare il successo in libreria, anche tutte le migliaia di “amici di Paco” che negli anni hanno acquistato “Paco, il Re della strada” e “Paco. Diario di un cane felice” ora comprino Black Swan e lo regalino a quante più persone possibile.

Posso fare un appello?
Certo, lo faccia.

Un appello, quindi a tutti gli “amici di Paco” che non l’hanno ancora fatto: comprate e soprattutto regalate Black Swan. Oltre ad aiutare tanti cani e gatti abbandonati, grazie alla toccante storia del cagnolino Bubu e di Silvia, aiuterete tante persone in più, quelle che “finora non ci avevano mai pensato” a capire che un cane è davvero “il miglior amico dell’uomo”.

Paola Cerini (intervista tratta da “Amici di Paco” n° 26 – dicembre 2003)