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“Lasciamoli vivere”: la campagna del Fondo Amici di Paco contro la strage pasquale di agnelli e capretti

Anche quest’anno il Fondo Amici di Paco lancia le campagne “Buona Pasqua anche a loro” e “Lasciamoli vivere”, un manifesto/appello rivolto soprattutto alle mamme per far presa sul loro senso materno e farle riflettere sulla crudeltà di strappare alle loro mamme tanti cuccioli inermi per cibarsene in nome di un’usanza ormai superata.

«Sabato mi sono regalata una gita in campagna, immergendomi nell’ambiente rilassante e di una dolcezza struggente dell’Anglona, che in questa stagione è verdissima. C’erano numerose greggi al pascolo e mi sono fermata a osservare i giochi degli agnellini, le corse e i salti. Le pecore adulte, appena mi vedevano avvicinarmi, serravano i ranghi intorno ai piccolini, mentre i cani da pastore accorrevano per capire le mie intenzioni… e farmi capire le loro. Poi, appena capivano che le mie erano assolutamente pacifiche, le pecore si tranquillizzavano e riprendevano a brucare, mentre i cani si rilassavano, pur rimanendo vigili. Ho scattato un po’ di foto, cogliendo attimi di infinita tenerezza. Il senso di serenità che ho provato è indescrivibile. Mancavano due settimane a Pasqua… Sono venuta via sapendo che, passando di nuovo di lì tra qualche giorno, non avrei più rivisto quei piccoli. E il senso di serenità si è trasformato in angoscia. A casa ho scaricato le foto e ho rivissuto quei momenti di struggente tenerezza tra mamme e figli… e ho pensato alle mamme umane. Così ho deciso di rivolgermi direttamente a loro, come responsabili degli acquisti e della cucina, per farle riflettere mostrando loro momenti di intimità tra mamma pecora e figlio agnellino, momenti non tanto diversi da quelli che ogni mamma umana vive con i propri bambini. Da tempo sono convinta che se i bambini, e anche le mamme che fanno la spesa e poi cucinano, facessero il collegamento tra gli animali vivi e quel trancio di carne che finisce in pentola forse… forse cambierebbero abitudini alimentari. Sì, perché alla fin fine si tratta di pure e semplici abitudini, unite spesso alla mancanza di approfondimento, di fantasia e di voglia di trovare delle alternative.»
Così, nella primavera del 2016, Diana Lanciotti, giornalista, scrittrice e appassionata fotografa, raccontava la sua gita in Anglona, nel nord Sardegna, e l’incontro con le greggi al pascolo. «Ho fatto diverse foto, senza preoccuparmi dell’inquadratura e della luce. Diversamente dal solito, non pensavo che le avrei utilizzate. Poi, quando le ho scaricate sul computer e ho visto le espressioni degli agnellini e delle loro mamme, ho capito che anche questa volta, attraverso le mie foto, avrei potuto trasmettere le mie emozioni a chi, non avendo la mia fortuna di potersi inoltrare in un contesto agreste, non immagina la tenerezza delle mamme pecore verso i loro piccoli.»

Che è più o meno ciò che Diana fa quando va nei rifugi e fotografa i cani e i gatti salvati dall’abbandono, e attraverso i loro ritratti riesce a trasmettere la commozione e la necessità di fare qualcosa contro ogni tipo di crudeltà nei confronti degli animali. È nata così, da una gita e un servizio fotografico non programmati, l’idea del manifesto “LASCIAMOLI VIVERE… meglio vivi che nel nostro piatto”, ideato dalla stessa Diana che, con l’agenzia Errico&Lanciotti di cui è contitolare e direttore creativo, cura gratuitamente tutta la comunicazione del Fondo Amici di Paco.

