I nostri migliori amici

Tutti professori…

Gentilissima e pazientissima signora Diana,
immagino che ne avrà ormai abbastanza di lettere di veterinari e ci ho pensato su parecchio prima di aggiungere la mia ma mi sono detto: devo dirle qualcosa, non possiamo farle credere che tutti i veterinari siano “così”. Mi riferisco, e Lei l’avrà già capito, ai miei colleghi che nelle lettere che Lei anche troppo benignamente ha pubblicato l’hanno aggredita una volta con durezza e una volta con ironia, che a volte è anche peggio.
Avevo pensato di scusarmi da parte dei veterinari ma poi mi sono detto che non posso fare il portavoce di tutta la categoria. Allora Le chiedo scusa personalmente, per come l’hanno trattata con maleducazione e prosopopea.
Le assicuro che non siamo tutti così noi veterinari. Se anche i miei due colleghi hanno assunto l’aria dei professori che credono di poter insegnare e si permettono di giudicare e criticare (che vergogna… che presunzione… che modi sprezzanti…), non faccia per favore di ogni erba un fascio: non siamo tutti così.
Io, per farle un esempio, bacio i cani e i gatti che i miei pazienti mi portano, li accarezzo, li sento un po’ come miei figli. Ma chi l’ha detto che essere un bravo medico significhi mettere da parte i sentimenti e indossare uno scafandro? Ma chi l’ha detto che essere un bravo medico significhi sentirsi un gradino più su dei propri pazienti?
Io amo gli animali e ho fatto il veterinario perché sin da bambino mi sono sentito letteralmente “divorare” dalla passione per gli animali… persino i ragni, si figuri un po’.
E se non avessi fatto il veterinario ora sarei come minimo un “gattaro” o un “cagnaro”, una di quelle persone magnifiche che votano tutta la propria vita a raccogliere e salvare gli animali dalla strada.
Persone magnifiche come Lei, che anche se non raccoglie gli animali dalla strada, sta dedicando tanta della sua vita a salvarne e soprattutto a donare un futuro più certo a tanti animali, aprendo la strada alla tolleranza, alla comprensione, al rispetto.
Volevo dirglielo e mi scusi se le ho portato via un po’ di tempo. Ma volevo che Lei sapesse che anche tra i veterinari c’è qualcuno che la stima e apprezza ciò che sta facendo.
Con sincera stima
Giuseppe R.

Gent.mo dottore, no, non sono stanca di lettere di veterinari, anche perché negli anni ne ho ricevute tante che esprimevano apprezzamento per quanto, grazie al Fondo Amici di Paco, posso fare per gli animali che, come Lei, amo tanto.
Solo che prima non avevo un mio sito e non le pubblicavo. Però… potrei sempre andarle a recuperare.
No, non lo faccio, non ho bisogno di questa forma di rivalsa verso due senz’altro ottimi professionisti che, una in modo eccessivamente duro, l’altro in modo più “tenero”, ma grondante scherno, hanno semplicemente espresso un loro modo di pensare. Le dirò che mi ha urtato di più la lettera (anche se confezionata in modo ingannevolmente gentile) del veterinario. Quell’affermare “io leggo con molta attenzione la Sua rivista che mi viene recapitata in ambulatorio, per cercare di capire il punto di vista di coloro (Lei compresa) che io definisco "emotivi", cioè di coloro che non riescono a vivere con il necessario distacco la Vita” era già sufficiente per non prendere in esame l’opinione di uno che si erge a giudice e si permette, appunto, di giudicare il modo di vivere degli altri.
In ogni caso credo di aver dedicato anche troppo tempo a quel simpatico veterinario, e non sarà di certo la sua letterina a farmi cambiare modo di vivere o pensare.
Non perché mi reputi infallibile: in vita mia ho cambiato pensiero e comportamento più volte, ed è successo ogni volta che ho avuto un confronto costruttivo con qualcuno che mi ha insegnato o mostrato un modo di fare o pensare che mi è parso migliore rispetto al mio. Ma non è questo il caso.
Per quanto invece riguarda la Sua gentilissima lettera, La ringrazio sinceramente, anche se ritengo assolutamente non dovute le scuse, e ne approfitto per esprimere tutta la mia stima e la mia gratitudine a quei veterinari (la stragrande maggioranza, ne sono certa) che con amore e sacrificio e, aggiungo, umiltà, operano ogni giorno per la salute dei loro pazienti. Sono certa che ne facciano parte anche la dottoressa Valentina e il dottor Luca, anche se non, forse, per quanto riguarda l’umiltà.
Cordialmente

Diana Lanciotti

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