I nostri migliori amici

Rottweiler al centro del mirino

Cara Diana Lanciotti,
è difficile mantenere la posizione contro la criminalizzazione delle razze dei cani pericolosi dopo l’onda emotiva che ha sconvolto tutti per la morte innocente della piccola Alessia.
Mi creda, DAVVERO TUTTI, e forse noi proprietari responsabili di “cani assassini” un filo più di chi non ha come compagno di vita uno di questi animali. Sono rimasta sconvolta e profondamente addolorata per la morte della piccola.
D’altra parte mi fa molto male sentire prese di posizione come quelle sentite in questi ultimi giorni da alcuni conduttori televisivi (per es. il Sig. Luca Giurato, la Sig.ra Licia Colò), che pur rispetto, ma che non posso condividere per il mio impegno come proprietaria RESPONSABILE, per il ben-essere del mio cane e di tutti quei cani considerati pericolosi e degni di essere abbattuti per legge.
Mi spiace che l’opinione pubblica ci veda come esaltati animalisti, persone per cui la vita del loro cane vale di più di quella di un cucciolo d’uomo.
Troppo semplicistica e crudele anche se di innegabile effetto questa affermazione!!!
Sono giunta al “pericoloso rottweiler” dopo 4 cani, mi sono documentata, letto pubblicazioni specialistiche, parlato con persone degne di fiducia che avevano questa razza, rivolta ad una allevatrice di fama internazionale che mi ha voluto vedere e parlare diverse volte prima di affidarmi un suo cane. Cane che, mi ha consigliato lei, anche riguardo al sesso, ricordo ancora le sue parole “Anche se hai già esperienza come primo cane di questa razza un maschio non te lo cedo”. Così, dopo 4 maschi, sono arrivata a casa con una bella femmina, ho fatto un corso di educazione e di socializzazione, (badi bene NON di difesa). Ho impiegato, tempo, energie e denaro. Ma il risultato è un cane equilibrato, sotto controllo con cui ho uno splendido rapporto, socievole con tutti: anziani, bambini e altri cani.
Queste razze non sono per tutti, è come dare in mano una Ferrari ad una persona che è appena scesa dal triciclo.
Occorre preparazione, responsabilità, passione e tanto impegno.
Il cane deve vivere in famiglia, non confinato in giardino a fare la guardia tutto il giorno. Queste son cose che qualsiasi serio etologo, veterinario comportamentista le potrà confermarvi meglio della sottoscritta.
Io vivo CON il mio cane, non mi separo neanche per le ferie, in questi sei anni di convivenza siamo andati ovunque (traghetti, funivie) e spesso ci hanno fatto i complimenti (ho persino una lettera di un gestore di un agriturismo, che all’inizio erano un po’ perplesso nell’ospitarci per via della “cattiva fama”, che ci ringrazia per l’educato soggiorno e ci invita a ritornare!) Abbiamo sempre pensato che con l’ESEMPIO si possono cambiare le cose, ma ora diventa sempre più difficile in questo clima esasperato.
Prendiamo l’attuale ordinanza Turco: l’uso contestuale di guinzaglio e museruola non solo non serve (il 75% delle aggressioni avviene in casa o comunque in proprietà private a causa di una cattiva gestione del rapporto uomo/cane), ma è deleterio: impedisce al cane una corretta socializzazione, impedisce al cane di ventilare correttamente (ce lo vede lei un rottweiler brachicefalo con pelo nero nella calura estiva con la museruola? Vuol dire fargli rischiare un colpo di calore!), come misura di sicurezza il guinzaglio è più che sufficiente (ricordo che tutte le aggressioni sono avvenute con cani liberi e totalmente fuori controllo del proprietario).
Ora con l’attuale ordinanza io non posso neanche più portare il mio cane nell’area di sgambamento proprio perché inserito nella famigerata lista. Per fortuna ho un piccolo giardino e ho un’altra cagnolina “non pericolosa” con cui può giocare, socializzare coi suoi simili, non dimenticare i “segnali calmanti” che sono importantissimi per il linguaggio canino e sfogarsi per il suo equilibrio psico-fisico, ma chi non ha questa fortuna?