«Io per fortuna non li ho sentiti», racconta Diana, «ma mi hanno descritto i pianti disperati degli agnellini e dei capretti strappati alle loro mamme, e i lamenti strazianti delle pecore e delle capre a cui sono stati portati via i propri figli. Esattamente la stessa sofferenza che una madre umana proverebbe se le sottraessero i propri figli.
«Dopo due anni di pandemia e ora con una guerra in corso, non so quanti avranno voglia di fare festa. Però a tutte le persone che dicono “Io per Pasqua all’agnello non rinuncio” vorrei far capire che non rinunciare a un agnellino significa rinunciare a una parte della propria umanità. Una vita in cambio di qualche minuto di soddisfazione a tavola: è una sproporzione assurda. Accettabile solo per chi non si chiede se, per “abbellire” di sapori la nostra vita, abbiamo il diritto di spegnere le vite altrui. Forse qualcuno penserà che sono altri i problemi, in questo momento. Ma il dolore per l’umanità piagata dal virus e dalle guerre, tutte le guerre, non è una scusa per dimenticare le sofferenze che l’uomo, per abitudine ed egoismo, infligge agli altri esseri viventi. Ormai più nessuno nega che gli animali provino sentimenti e possano gioire o soffrire. Eppure, proprio per Pasqua si arriva a dimenticarsene, se non a negarlo, nel nome di un’usanza che aveva un senso finché non esistevano alternative alla carne, finché gli animali erano considerati “risorse” a cui attingere per soddisfare i nostri bisogni.
«Oggi la sensibilità e il rispetto verso gli animali sono valori ampiamente diffusi, ma a Pasqua si è disposti ad accantonarli in nome di una tradizione crudele e anacronistica, ancora in uso nonostante il trascorrere del tempo e il livello di istruzione raggiunto. Mai nessuno ha stabilito che per onorare il Signore si debbano cuocere in forno o rosolare in padella le carni INNOCENTI di agnellini e capretti. Così come mai nessuno può pensare che sia nostro diritto uccidere animali in genere per cibarcene.
«Ha senso, oggi, far nascere degli animali per sacrificarli all’altare non più della religione, ma dell’ingordigia o della pigrizia mentale? Perché spesso è di questo che si tratta: non sforzarsi a trovare un modo diverso di cibarsi. Spesso chi scopre che non mangio carne né pesce mi chiede: “Ma allora che cosa mangi? Che cosa si può cucinare senza la carne? I miei bambini la vogliono almeno una volta al giorno.” In realtà alternative ce ne sono, da stancarsi. Basterebbe riflettere e impegnarsi solo un po’ per modificare le nostre abitudini alimentari, senza rimetterci in salute ma, anzi, migliorandola, come ha insegnato il professor Veronesi, vegetariano per ragioni morali e salutistiche.  E ai bambini si insegnerebbe il sacro valore della vita. Ci sono aspetti etici, ambientali e sociali sui quali la scelta di non mangiare carne inciderebbe positivamente: maggior rispetto per la vita sotto qualsiasi forma, minori inquinamento e deforestazione causati dagli allevamenti intensivi, maggior disponibilità di cereali per l’alimentazione umana, perciò maggiore possibilità di sfamare le popolazioni più povere, eccetera. Purtroppo sono argomenti che ai politici non interessano, e men che meno al mondo dell’informazione, in buona parte foraggiato proprio dalle industrie della produzione o della trasformazione della carne.
«È arrivato il momento di porsi delle domande, mettere da parte le leggi del mercato che stritolano la salute, l’economia e la libertà dei cittadini, rivedere tante abitudini ed essere più rispettosi della vita, nostra e di tutte le altre creature Invece di mostrare in tv tante improbabili famigliole felici a tavola davanti al cadavere di un pollo, o fettine di crudo sistemate come un fiore, bisognerebbe insegnare ai bambini a collegare il pezzo di carne che hanno nel piatto con l’animale dal quale proviene. Se gli si facesse scoprire la sofferenza che c’è dietro l’apparenza dorata, li si aiuterebbe a fare delle scelte più consapevoli. Invece mai nessuno li spinge a questa riflessione ma, anzi, si perpetua l’ipocrisia di tante campagne pubblicitarie che vogliono far credere che portare in tavola carne e salumi sia un momento di festa, anziché un atto di violenza, fisica verso gli animali e psicologica verso i consumatori.
«Dobbiamo impegnarci a diffondere il rispetto e la comprensione tra uomini e animali, e ricreare il rapporto uomo/animali, dove l’uomo sia responsabile nei confronti delle altre creature. Con la campagna “Lasciamoli vivere” cerchiamo, anche quest’anno, di dare il nostro contributo alla riflessione sul rispetto e il valore della vita. Tutta, non solo la nostra. Perché, se da questo tremendo periodo della storia dell’umanità usciremo uguali a come siamo entrati, sarà servito solo a far arricchire quelli che speculano sulle tragedie, sulle malattie, sulle guerre.»

Il manifesto alla vita ideato da Diana Lanciotti mostra immagini tenere di agnellini stretti alle loro mamme e ipotizza un dialogo tra di loro sul tema della Pasqua, che culmina con una provocazione: “Hanno una mamma anche loro… Pensa se a Pasqua ti portassero via i tuoi figli per…” Senza ricorrere a immagini o linguaggi cruenti, anche questa campagna, come tutte le campagne e i libri di Diana Lanciotti, è destinata a far riflettere senza pugni nello stomaco, secondo la filosofia di Diana e del Fondo Amici di Paco: “persuadere con dolcezza”.
Sul tema delle scelte alimentari Diana ha scritto il libro La vendetta dei broccoli (Paco Editore – www.lavendettadeibroccoli.it), un “giallo vegetariano” ad alta tensione che ha riscosso un successo straordinario tra vegetariani e non, e favorito una riflessione profonda ma anche decisivi cambiamenti delle abitudini alimentari.

Le locandine “Lasciamoli vivere” e “Buona Pasqua anche a loro” sono al centro della rivista Amici di Paco n° 77 che viene inviata ai sostenitori del Fondo Amici di Paco o possono essere richieste in formato pdf: tel. 030 9900732, paco@amicidipaco.it, www.amicidipaco.it.

