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Dal 10 gennaio Sardegna, Sicilia e isole minori sotto sequestro governativo

Dal 10 gennaio entrerà in vigore il Decreto-legge 29 dicembre 2021, n. 229 che introduce misure “urgenti” di contenimento quando ormai le festività sono passate e dimenticate, quando il pericolo di assembramento e ritrovo tra le persone e perciò di contagio è decisamente più basso. Ma, soprattutto, quando è più basso il pericolo di sollevamento popolare a fronte di restrizioni che hanno un fondamento solo politico e non sanitario. Insomma, ci hanno lasciato fare le feste, spendere e spandere, diventare tutti “più buoni” sotto il brillìo delle luci dell’albero di Natale, magari allietati dalla canzoncina Sìsìvax del Trio Los Vaccinos Serial… e poi ecco la stangata. Quando si dice chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati.
Del resto i nostri politici e tutta la pletora di tecnici e consulenti che ammorbano l’apparato statale, questa marea di sanguisughe che noi manteniamo (quando si dice cornuti e mazziati…), ci hanno abituati a prendere (loro) decisioni fuori tempo massimo, quando ormai la frittata è fatta. Come quando, a inizio pandemia, sono stati alla finestra a guardare i contagi diffondersi a macchia d’olio, mentre dicevano che non c’erano rischi, che dovevamo uscire a prendere l’aperitivo e ingozzarci d’involtini primavera e abbracciare un Cinese due o tre volte al dì. L’unica prescrizione “medica”, oltre al paracetamolo e vigile attesa, che sono stati capaci di suggerire, almeno fino all’arrivo del salvifico siero magico, il primo “vaccino” della storia scoperto, testato e prodotto a una velocità che neanche Speedy Gonzales.
Loro hanno preso queste decisioni, o non decisioni, e noi abbiamo dovuto subirle, vedendoci ridurre passo dopo passo le libertà, persino quella di dissentire, persino quella di dubitare, pena vedersi emarginare, isolare, bollare come “pericolosi e irresponsabili novax”.

Milioni di persone si sono recate ai centri vaccinali come tonni alla mattanza, con lo stesso spirito convinto e allegro di un cavallo condotto al mattatoio: pur essendo piene di dubbi circa una terapia sperimentale, hanno dovuto loro malgrado accettarla per non vedersi derubare del diritto al lavoro, allo studio e a una socialità che mantenga vivi i rapporti umani e soddisfi il bisogno insopprimibile di stare con i nostri simili.
Quei milioni di persone, non convinte ma costrette col ricatto e/o il terrore, ora sono il fiore all’occhiello di chi millanta il grande successo della campagna vaccinale, l’ennesima medaglia appuntata sul petto del persecutore dei “novax” in divisa mimetica e piuma sul cappello. Ma io ne sento tante, cariche di rabbia, di sofferenza, e credo che tutti voi abbiate occasione di sentirle, e poi magari voi stessi avete dovuto capitolare e accettare il sopruso per poter continuare a vivere. E adesso scoprono, o scoprite, che non bastano nemmeno tre inoculazioni nel giro di pochi mesi, l’equivalente di tre sberle al sistema immunitario che, poverino, se avesse voce urlerebbe: “Basta! Ho capito che c’è un virus, ma se mi lasci lavorare in santa pace ci penso io a combatterlo, come ho sempre fatto con qualsiasi altro virus. Se continui a bombardarmi con proteine spike e altre sostanze strane mi metti in confusione, mi mandi in tilt. Mi esasperi… e guarda che se m’arrabbio sono cavoli amari…”
Il nostro sistema immunitario è il nostro invisibile cane da guardia, e se lo tempestiamo di comandi contraddittori, di informazioni confuse, se gli impediamo di riposare per ricaricarsi ma lo teniamo sempre in “vigile attesa”, prima o poi crollerà e ci darà il benservito. Vabbe’ essere fedeli come un cane, ma approfittarne no…
Ma dato che purtroppo il nostro sistema immunitario è la parte di noi meno ascoltata e più ignorata, arriva questa ulteriore stretta per portare al macello altri milioni di cittadini: i “resistenti”, quelli che finora hanno avuto la forza ma anche la possibilità di resistere. Non ne deve restare uno: in questa guerra santa dei vaccinisti contro i non vaccinati non si faranno prigionieri. O convertiti o morti.