Un’altra cosa: come fanno coloro che hanno dei cuccioli di queste “temibili razze” a fornirgli una corretta educazione e socializzazione in queste condizioni di divieti e di terrore??? Lo sa che addirittura ci sono circoli cinofili che in base a questa ordinanza non accettano cuccioli di razze pericolose?
Ad esempio ho contattato il mio Comune che sta per organizzare un corso “cane buon cittadino” con relativo rilascio di attestato (iniziativa lodevolissima, ma che grazie alla suddetta ordinanza per me e il mio cane è interdetta!!!) È un CONTROSENSO. Praticamente SI È PEGGIORATA LA SITUAZIONE. Così sì che questi cani rischiano di diventare di difficile e complicata gestione, ma non era proprio quello che si vorrebbe evitare?
Inoltre non dimentichiamo che altre aggressioni sono avvenute, come quella recente del cane corso che ha azzannato una bambina sempre all’interno della sua proprietà e ultima quella dell’altro ieri del dogue de bordeaux, che mi permetto di sottolineare non sono cani inseriti nella attuale lista Turco (contrariamente a quanto affermato dal TG1 di ieri delle 13.30!).
Questo per cercare di far comprendere che il nocciolo della questione è il RAPPORTO UOMO/CANE, la RESPONSABILITA’ DEL PROPRIETARIO non un problema di razza!!!
Sono cinque anni che andiamo avanti ad ordinanze… Con razze che entrano ed escono dalla lista. A quando un progetto di legge serio, magari con bel patentino da prendere?
Non importa se caleranno le vendite e le iscrizioni all’ENCI (non dimentichiamo che ci sono anche interessi economici e politici di fronte a certe scelte o non-scelte). Bene, se rimarremo in solo 1000 possessori di “razze pericolose” in Italia vorrà dire che quei 1000 saranno gestiti da proprietari che hanno voglia di impegnarsi e che avranno cani ben educati, sotto controllo, gestibilissimi ed equilibrati. I proprietari irresponsabili, superficiali, quelli che godono nell’avere il cane da guerra e ringhioso perchè fa figura, mi auguro -invece- per il bene dell’intera comunità e dei loro sfortunati cani che si dedichino ai canarini (in verità neanche a quelli con buona pace della LIPU)
Non dimentichiamo che ci sono “cani pericolosi” come pitbull e rott che fanno pet therapy, incredibile, vero? Che sono impegnati nella protezione civile, anche in Italia. Come lo spieghiamo questo? Nel frattempo, però, quando esco con il mio cane raccolgo quando va bene occhiatacce, sempre più spesso insulti.
La gente è terrorizzata!
Ho tentato nel mio piccolo di prendere contatto con alcuni deputati, un paio mi hanno lodevolmente risposto, ma è poca cosa quando i mass media remano contro e l’opinione pubblica non viene correttamente informata.
Ci sono giorni in cui mi sento sempre più clandestina in questo mondo di uomini
Ci sono persone, situazioni che mi hanno deluso e ferito spesso, ma quando guardo negli occhi i miei cani trovo il coraggio di credere ancora nell’AMORE, nel RISPETTO, nella FIDUCIA.
Occorre trovare la forza di far valere la propria posizione per mezzo della RAGIONEVOLEZZA, della PERSUASUONE, dell’ESEMPIO.
E’ una lunga battaglia, una battaglia oserei dire culturale, occorreranno anni per vincerla. Forse la mia vita non basterà e nemmeno quella dei miei cani, ma assieme a persone come Lei, in cerca di VERITA’ E SOLUZIONI PER IL BENE DI TUTTI (uomini e cani) speriamo di potercela fare e di poter vivere in un mondo dove non ci siano “lupi cattivi” da confinare e abbattere e dove i bambini possano crescere e giocare senza timore con i loro cani, sotto l’occhio vigile dei loro proprietari/genitori.
Mi perdoni per la lunghezza della e-mail.
La ringrazio di cuore se è riuscita a leggere sin qui.
Un leccotto dalla mia Zhora per quanto ha fatto sinora e potrà fare.
Alessandra