Diana Lanciotti, pubblicitaria, giornalista e fondatrice del Fondo Amici di Paco, è nota per i suoi libri sugli animali. Per chi ama i gatti: C’è sempre un gatto-Dodici (g)atti unici con finale a sorpresa e La gatta che venne dal bosco, storia piena di ironia, emozione e magia. Gli amanti dei cani la conoscono per la quadrilogia di Paco: Paco, il Re della strada, Paco. Diario di un cane felice, In viaggio con Paco e Paco, il simpatico ragazzo, bestseller che hanno per protagonista Paco, il trovatello testimonial del Fondo Amici di Paco. Grazie ai libri fotografici I miei musi ispiratori e Occhi sbarrati si è fatta apprezzare anche come fotografa. In Mamma storna ha narrato la storia vera di un piccolo storno caduto dal nido. Boris, professione angelo custode è stato definito “la più toccante testimonianza d’amore per i cani”. Unendo i temi a lei cari, amore, mare, animali, ha scritto Black Swan-Cuori nella tempesta, White Shark-Il senso del mare, Red Devil-Rotte di collisione e Silver Moon-Lo stregone del mare, romanzi d’amore e di mare con i quali ha inaugurato il filone del “romanticismo d’azione”. Con La vendetta dei broccoli, “giallo vegetariano” di grande successo, ha aperto un importante dibattito sulle scelte alimentari. L’esperta dei cani, I cani non hanno colpe e Ogni gatto è un’isola sono dedicati al tema della comprensione dei nostri animali, al quale si dedica dal 2008 sulla rivista Amici di Paco. In Cara Diana ti scrivo ha raccolto 22 anni di corrispondenza con gli “amici di Paco” ma non solo. Antivirus. Emergere dall’emergenza, Guariremo solo se… e Libera mente si occupano di tematiche politiche e sociali, con un approccio “fuori dal coro” Titolare dell’agenzia Errico & Lanciotti, che firma gratuitamente tutta la comunicazione del Fondo Amici di Paco, è direttore responsabile della rivista Amici di Paco e direttore editoriale di Paco Editore. Vive in Sardegna e sul lago di Garda con il marito, quattro gatti e due cani. Il suo sito è www.dianalanciotti.it.

Il Fondo Amici di Paco, fondato nel 1997 da Diana Lanciotti con il marito Gianni Errico in seguito all’adozione di Paco al canile, è una delle associazioni no-profit più attive a livello nazionale, sia sotto l’aspetto degli aiuti concreti ai rifugi che quello della sensibilizzazione. Sin dalla nascita, ha portato all’attenzione di istituzioni, media e cittadini le problematiche dei cani e dei gatti abbandonati rendendo noto il fenomeno del randagismo, un tempo ignorato.
Grazie a numerose campagne di sensibilizzazione (come quella di Natale: “Non siamo giocattoli, non regalarci a Natale”, o quella estiva: “Non abbandonare il tuo cane. Lui non ti abbandonerebbe mai”, o quella di Pasqua “Buona Pasqua anche a loro”, tutte realizzate gratuitamente dall’agenzia Errico & Lanciotti), ha saputo aprire la strada a una nuova coscienza nei riguardi degli animali e favorito la nascita di molte altre associazioni impegnate a difenderli, tanto che occuparsi dei diritti e del benessere degli animali è diventato un impegno diffuso e riconosciuto da tanti. In nome e nel ricordo di Paco, scomparso nel 2006, il Fondo Amici di Paco prosegue le sue attività sia nella direzione della sensibilizzazione che degli aiuti concreti ai rifugi che accolgono i cani e i gatti abbandonati. Non avendo spese di gestione (di cui si fanno carico i due fondatori), l’associazione può devolvere l’intero ricavato delle somme raccolte grazie alla generosità dei suoi sostenitori che da tutta Italia appoggiano le iniziative a favore degli animali più bisognosi.

Per informazioni, acquisti e donazioni:
Fondo Amici di Paco tel. 030 9900732, paco@amicidipaco.it, www.amicidipaco.it
Per devolvere il 5×1000 al Fondo Amici di Paco per aiutare tanti animali in difficoltà il codice fiscale da indicare è: 01941540989

Per info, contatti per interviste, richiesta libri o immagini:

Simona Rocchi
ufficio stampa Fondo Amici di Paco e Paco Editore
simona@amicidipaco.it

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FONDO AMICI DI PACO
Associazione nazionale per la tutela degli animali
Organizzazione di Volontariato – ODV
Tel. +39 030 9900732 Fax +39 030 5109170
paco@amicidipaco.it
www.amicidipaco.it

Devolvi il 5×1000 al Fondo Amici di Paco per aiutare tanti animali in difficoltà.
Il codice fiscale da indicare è: 01941540989.
Per informazioni: www.amicidipaco.it
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Grazie per la tua solidarietà.

 

 

Un commento

  • Simona Panceri

    Tanta pace dovrebbe portare la Pasqua e per ciò bisogna ammazzare il figlio della pecora ? Non ha senso. È una tradizione crudele e non in linea con la pace e l’amore

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