In questo caos decisionale, che non è dovuto a insipienza ma è artatamente studiato a tavolino, con il “decreto antinovax”, che va in onda (e anche qua c’è il dolo) a festività sepolte, hanno mantenuto in cartellone fiere e partite allo stadio, pur sapendo che è proprio lì che si creano gli accalcamenti.
Ma l’importante è stanare il singolo “novax” e condurlo a quello che, a ragione o no, lui considera un patibolo o comunque una grave violazione dei propri diritti.
E, in base a questo decreto partorito da menti malate o comunque bisognose di cure, i non vaccinati non potranno più salire sui mezzi pubblici. Grave, gravissimo sopruso, che però qualcuno avrà modo di aggirare usando mezzi propri o comunque privati. Ma non così sarà per i residenti sulle isole: parliamo di centinaia di migliaia di cittadini che non potranno metter piede fuori dall’isola in cui risiedono se non dotati di supegreenpass.
La perversità di questo decreto sta nel negare a milioni di cittadini italiani i diritti fondamentali garantiti dall’art. 16 della Costituzione, quali la libertà di circolazione sul territorio della Repubblica. Non potendo accedere ai mezzi pubblici i residenti nelle isole saranno di fatto esiliati, come fa osservare l’europarlamentare Francesca Donato, che ha lanciato una petizione sull’argomento*.

È chiaro che si sono incartati e hanno incartato migliaia di cittadini, praticamente sequestrandoli in nome di un “vaccino” sperimentale non obbligatorio. E poiché, appunto, il vaccino non può essere obbligatorio, anche in quanto terapia in fase sperimentale (checché ne dicano gli adepti del dio Vaccino è sperimentazione anche se condotta su milioni di persone anziché su un campione limitato), molti cittadini per motivi non ideologici ma personali e di salute hanno scelto liberamente e consapevolmente di non farlo. Altri hanno iniziato il ciclo vaccinale ma passerà del tempo per completarlo.
Molti di questi hanno necessità, anche nell’immediato, di recarsi “in continente” per motivi non solo di lavoro o familiari, ma anche e soprattutto di salute. Eppure, tra pochi giorni dalle isole italiane non si potrà viaggiare se non col lasciapassare verde. Chi deve sottoporsi a interventi, visite oncologiche o specialistiche in continente, magari già prenotati da mesi, come potrebbe ottenere il supergreenpass in breve tempo, anche qualora decidesse oggi di sottoporsi a vaccinazione? Nel frattempo non potrà curarsi e fare controlli. Per non dire di coloro che, su giudizio del loro medico curante, avrebbero diritto all’esenzione, che però viene nella maggior parte dei casi negata.
In ogni caso, impedire la libera circolazione, la continuità territoriale sancita dalla legge **, di lavorare e curarsi è un crimine. E se i presidenti delle regioni interessate da questo decreto segregazionista e discriminante non interverranno, impugnandolo, dovranno spiegare ai cittadini il perché della loro complicità a questo crimine governativo.

