I nostri migliori amici

Da un’amica di Paco

Ciao Diana, ti to del tu perché, come ti avranno detto e scritto chissà in quanti, ti sento amica, io mi chiamo Renata e da anni appartengo alla grande famiglia degli iscritti al Fondo Amici di Paco. Ho ricevuto qualche giorno fa il giornalino e ho letto il tuo ricordo di Joy ancora una volta mi sono commossa al tuo ricordo cosi’ ben espresso sulla carta… Ho anche letto che non avevi ancora risolto il tuo problema di salute e che ti aspettava un nuovo intervento, come e’ andata? Stavolta sei riuscita a definirlo? Certo che una semplice operazione (se ho capito bene tale doveva essere) di tonsille trasformarsi in una cosa del genere… beh non ho parole per l’operato di certi “medici”.
Ora se permetti vorrei presentarmi un po’ meglio, io sono una grande amante degli animali (conviviamo con 4 anzi adesso 5 gatti un po’ “geriatrici” ormai) piu’ 2 cosiddetti selvatichini esterni, e ora dovro’ fare operare Geo , il mio decano, per un forse fibrosarcoma. Ho un po’ paura Diana perche’ Geo ha 15 anni e l’anno scorso si e’ pure fatto una pancreatite per fortuna risolta bene ma e’ rimasto un po’ delicato di fegato.
Giulio, il mio veterinario, mi ha rassicurato dicendomi che useranno tutte le precauzioni del caso, lui sa quanto io amo Geo pero’…. Beh scusa lo sfogo ma come ti ripeto sentivo il bisogno di una presenza amica e tu riesci comunque a infondermi questo sentimento.
Un bacio Diana e un forte abbraccio

Renata

(clicca su “continua” per leggere la risposta di Diana)

Cara Renata, ti ringrazio tanto per la tua mail e per il sostegno che non ci fai mai mancare da anni.
Ti ringrazio anche per avermi voluta coinvolgere in una decisione così delicata come quella di operare un “anzianotto” come il tuo Geo.
Spero tanto che, nonostante l’età, possa affrontare bene l’intervento. Le cure dei medici e il tuo amore faranno miracoli.
Per quanto riguarda la scomparsa di Joy, devo dire che è stata così inaspettata che ci ho messo un anno per trovare la forza d scrivere un suo ricordo con la dolcezza (e non la disperazione) che lui sapeva suscitare e meritava.
Per quanto riguarda la mia operazione (come avrai letto su “Amici di Paco”, io, che cerco e spesso trovo dei nessi nelle cose che succedono, la connetto con la morte di Joy, che andandosene mi ha in un certo modo sollevata dalla responsabilità di non lasciarlo mai, come gli avevo promesso sin dall’inizio), è stata fatta a metà marzo e ci ho messo davvero tanto a riprendermi. Del resto si sapeva che non sarebbe stata una passeggiata.
Però ora va molto meglio, e non ho più quelle infezioni e quelle febbri continue che mi debilitavano. Certo, la mia gola, maltrattata dal precedente inutile e disgraziato intervento di tre anni fa, non è non sarà più quella di prima. In età adulta, come mi ha spiegato il professor Danesi che ha avuto il coraggio di metterci le mani quando tutti mi consigliavano di non far più nulla (condannandomi a patimenti continui), si possono creare delle fibrosi cicatriziali che causano un indurimento dei tessuti (a maggior ragione se l’intervento, a causa dell’errore precedente, è stato più invasivo di una semplice tonsillectomia), che può provocare, come nel mio caso, difficoltà a deglutire e in certi momenti a parlare.
Tutti problemi che non avrei mai avuto se mi avessero lasciato le mie tonsille com’erano, visto che mai nessuno prima mi aveva consigliato di intervenire sulle tonsille. Ma visto il disastro combinato con l’intervento di tre anni fa, la tonsillectomia si è resa necessaria, con i rischi e le conseguenze che comporta.
Per quasi tutta la mia vita non ho mai avuto bisogno di medici (sono figlia di medico, ma non uno di questi dottorucoli di adesso che si credono dei gran geni e li vedi camminare per i corridoi degli ospedali come se non toccassero terra), ma ora che mi sono incontrata (anzi, scontrata) con la categoria (a volte una vera e propria casta) mi accorgo che la sanità ha preso davvero una brutta piega: ormai la vita e il benessere del paziente non contano più, per certi medici. Senz’altro la maggior parte della categoria è ancora “sana”, ma è quella parte che purtroppo ho incontrato poche volte, finora.
Ho incontrato, invece, tanta presunzione, tanta negligenza da farne un container e mollarlo in fondo al mare insieme a chi ne è affetto.
Credo che rispetto a certi medici i veterinari abbiano ancora tanto da insegnare. Nel mio libro “Silver Moon”, infatti, ho celebrato l’umanità che ancora alberga nella professione veterinaria. Non credo che potrei fare lo stesso con la professione medica. Anzi, da tempo mi frulla per la testa di fare della storia (storiaccia) che mi è capitata (e che dall’operazione disastro del 2009 mi ha costretta a fare la spola tra decine di specialisti… ne ho visti di tutti i colori), un libro. Farei tremare e… arrossire diversi camici bianchi. Se non altro, mi toglierei un bel po’ di sassi dalle scarpe e di macigni dallo stomaco. La mia vita non è stata più la stessa, da allora: tre anni sprecati tra patimenti continui non sono cosa da poco.
Comunque il peggio è passato.
Ora tocca a a te, anzi a Geo. Vedrai che ce la farà. Come ti dicevo, i veterinari sono molto più affidabili e umani di certi medici.
Tienimi informata, per favore.
Intanto ti faccio tantissimi auguri e ti prego di fare una coccola speciale a Geo

Diana

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