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Votereste un cetriolo?

È da un po’ di tempo che non scrivo nulla sul mio “mito”: Mario Monti. Non a caso ho usato la parola “mito”, definito da wikipedia “un racconto dove c’è una storia da presentare, che ha dei lati terribili, ma anche spesso dei risvolti patetici dove ci sono dei personaggi in azione e una trama che si snoda”.
Descrizione calzante, direi. In effetti l’avvento di Monti alla guida dell’Italia ha obiettivamente “dei lati terribili” (basta vedere come stanno andando le cose, in piena recessione), “ma anche spesso dei risvolti patetici“, come dimostra il fatto che siamo messi malissimo ma i giornalisti proni e i politicanti di malaffare ci vogliono far credere che tutto vada bene.


Ho appena finito di leggere “Monti farà fallire l’Italia” un articolo apparso su L’Opinione, giornale online dove si può respirare un po’ d’aria pulita, non contaminata dalla falsità che i media ogni giorno ci propinano. Il titolo è inequivocabile, in tutta la sua durezza e il suo realismo. Ma leggiamolo insieme:

L’italiano Monti incontra la cancelliera tedesca per l’ennesima volta, a pochi giorni dalla massima divulgazione in Italia del dettagliato “programma per la crescita”. Alcuni quotidiani economici pubblicano “la crescita” con tutti i suoi articolati, dall’edilizia alle imprese familiari passando dall’agricoltura alla meccanica e poi alla metalmeccanica: sembra siano stati coperti tutti gli spazi produttivi del Belpaese.
Qualcosa non convince. Infatti nell’incontro Monti-Merkel sarebbero state definite le “forche caudine” per la piccola e media impresa italiana, nonché per la famiglia media che ha privilegiato l’investimento immobiliare piuttosto che dare fiducia al mobiliare. Il nostro primo ministro avrebbe confessato alla cancelliera tedesca che, questa volta nessuna piccola e media produzione italiana sfuggirà alle mannaie delle varie direttive europee. Ad appoggiare il disegno antitaliano c’è una robusta maggioranza: quel partito istituzionale che va dal Pdl al Pd, passando dal fisarmonico Terzo-Polo, che appoggerebbe anche una rediviva Rupe Tarpea in nome del “dovere istituzionale”. Monti di fatto ha raggiunto il suo scopo, ha impoverito l’Italia.
All’uopo le statistiche mentono, usando l’alchimia della proiezione quinquennale dei dati spalmano la disoccupazione negli ultimi cinque anni. Omettendo che, in scarsi nove mesi l’attuale esecutivo l’ha raddoppiata. Su questa tragedia s’ammanta d’istituzionalità l’appoggio acritico del salotto buono dell’informazione e dei grandi partiti. Di fatto Monti ha promesso alla Germania che la pressione fiscale rimarrà pesante. Così da poter giustificare la svendita di Eni, Enel e Finmeccanica: è un vecchio progetto, non dimentichiamo che la politica di Monti venne già chiesta più di 60 anni fa all’Italia, quando le nazioni vincitrici pretesero il profilo basso dell’industria italiana. Ed i vecchi ingredienti tornano proprio con Monti: benzina a quota due euro al litro, disoccupazione a livelli record, informazione drogata, debito pubblico alla percentuale record del 123% rispetto al Pil (un anno fa era sotto il 120%), inflazione dal 2,1% al 3,6%, oltre il 35% di disoccupazione giovanile. Ed il leader dell’Udc trova pure il coraggio per sostenere che «l’Italia grazie a Monti è rinata, ha ritrovato la credibilità».
In tutto questo sfacelo generale casiniani e bersaniani augurano all’Italia maggioranze deboli, governi brevi. Insomma il meglio della Prima repubblica: quando l’Italia andava a rotoli ed i politici recitavano vestiti da struzzi, e con la testa sotto la sabbia. La congiuntura vuole che stia giungendo a termine il piano di smantellamento delle aree industriali, progetto antico, iniziato negli anni ‘80 (quando i Verdi italiani già intascavano quattrini dagli industriali stranieri per fiaccare le produzioni dello Stivale): così contemporaneamente chiudono Italsider a Taranto, miniere di carbone in Sardegna ed oltre 1000 medie aziende in tutta Italia. La Merkel può dirsi soddisfatta, avrà certamente un vigoroso appoggio da parte della Confindustria tedesca. Ma è giusto che gli italiani si chiedano di cosa si dica soddisfatta la classe politica del Belpaese, che per far dispetto a Berlusconi è disposta anche a tagliarsi i c…
(Ruggiero Capone, 4 settembre 2012)
http://www.opinione.it/politica/2012/09/04/capone_politica-4-9

(La censura è mia, non dell’autore del pezzo).
C’è da riflettere. Purtroppo non sono in tanti a leggere opinioni di questo tipo. Tutti a leggere Repubblica, Corriere e compagnia bella, impegnati a recitare il mantra “Monti sta salvando l’Italia”.
Mentre in realtà basta guardarsi intorno, o nelle proprie tasche, per capire quanto l’Italia stia andando a rotoli, come l’economia e il mondo del lavoro siano al collasso o in coma profondo da tempo.
Stanno andando a prendere i soldi dove ancora ce ne sono, anche se pochi, anziché ridurre il debito pubblico che è il vero colpevole del disastro.
Se qualcosa sta andando meglio sono solo i conti delle banche che, dopo anni di dissennatezza, pretendono di portarci via di tasca anche gli spiccioli per risanare i propri bilanci.
E per favorirle, lo Stato ci ruba i soldi per continuare a spendere e spandere allegramente… regia di Mario Monti & C.
Altro che salvatore dell’Italia (avete visto del resto, dov’è andato in vacanza? Mica in Italia: è andato in Svizzera, qualcuno dice a prendere ordini dai suoi capi. L’ho detto più volte: a questo qui fa schifo essere italiano.)
Eppure sono sicura che, se quest’uomo dovesse (e lo farà… lo farà…) presentarsi alle prossime elezioni, qualche incauto (non voglio chiamarlo fesso per non offendere nessuno) lo voterà.
C’è gente che voterebbe anche un cetriolo, se lo vedesse in tv tutti i giorni. E tra certi personaggi (tecnici o politici non fa differenza) e un cetriolo non è che ci sia poi questa gran differenza.

Diana Lanciotti

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