Non è elegante parlare della propria salute, ma stavolta faccio un’eccezione per fare un esempio pratico. Tralasciando che da bambina ebbi pesanti effetti in seguito a un vaccino (antivaiolo o antipolio non ricordo bene), in seguito a un pasticcio medico (uno dei tanti di cui sono stata vittima, seppur figlia di un grandissimo medico che suo malgrado non è riuscito a salvaguardarmi dall’incompetenza di certi suoi colleghi “specialisti”), dal 2003 sono costretta a sottopormi a regolari controlli all’IEO (Istituto Europeo di Oncologia) di Milano. Il professor Enrico Cassano, direttore di senologia, conosce perfettamente la mia situazione e ogni anno lo vedo per i necessari controlli. Ma ora che risiedo in Sardegna, il “decreto antinovax” mi impedirà di viaggiare e di poter esercitare il mio legittimo diritto di prevenzione e cura.
Basta vaccinarsi, direte voi. Purtroppo altri errori medici di cui sono stata vittima e di cui ho parlato in passato (v. https://www.dianalanciotti.it/assenze-non-volute-ma-giustificate/ e https://www.dianalanciotti.it/ritrovato-in-rete/) mi hanno praticamente massacrato il sistema immunitario, rendendolo estremamente “suscettibile” a qualunque terapia. Una dottoressa mi disse chiaramente che aveva subito non una, ma due batoste. Mio padre, che è stato il mio medico curante fino alla sua scomparsa nel 2018, dopo i vari incidenti di salute in cui sono incorsa per colpa di specialisti negligenti, per non dire di peggio, mi raccomandava di evitare… medicine e ospedali, conoscendo bene la mia sensibilità ai farmaci e l’incapacità di tanti suoi colleghi di comprenderla. (Per inciso: la negligenza dell’otorino che mi ha sottoposta all’inutile e pericoloso intervento alla gola da cui è partito il disastro è stata riconosciuta dal CTU… ma dopo 12 anni dai fatti il giudice non ha ancora emesso sentenza).
Non è finita: nel 2014, in seguito alle conseguenze del citato disastro, ho dovuto subire un intervento agli occhi e ora dovrei affrontarne un altro, che continuo a rimandare nella speranza che la situazione migliori. Per farlo mi affiderei all’oculista che mi ha già operata… solo che è in Lombardia. E dalla Sardegna come ci arrivo? A nuoto?
A detta di diversi medici avrei diritto all’esenzione. Possiedo un fascicolo sanitario, tra analisi, esami, referti, cartelle cliniche, spesso 10 centimetri: giace in un armadio e non lo tocco da tempo per non riaccendere il ricordo di 6 anni di calvario, di non vita. Non essendoci più il mio medico curante (mio padre) che certifichi la mia situazione, dovrei metterci mano per raccogliere la documentazione e sperare che qualcuno si prenda a cuore il mio caso. Ma sarebbe tempo sprecato, perché ormai le esenzioni le negano sistematicamente (hanno l’ordine di farlo, come mi hanno testimoniato diversi medici) o le danno solo al tennista numero uno al mondo, a dimostrazione che a muovere tutto è il business e non di certo la difesa della salute.
In ogni caso… che senso avrebbe chiedere l’esenzione da qualcosa che non è obbligatorio, anche se surrettiziamente lo è?
Qualcuno ripeterà: vaccinati! Certo: lo farò quando invece di dover firmare un consenso “informato” che solleva medici, politici e case farmaceutiche da ogni responsabilità, saranno loro a firmare un’assunzione di responsabilità e garantirmi che il “vaccino” anticovid non sarà l’ennesima batosta al mio sistema immunitario. Che, poverino, è già stato strapazzato abbastanza.

Scusate se ho parlato di me, l’avrei evitato volentieri ma a volte gli esempi personali chiariscono la situazione. Così come ho più volte chiarito di non essere novax, ma di confrontarmi sempre con medici ed esperti seri, e non di certo con le virostar che imperversano in tv.
Fatto sta che come me ci sono migliaia di persone, in Sardegna, in Sicilia e nelle altre isole che, pur avendo il diritto di decidere liberamente per la propria salute, sulla base di decisioni arbitrarie, prive di fondamento scientifico e giuridico dal 10 gennaio saranno praticamente rinchiuse in gabbia.
In compenso anche in queste ore sulle coste siciliane e sarde sbarcano tranquillamente orde di clandestini, e nessuno si sogna di chiedere loro lasciapassare verdi, gialli o rosa, o a pois bianchi e blu.
Stiamo per assistere (e sottostare) al più grande sequestro di persona istituzionalizzato. Con la connivenza di chi, governatori, politici e magistrati, non muoverà un dito per impedire questa gravissima violazione dei diritti umani. Ma anche di noi cittadini, che se non ci facciamo valere avremo di che pentirci amaramente.
Un abominio, una vergogna per una nazione che si professa democratica.

