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Cogito ergo sum… Cartesio oggi sarebbe un “complottista”

Secondo quelli che chiamo i “lustrascarpe del potere”, in momenti di emergenza come quello in cui stiamo vivendo bisognerebbe accettare di buon grado, anzi ringraziando,  tutte le “regole” (loro le chiamano così, anche se si tratta di imposizioni) che ci vengono calate dall’alto da un presidente del Consiglio che ambisce al potere assoluto sulla vita dei cittadini. Per fortuna non tutti accettano di gettare il cervello all’ammasso e sono sempre di più e più forti le voci del dissenso.

È di pochi giorni fa l’intervista di Marco Tosatti (ex vaticanista della Stampa) all’arcivescovo Viganò, un’invettiva contro la deriva secolare del clero e contro l’ingerenza dello stato nella Chiesa. Un’intervista tutta da leggere, in cui il prelato afferma:

“Credo che scienziati autorevoli abbiano saputo dimostrare quello che veramente accade, e quello che viceversa si fa credere alle masse, attraverso un controllo capillare dell’informazione che non esita a ricorrere alla censura per mettere a tacere le voci di dissenso. Mi pare tuttavia evidente che il Covid-19 abbia fornito un’ottima occasione – voluta o meno, lo sapremo presto – per imporre alla popolazione una limitazione della libertà che non ha nulla di democratico, né tantomeno di buono. Sono prove tecniche di dittatura, in cui si osa addirittura programmare il tracciamento delle persone, con la scusa della salute e di una ipotetica futura recrudescenza del virus. Si pensa di poter imporre un regime tirannico in cui persone non elette da nessuno pretendono di stabilire cosa è lecito e cosa non lo è, quali cure imporre e quali punizioni infliggere per chi vi si vuol sottrarre. Cosa ancor più grave, tutto questo avviene con l’avvallo di parte della Gerarchia: se ce lo avessero raccontato qualche anno fa, non ci avremmo creduto.”

Sarà complottismo, certo, sarà “malpensiero”, ma a casa mia due più due fa ancora 4. Allora, escludiamo che il virus sia stato portato fuori volutamente, e anche che sia uscito per errore dal laboratorio. Però la pandemia c’è. E quale occasione migliore per terrorizzare i popoli, dicendo che se non si vaccinano non ci sarà scampo, e che se non si vaccinano l’unica alternativa è… l’isolamento (anzi, il lockdown: visto che la lingua italiana è così povera di vocaboli, mi pare giusto mutuarli dall’inglese…)? Non per niente due giorni fa Arcuri, uno dei tanti tecnici che paghiamo perché facciano quello che i politici che paghiamo dovrebbero fare, si è espresso proprio in questi termini.
NO vaccino? NO party. A casa. Ergastolo. Ovviamente chi, dopo 60 giorni di isolamento, non sarebbe disposto a tutto, pur di poter uscire e riprendersi la libertà che gli hanno negato a suon di decreti illegittimi, non ratificati dal Parlamento (da cui dovrebbero passare tutte le decisioni aventi a che fare con la vita, la salute e il lavoro dei cittadini)?
Ma quando la libertà, seppur illegittimamente, te l’hanno levata e ti minacciano di levartela ad libitum, sei disposto a tutto. Anche a farti vaccinare pur non avendo garanzie sull’effettiva efficacia del vaccino contro il covid né sulla sua sicurezza.

