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La Guerra Santa dei vaccinisti: superato ogni limite (e ogni decenza)

Una ragazza di 15 anni bullizzata e allontanata dal gruppo di amici perché ha parlato dei rischi del “vaccino”. Lavaggio del cervello allo stadio finale. Ragazzi rovinati dalla propaganda vaccinista.

Giorni fa “Libero” (di nome ma non più di fatto) titolava “Superato il limite – CRIMINALI NO VAX” (in stampatello, così fa più effetto). Lo spunto di tanto titolare era… la presunta “aggressione” a Matteo Bassetti, la virostar che imperversa da mane a sera in tv e sui giornali, nuovo idolo e modello (in senso letterale, da quando è diventato il testimonial di una nota sartoria) dei vaccinisti, coloro cioè che si sono votati anima e corpo al dio Vaccino. L’unica divinità in cui credere in un’epoca in cui… non c’è più religione.
In effetti il limite è davvero superato. Ne ho conferma da un colloquio con un’amica (che chiamerò Maria), che mi racconta come la figlia quindicenne (che chiamerò Piera) quest’anno in vacanza sia stata bullizzata e isolata dalla compagnia di amici che frequenta da anni. Motivo: ha fatto girare su una chat uno studio in cui vengono evidenziati i rischi dei vaccini per i più giovani.
Che c’è di strano, direte voi: è normale dialettica. I giovani sono per eccellenza le menti più aperte e disponibili al dialogo, amano approfondire, conoscere, sono curiosi, privi di preconcetti, aperti al nuovo, al diverso… ALT! Mica vero. Un tempo era così: i giovani erano mossi da curiosità che li portavano a indagare il mondo ben prima di arrivare a farsi un’idea e fossilizzarsi in pregiudizi. Un tempo… ma ora non è più così. I giovani dell’era del Covid si sono omologati, hanno chiuso le saracinesche del dialogo, hanno abbassato le serrande della mente, hanno imbavagliato la fantasia per concentrarsi sull’unica cosa che conta: vaccinarsi per poter tornare liberi… Liberi, per esempio, di costringere gli altri a pensarla come loro, come la massa; liberi, per esempio, di isolare una ragazza che in buona fede, con la curiosità tipica dei giovani, butta sul tavolo un argomento di grande attualità per conoscere le opinioni degli amici (o presunti tali); liberi, per esempio, di offendere un’amica e la sua famiglia; liberi, per esempio, di non informarsi e accettare solo una parte della verità (o nessuna parte, che è ancora più comodo). Liberi, per esempio, di obbligare chi si fa domande a non farsele e accettare soltanto ciò che la famiglia a sua volta apprende dai media, che diffondono a reti unificate un solo tipo di musica, in una monotonia sconsolante. Liberi di non pensare per non dover decidere, ma lasciare che siano altri a farlo.
Insomma, praticamente quello che fanno gli adulti.
È stupefacente come nel giro di un anno, un anno dedicato alla “narrazione” univoca di una pandemia preannunciata con largo anticipo da squilli di tromba che tutti (salvo chi l’ha studiata a tavolino) hanno fatto finta di non sentire, i giovani siano invecchiati di colpo, abbandonando la freschezza e la leggerezza tipicamente giovanili per ritrovarsi improvvisamente vecchi, spenti, schierati e allineati come tanti ripetitori di cose dette dai grandi. Incapaci di discernere il vero dal falso, il buono dal cattivo.