Diana Lanciotti

 

* L’onorevole Francesca Donato, parlamentare europeo, ha promosso una petizione ai governatori di regione interessati da questa iniquo decreto, invitando a inviare loro un’email di protesta. Questo è il link e questa è l’email che, rispondendo all’invito dell’onorevole Donato, ho inviato ai presidenti di regione Solinas e Musumeci.

 

** La continuità territoriale, intesa come capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti, si inserisce nel quadro più generale di garanzia dell’uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale, promosso in sede europea. Il trasporto, infatti, se da un lato si configura come attività di tipo economico, dall’altro, come elemento essenziale del “diritto alla mobilità” previsto all’articolo 16 della Costituzione, costituisce un servizio di interesse economico generale e, quindi, tale da dover essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica.

9 commenti

  • Giuseppe

    I delinquenti che ci governano possono fare tutto: toglierci i nostri diritti al lavoro, alla libertà, alla salute e alla nostra dignità.
    Dico solo che si avvicina l’ora di ribellarci con tutti i mezzi necessari.
    Ti stimo e ti ammiro per aver esposto il tuo caso personale che rende chiaramente il tuo ed il nostro stato d’animo.

    Giuseppe

  • Rosa

    Quello che più mi rammarica è tutta la gente vaccinata medici e ricercatori compresi che hanno deciso di farci la guerra, lo stato ha raggiunto il suo obbiettivo, ecco perché amo gli animali. L’essere umano è la peggior bestia che esista

    Rosa

  • Carla

    Nessuno può impedire ai cittadini di muoversi sul territorio. Chi ci sta provando ha perso del tutto il senno. Non molli, Diana!
    Buon anno a lei e famiglia

    Carla

  • Serena

    Cara Diana sono indignata da quanto visto e sentito stasera in televisione. Quei ministri che rispondono al nome di Brunetta e Speranza mi hanno disgustata con la loro arroganza e il loro disprezzo verso cittadini che non si piegano al loro volere ma fanno scelte legittime circa la propria salute e quella dei propri figli. Guai a chi ce li tocca in nome di una finta scienza che nasconde solo fini politici e finanziari.
    Onore a lei e ai pochi altri giornalisti che non si lasciano comprare e ci spiegano che cosa succede veramente.
    Con tutta la mia stima

    Serena

  • Giuseppe Torcia

    Vendere vaccini per tutti è sicuramente più profittevole che vendere qualche farmaco ai soli sintomatici (troppo pochi) !
    Tante mostruosità giuridiche da non ricordarle tutte.
    Da ultimo, multa di 100 € per gli over 50 non vaccinati con incrocio dati fra AdE e angrafe vaccinale 😱