Certo, se fossimo governati da persone competenti, elette da noi per rappresentarci, persone di cui ci fidiamo, e se ci fidassimo anche dei nostri partner (o padroni) europei, potremmo anche accettare qualche controllo in più, qualche regola in più, qualche limitazione in più. Ma il fatto è che di questa gente, che ha dimostrato disprezzo non solo per le nostre idee, quanto per la nostra salute, NON CI FIDIAMO.
Chi di noi metterebbe la sua vita e quella dei suoi cari in mano a Conte, Speranza, Zingaretti, Bonafede, Di Maio, la Merkel, la von der Leyen, tanto per citarne qualcuno?
C’è una teoria scientifica, chiamata fisiognomica, secondo la quale l’aspetto corporeo, in particolare i lineamenti e l’espressione del volto, rivelano le caratteristiche psicologiche di un individuo. Lombroso, il fondatore dell’antropologia criminale, se ne servì per i suoi studi che mettevano in connessione l’aspetto fisico con la natura degli individui.
Certo, col tempo è caduta di moda, perché non è “politicamente corretto” giudicare le persone dall’aspetto. Però… spesso la natura ci dota di strumenti idonei per scansare i pericoli: le facce. La faccia di una persona, a saperla studiare, può dirci molto circa la sua indole e se ci si può fidare o no.
Purtroppo non tutti sono in grado di cogliere i segnali. Proviamo però a fare questo esercizio e studiare bene volti ed espressioni di certi politici e certi “scienziati” quando parlano… e forse ne capiremo un po’ di più. E forse smetteremo di “obbedire” a gente tanto inaffidabile.

Però, se ti ribelli, passi per irresponsabile, per eversore. E, soprattutto, impedisci a qualcuno di fare tanti bei soldini.
Facciamo un semplice ragionamento (semplice e puerile, se volete): per un produttore di prodotti, poniamo per i calli, quale migliore notizia di un’epidemia di… callite? Per un produttore di ombrelli, quale migliore notizia di una stagione superpiovosa? Per un produttore di farmaci, quale migliore notizia di una malattia che richieda proprio “quel” farmaco? Per un produttore di vaccini, quale migliore notizia della diffusione di una pandemia?
Avete idea di quanto guadagnerà (o quanto guadagneranno) l’azienda (o le aziende) che metterà sul mercato il vaccino? L’unico caso al mondo di un prodotto che (almeno secondo i piani) tutti gli abitanti della terra dovranno “consumare”. Questa sì che è globalizzazione.
Che poi illustri medici come Luc Montagnier o Giulio Tarro affermino che il vaccino non servirà perché il coronavirus ha la fastidiosa abitudine di mutare, e ce ne sono già in giro vari ceppi… e quanti vaccini dovremmo fare, allora, per rincorrerne le mutazioni? Motivo per cui non ci si vaccina contro il raffreddore, proprio perché è causato da un coronavirus (non il Covid-19, ovviamente) mutante. Tarro, addirittura, ha affermato che il 36% del coronavirus è attivato dai vaccini antinfluenzali. Apriti cielo: gli si è scatenato il mondo contro. Il complimento maggiore che gli hanno fatto è di essere rimbambito dall’età.
È così: appena qualcuno esprime un dubbio, e si discosta, di poco o di tanto non importa, dalle “linee guida”del Pensiero Unico Dominante viene tacciato di complottismo. O di… rimbambismo.
Cartesio, se vivesse ai tempi nostri, col suo cogito ergo sum (penso, dunque sono) sarebbe bollato come un complottista o, peggio, come un pericoloso eversore. Secondo il filosofo francese, il dubbio è alla base della vera conoscenza, perché solo mettendo in discussione le vecchie conoscenze si può arrivare a una verità…
Un’idea assolutamente criticabile e sovversiva.

Anche se i repressori del pensiero (altrui) vorrebbero, non esiste un’unica idea su qualunque argomento. Esistono “le idee”, non “l’idea”. Ed è proprio dal fiorire delle idee, diverse, variegate, variopinte, eccelse o terra terra, concrete o fantasiose, è proprio dal confronto, a volte dallo scontro delle idee che è nata la storia dell’umanità. Se ci fosse una sola idea, e non tante idee, saremmo ancora ai tempi delle caverne.
Eppure, proprio questa società, che beneficia ed è figlia di secoli di idee, che è nipote dell’illuminismo, sembra infastidita dal pullulare di idee, il cui diffondersi è favorito dai moderni sistemi di comunicazione, in primis i social. E gli stessi moderni sistemi di comunicazione sono frutto di idee, oltre che esserne veicoli.
A chi può far paura la libertà di pensiero, il diffondersi libero e prolifico delle idee? Dovrebbe essere un obiettivo primario quello di salvaguardarle, coltivarle, rispettarle.