Gent.ma Alessandra, La ringrazio per la Sua testimonianza.
Mi rincresce però dover osservare che, tra i “possessori” di Rott o razze “potenzialmente pericolose” non sono mai abbastanza quelli che, come Lei con la Sua Zhora, hanno a cuore l’educazione dei loro cani. Educazione intesa come insegnamento a stare in società, a non considerare gli altri delle prede e il proprio padrone e la propria proprietà beni da proteggere con ferocia contro tutto e tutti.
Sono in tanti, Le dirò, che in questo periodo mi pongono la domanda: “Ma con tutti i cani che ci sono, c’è proprio bisogno di queste razze?” E le dirò che faccio fatica a rispondere.
Visto come stanno andando le cose, auspico che la moda del cane dall’aspetto (se non vogliamo parlare di indole…) aggressivo passi al più presto, sennò prevedo che saranno tutti i cani a fare le spese di certi comportamenti irresponsabili.
Chi detiene cani che diventano mostri non ama gli animali, ma solo il proprio smisurato ego.
Io convivo con un cane di razza gigante, un dolcissimo Leonberger (è già il secondo che entra nella mia vita, grazie alla dolcezza infinita, alla generosità e alla grande sensibilità d’animo proprie di questa splendida razza). L’ho allevato in mezzo alle persone e agli altri cani, e sono fiera della sua docilità e del suo equilibrio, ma non vorrei mai che un giorno qualcuno volesse fare di ogni erba un fascio e rendesse impossibile la vita a chi ha deciso di condividere la propria vita con cani di grossa mole, anche se di indole pacifica. Per colpa di chi “usa” i cani come armi.
Non dico, come dicevano anni fa alcuni, che dobbiamo sopprimere i cani di certe razze, ma dico che dobbiamo dare un deciso stop alla diffusione e alla commercializzazione delle stesse, rendendone più difficile il possesso, in modo che non vadano in mano a chi, purtroppo, ne farà poi “cattivo uso”. Nella società di oggi le caratteristiche principali di un cane devono essere l’equilibrio, la socievolezza, la capacità di affrontare ogni situazione con calma e sicurezza, senza aggressività. Se vogliamo far accettare e amare i cani da tutti, evitiamo di ingenerare paure andandocene in giro con cani incontrollabili, diventati così perché così li abbiamo fatti diventare.
E poi, vogliamo dire qualcosa sulla scelta dei nomi che vengono dati in genere a questi cani? Quasi sempre nomi “impressionanti”! Uno dei due cani di Rivara si chiamava Diablo… tutto un programma. Anch’io, lo ammetto, anni fa diedi a un mio Pastore Tedesco il nome Diablo. E, guarda caso, è stato il cane meno “malleabile” che ho avuto, che ci ha dato anche qualche problema. Ma ero una ragazzina, e crescendo ho imparato che se vuoi fare del tuo cane un cane buono e un buon cane, devi iniziare dal nome. Da allora i miei cani si sono chiamati Paco, Boris, e ora Joy e Tommi. Nomi simpatici, dal suono dolce, che rispecchiano ciò che voglio dai miei cani. Compagnia, amicizia, dolcezza e simpatia. Nei miei riguardi e nei riguardi del resto del mondo.
Infine, mi piacerebbe che qualcuno facesse un sondaggio tra i “possessori” di queste razze, per scoprire qual è il vero movente della loro scelta, qual è la molla che fa scattare questa “passione”. Credo che ne vedremmo delle belle.
Cordialmente

Diana Lanciotti

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