  • Giulia

    Gent.ma Diana Lanciotti,
    mi perdoni lo sfogo, ma in questo periodo davvero triste per il nostro paese mi rivolgo a una delle poche persone che fa presente la gravità dei molti provvedimenti dell’attuale governo e in particolare del decreto legge 221/2021. Anche solo per potere avere uno scambio con una persona umana e ragionevole come lei.
    Mi trovo in una situazione simile alla sua, essendo residente in Sicilia e dovendomi recare a Milano per motivi di salute, anche se, ringraziando il cielo, non gravi. Si tratta però di una questione di principio che naturalmente non devo spiegare a lei che già concorda sull’iniquità e sulla dissennatezza di questo provvedimento.
    A seguito della richiesta di circa 4.000 cittadini siciliani, me inclusa, il presidente della Regione, Musumeci ha inviato a Draghi una richiesta che naturalmente, insieme alle richieste dei sindaci delle isole minori i quali sono in una situazione ancora più grave, non ha ricevuto alcuna risposta.
    In questa richiesta, il presidente Musumeci parla di trasporti sullo stretto di Messina e di continuità territoriale. Ma il problema dello stretto è solamente quello più eclatante. Ma come si fa a pensare che una persona che (come me) non possiede una macchina e non ha nemmeno la patente si rechi con mezzo proprio da xxx dove sono residente a Milano per motivi di salute (come è il mio caso) anche una volta ottenuta una deroga per i trasporti sullo stretto di Messina? Mi chiedo se qualcuno fa presente che anche aprendo lo stretto molte persone restano di fatto bloccate. Come si fa a proporre un viaggio di 20 ore in macchina a una persona che viaggia per motivi di salute e a cui non è nemmeno consentito l’accesso a un hotel o altra struttura ricettiva? E soprattuto come si fa a dare per scontato che ci sia la possibilità di organizzarsi con mezzo proprio anche sulla terraferma. Io sarei ugualmente sequestrata se abitassi a Napoli e dovessi appunto recarmi a Milano. Una macchina con autista costerebbe circa 2000 euro, solo andata (mi sono informata). O la supposizione è che chi abita sulla terraferma se non ha macchina e patente può fare l’autostop? Basta con queste assurdità. Ottenere le necessarie deroghe per motivi di salute e famiglia per TUTTI i mezzi di trasporto sul territorio nazionale, aereo, treno, nave, bus, etc., è una necessità assolutamente urgente, al di là dell’iniquità degli altri provvedimenti che meritano esattamente lo stesso sdegno ma che non limitano in eguale misura il diritto alla salute, al rientro alla propria città di residenza, etc.
    Il provvedimento entra in vigore tra poco più di 48 ore e al momento neanche i sindaci delle isole minori hanno ricevuto deroghe o una risposta sulla possibilità di ottenere deroghe in futuro. Un menefreghismo e un mutismo di una meschinità inaudita. Il motivo per cui le scrivo è per ringraziarla di aver espresso pubblicamente il suo sdegno e per tutto quello che farà per lottare contro gli abusi di potere di chi dice di voler tutelare la salute dei cittadini.

    Cordialmente,

    Giulia

    • Diana Lanciotti

      Cara Giulia, ho aspettato a risponderle per vedere se qualcosa cambiava, se qualcuno si accorgeva dell’abominio che hanno creato in senso generale e in particolare contro i residenti nelle isole, di fatto penalizzati e rinchiusi in gabbia. Come se fossimo cittadini di serie B, come se non pagassimo regolarmente le tasse per ricevere quei servizi che lo stato, con queste misure disumane e liberticide, ci nega. E invece, salvo qualche lamentela, non si è alzata nessuna voce forte, nessuna protesta, nessuno ha fatto le barricate. Anzi: la Camera ha approvato questo iniquo decreto e ora la palla passa al Senato. Tra l’altro so di senatori e deputati che non si possono muovere dalle isole per esercitare il loro diritto al voto. È una totale follia. Sono prove tecniche di dittatura e noi, al contrario dei cittadini di altre nazioni, stiamo consentendo che succeda: abbiamo abdicato alla nostra sovranità, abbiamo ceduto i nostri sacri diritti. Non so dirle parole di speranza, perché la nausea che provo me le blocca in gola. Però non dobbiamo rinunciare a lottare (una parola lontana dal mio modo di pormi, molto più improntato al “persuadere con dolcezza”). Stiamo uniti. La Storia insegna che le dittature hanno avuto un inizio e una (ingloriosa) fine.
      Un caro saluto

      Diana

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