Abbiamo vissuto anni di grande libertà, soprattutto di pensiero, noi occidentali. Libertà che hanno portato anche a stili di vita diversi, in base ai più disparati modi di pensare. Ma… a qualcuno non sta più bene, ed ecco che arriva chi vuole limitare, se non annullare, le nostre libertà.
Andiamo bene finché consumiamo, finché manteniamo apparati politici, finché rimpinguiamo la finanza. Ma per il resto siamo diventati scomodi, troppo indipendenti, abbiamo troppe pretese di dire la nostra, di farci rappresentare politicamente da chi ci garba. Troppo difficili da gestire e radunare in gregge per farci entrare negli ovili che hanno predisposto per noi. E allora, tra capo e collo, ecco che ti arriva questa “salvifica” pandemia. Quale occasione migliore per riportare un po’ di… ordine? Quale migliore occasione per sventolare uno spauracchio (oggi è il Covid, domani sarà l’invasione degli zombie, dopodomani la chiusura di Amici della De Filippi, dopodomani la rivolta degli ovetti Kinder) e costringerci a intrupparci?
Questo covid deve farci diventare tutti più buoni (e obbedienti), secondo loro. E allora ci propinano la retorica dell’ “andrà tutto bene” (provate a dirlo alle centinaia di migliaia di morti e ai loro familiari), la bellezza struggente della natura che si riprende i suoi spazi, mostrandoci anatroccoli in fila indiana incollati alla coda di mamma papera lungo le vie della città, o fenicotteri che camminano in pieno centro, o cerbiatti che rincorrono le onde in spiaggia, o cinghiali che passeggiano sui marciapiedi… magari proprio davanti alla casa di qualche cacciatore.
Poesia da strapazzo. Perché la natura, che esige e merita tutto il nostro rispetto, in questa faccenda non c’entra niente. Usarla per dirci quanto è bello il mondo, adesso, è solo propaganda. È solo la strumentalizzazione di uno stato d’animo fragile e indifeso, per rimbambirci e distrarci dal fatto che là fuori… altro che natura che si riprende i suoi spazi. Ci sono i… volponi, gli sciacalli, gli squali a due gambe che si stanno spartendo il mondo, il NOSTRO mondo, sulla NOSTRA pelle. Ci tengono chiusi fuori dal mondo e intanto ce lo cambiano. E quando ci permetteranno di uscire, il nostro mondo non sarà più quello di prima. Per certi aspetti, quelli che riguardano il rispetto della vita e della natura, mi sta bene, ma il fatto è che vorranno regolamentare tutto. Monitorarci, limitarci. Ora con la scusa del covid, ma domani?
Non lasciamoci rimbambire. Non è questo il momento di essere “più buoni”. È il momento di trovare tutta la cattiveria, tutta la rabbia che abbiamo dentro per impedire a chi ci vuole domare di averla vinta.

Diana Lanciotti

N.B. Questo è uno dei 160 articoli contenuti nel nuovo libro Antivirus. Emergere dall’emergenza di Diana Lanciotti – Paco Editore.

2 commenti

  • Stefano Weisz

    Ottime considerazioni! Concordo pienamente con il pensiero della Lanciotti. I potenti stanno trasformandoci in un gregge di pecore non pensanti e senza volontà. Stanno avendo gioco facile a controllare tutta la nostra vita e le ns. coscienze. Attenzione ai softwares di riconoscimento facciale e eliminazione dei contanti: se così fosse il controllo sarebbe totale e senza scampo. Libertà e democrazia saranno parole vuote.

    • Diana Lanciotti

      Per fortuna le sue (come anche le mie…) considerazioni indicano che le coscienze sono ancora vive e non anestetizzate. Non lasciamoci sopraffare dalla rassegnazione ma continuiamo a far valere i nostri diritti. Mi permetto di suggerirle la lettura e possibilmente la condivisione di Antivirus. Emergere dall’emergenza in cui ho trattato estesamente questi concetti.

      Grazie e buona giornata

      Diana Lanciotti

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