Ma vediamo come “Maria”, la mamma di “Piera”, racconta questo assurdo episodio:

“L’hanno prima presa di mira in una chat di gruppo per il discorso del vaccino: lei aveva messo la foto di un articolo in cui si parlava di uno studio di Moderna e Pfizer sui rischi dei vaccini sui giovani. (I ragazzi, tutti vaccinati o vaccinandi, hanno incominciato a deriderla pesantemente, n.d.r.).
Poi siccome lei mi ha fatto leggere questa chat e io ho scritto alle mie amiche che la stavano prendendo in giro pesantemente e sarebbe stato il caso di intervenire per bloccare subito questa cosa, si sono scagliati ancor di più contro “Piera” che aveva “fatto la spia”
È stata allontanata dal gruppetto di quelle persone e per finire, cosa che ho scoperto al rientro, il ragazzo ha scritto a “Piera” cose indicibili (“Maria” mi ha girato la chat e sono veramente inorridita dalla cattiveria espressa da un ragazzo verso una sua coetanea: “Famiglia di scarti della società. Zitta. Non dovresti avere nemmeno il diritto di parlare”, n.d.r.)
Pensa che questa mia amica, per difendere sua figlia, ha espresso diverse opinioni “simpatiche” anche su di me (“Maria” mi ha riferito a voce le offese pesantissime rivolte a lei e alla famiglia d’origine, n.d,r.)
Sulla nostra volontà di non vaccinarci ha detto che non c’e nessuna evidenza scientifica che il vaccino faccia male, che la cosa è paragonabile al terrapiattismo o a credere che l’uomo non sia andato sulla luna.
Si sono scoperti degli altarini interessanti grazie al Covid!”

Altro che “andrà tutto bene”. Siamo diventati più cattivi, più sospettosi, più diffidenti, più egoisti, più disumani.
Purtroppo i giovani sono stati i più colpiti da questa pandemia che ne ha minato più che la salute fisica quella mentale. Privati della libertà per più di un anno, ora pensano di riprendersela grazie a un “lasciapassare”, e negano ogni libertà, anche solo di pensiero, a chi non lo accetta.
Li hanno ridotti così. Li hanno messi l’uno contro l’altro. Non voglio fare sociologia spicciola, ma se la società fosse stata un po’ meno attenta al “benessere” economico, preoccupata solo ed esclusivamente di far crescere i propri figli nella bambagia, nella sicurezza di un futuro apparecchiato da mammà e papà (che essendosi sacrificati tanto nella vita vorrebbero evitare ai propri figli la fatica), forse adesso invece che tante pecorelle belanti e smarrite avremmo leoni pronti a combattere per la propria libertà e il proprio futuro, rivendicando il diritto di esserne padroni e artefici.

La vita è (anche) impegno. Se alleviamo generazioni senza spina dorsale, abituate a trovarsi la pappa pronta, vaccinate contro tutto (in senso letterale e figurato), tenendole lontane dai rischi, dalle delusioni, dalle sconfitte, dai… microbi, creeremo una futura società di smidollati, incapaci di inseguire ideali (primo tra tutti la libertà), passivi, proni e pronti ad accettare qualunque minestra già riscaldata per non dover fare la fatica di procurarsi gli ingredienti e doverseli cuocere da sé.
Quando scrivo “vaccinate contro tutto” intendo in senso letterale, visto che ormai tutte le malattie che si facevano da piccoli ai miei tempi, e servivano per allenare il sistema immunitario a combattere i virus, vengono prevenute col vaccino (e così il nostro sistema immunitario si addormenta e quella volta che ci serve bello sveglio si volta dall’altra parte, sbadigliando). Ma intendo anche in senso figurato, visto che ormai pretendiamo di “immunizzare” i giovani da pericoli, dolori, sofferenze, emozioni. Li vogliamo immunizzare dalla vita.

Abbiamo davvero superato il limite. Ma per motivi diversi da quelli per cui titola Libero.
Altro episodio che me lo conferma: una mia amica deve sostenere un concorso per insegnare in una scuola. È una persona informata, molto preparata, che non prende le cose alla leggera. Non intende fare da cavia a un siero sperimentale. Anche perché ha una bimba piccola, che ha bisogno di lei.
Mi scrive:

