I nostri migliori amici

Una "grande" passione

Ciao Diana, ho appena finito di leggere “Boris Professione angelo custode”.
Non conoscevo la razza essendo sempre stata una innamorata cronica del meticcio “D.O.C.” ed avendo sempre avuto la propensione a scegliere come compagno di vita il meno desiderato, il più bisognoso ecc.
Leggendo è stato inevitabile innamorarsi di Boris e delle doti sia caratteriali che fisiche di questa razza splendida che descrivi in modo unico (anch’io ho un debole per i cani GRANDI pur non avendone mai avuto uno, purtroppo). Volevo chiederti se un cane così soffrirebbe in appartamento. Io vivo a Roma in un appartamento di 95 mq con un balcone “comodo”. Ho sotto casa un parco e a 5 minuti a piedi la splendida ed enorme Villa Ada.
Pensi che potrei anch’io realizzare il mio sogno di un cane GRANDE? 🙂
Grazie mille in anticipo

Giulia

(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)

Cara Giulia, io non sono mai stata "razzista" in fatto di cani, nel senso che di razza o no li amo tutti. E non mi scandalizzo se qualcuno invece di adottare un trovatello decide che vuole accogliere in famiglia un cane di una razza particolare. Credo che ognuno di noi abbia in mente e nel cuore il proprio "tipo" ideale di cane. Per me quell’ideale è il Leonberger, e lo è per tutti quelli che, scoperta questa razza meravigliosa, se ne innamorano.
E infatti dopo la scomparsa del mio Boris non ho potuto rinunciare alla compagnia di un altro Leonberger. E quando il destino ha voluto che Joy nascesse con una grave malformazione all’esofago sono stata ancora più felice di averlo con me per aiutarlo a crescere felice.
L’importante è essere consapevoli che, quando si instaura un legame con un cane, è per la vita.
Riguardo alla tua domanda, non è mai facile dare consigli non conoscendosi personalmente. Quindi cercherò di essere obiettiva.
Il Leonberger è, come tutti i cani giganti, un cane impegnativo. Ma, come dico sempre, è un cane che "dove lo metti sta". Ha uno spirito d’adattamento incredibile. Quello che conta, per lui, è avere un contatto il più possibile continuo con il suo umano. Noi dobbiamo vivere a tiro del loro amorevole sguardo, per farli stare tranquilli. Certo, poi dipende da come li tiri su. C’è chi li fa vivere solo fuori e non consente loro di accedere in casa. E loro, adattabili come sono, si adattano, e non per questo sono meno felici.
Io però ho bisogno di vedermelo sempre intorno, quel bel muso dolce e partecipe. Ecco, il Leonberger è un cane che ama partecipare alla vita familiare e sa ritagliarsi un ruolo preciso. Boris era un angelo protettore, Joy è un infermierino, che appena qualcuno di casa (umano o animale) sta male si precipita ad accudirlo con delicatezza e sensibilità.
Ti dirò che io, che dopo Boris mi ero imposta di creare con Joy un legame meno esclusivo, meno "colloso", non ci sono riuscita. Joy è, se possibile, ancora più dianadipendente di com’era Boris. E’ un cane che sembra nutrirsi della mia presenza. So che non è giusto, soprattutto per il suo bene. Ma ti assicuro che è successo un po’ alla volta, senza che me ne rendessi conto. Di certo a creare questo legame così forte hanno contribuito i primi tempi in cui Joy, a causa della sua patologia, aveva un bisogno continuo di assistenza. O comunque ero io ad aver bisogno di stargli sempre vicino per rassicurarmi delle sue condizioni.
Dove credi che sia Joy, in questo momento? Sdraiato davanti alla porta del mio studio (due minuti fa era sdraiato a fianco della mia scrivania e appoggianndosi col suo sederone me l’ha spostata di una ventina di centimetri). Eppure di spazio ne ha da stancarsi, fuori. Ma finché io non scendo con lui e con Tommi (che a sua volta è sdraiato sotto i miei piedi) loro staranno qui. Là fuori non c’è nulla di interessante, se io sono in casa.
Con questo non vuol dire che un Leonberger non abbia bisogno di spazio. Soprattutto quando è cucciolo deve poter correre per sfogare la sua esuberanza e farsi tanti bei muscoli per rinforzare le sue zampone.
Il Leonberger è un cane che ti assorbe, ti fagocita, che vive in simbiosi con te, e sta a te decidere se sei in grado di accettare tutta questa sua carica di affetto e il suo bisogno di manifestarlo così continuativamente. Ma, ti assicuro, se lo accetti è bellissimo.
Però prima devi porti parecchie domande: hai tempo di portarlo fuori almeno due volte al giorno, col bello e col brutto tempo? Di fargli condividere il più possibile la tua vita? Di farlo socializzare portandolo praticamente ovunque tu vada dai primissimi mesi, in modo da farlo crescere sereno ed equilibrato? Di affrontare le sue mute, durante le quali ti scarica tonnellate di pelo? E tante altre ancora.
Il consiglio che ti do è di contattare qualche allevatore e andare a fargli visita, parlandogli apertamente dei tuoi dubbi. Ne trovi un elenco sul sito www.leonbergerallevamento.it.
Se sceglierai di condividere la tua vita con un Leonberger, e te lo auguro, sarà un’esperienza bellissima.
Tienimi informata.
Un caro saluto

Diana

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