“Per quanto riguarda i vaccini siamo messi molto molto male qui a xxxx. Pare che io non possa più lavorare senza vaccino: me l’hanno detto chiaramente. Forse non supererò il concorso per questo. Se saranno onesti e obiettivi può darsi che io abbia qualche chance ma sono difronte a un bel dilemma… Per tanti motivi…. Anche mio padre che deve fare delle terapie in ospedale ieri è stato messo alle strette dal medico… Ti farò sapere come andrà ma è un momento duro. Ormai siamo soli e pochi, è ingiusto approfittare della gente che deve lavorare per mantenersi e portare avanti dei figli. È proprio disumano. Detto questo cercherò di lottare… Ma la mia paura è che se ” vinco ” e sono costretti ad assumermi mi sbattano poi in un posto dove mi fanno patire le pene dell’inferno. Purtroppo essendo l’ultima arrivata possono fare di me ciò che vogliono…”

Siamo di fronte al dramma (l’ennesimo) di una mamma con un livello d’istruzione ben superiore a coloro che, ignorando totalmente i meccanismi del sistema immunitario, accettano i rischi dell’attuale sperimentazione di massa fidandosi ciecamente delle informazioni propinate da una massa di ignoranti in materia come si sta rivelando la maggior parte dei giornalisti, la cui incompetenza è pari alla superficialità con cui diffondono notizie su materie di cui non hanno la minima conoscenza.
Una mamma consapevole, responsabile, che teme non tanto per sé, quanto per la propria figlia, nel caso in cui dovesse succederle qualcosa. E dall’altro lato questa stessa mamma ha bisogno di lavorare. La vigliaccheria di chi ha in mano il suo destino lavorativo è di non obbligarla ufficialmente ma (come mi ha rivelato al telefono) di dirle chiaramente che “verranno favoriti i candidati con greenpass. Ma non col tampone: con il vaccino”.

Abbiamo davvero superato il limite. Il limite della decenza e della morale.
Se parli di “dittatura” c’è chi ti dà del complottista, ma cosa dire di un presidente della Repubblica che si permette di dichiarare: «Vaccinarsi è un dovere civico e morale. Non si può invocare la libertà per non vaccinarsi: si mette a rischio la salute altrui»?
Com’è possibile che colui che dovrebbe essere il garante della democrazia, il rappresentante del popolo, colui che noi cittadini (tutti) manteniamo nello sfarzo, ci prenda a pesci in faccia dicendoci che la libertà di disporre della nostra salute, a fronte di una malattia che è perlopiù curabile, passa attraverso l’accettazione passiva di un siero che non dà certezze né di efficacia né di durata della presunta immunizzazione? Com’è possibile che, dopo aver “persuaso” i media a suonare solo una campana (spesso a morto), ora vogliano metterci gli uni contro gli altri, come in una guerra di religione, e obbligarci, col terrore, l’intimidazione, il ricatto e la discriminazione, a piegarci al volere delle case farmaceutiche? Le vere padrone di questo grande scacchiere in cui tutti siamo pedine, in primis coloro che ci governano fingendo di farlo per il nostro bene.

E le persone che ogni giorno, nel silenzio più criminale, muoiono o stanno male dopo aver fatto il siero? Di quelle vogliamo parlarne? Non sono io a dirlo, ma un rapporto del’AIFA che rivela che ogni giorno 2,4 persone muoiono in seguito al “vaccino”. Anche se c’è chi si arrampica sui vetri per spiegare che non è proprio così, si tratta di una cifra sottostimata, perché manca quasi del tutto la farmacovigilanza attiva, cioè il controllo da parte dei medici sui pazienti sottoposti a inoculazione. E anche la farmacovigilanza passiva (cioè la segnalazione da parte di chi è vittima di reazioni avverse) è carente, perché il cittadino spesso non ne conosce il funzionamento e molti medici minimizzano. Soprattutto se hanno ordini di scuderia ben precisi.
Come dimostra la telefonata di un amico che racconta:

«Il mio vicino di casa, persona dinamica e sportiva, ogni giorno correva per chilometri, ma da quando ha fatto il vaccino in primavera è invecchiato di colpo. Non ha fiato, si sente spossato. Ma il suo medico dice che è normale.»

O come dimostra il racconto di un’amica:

«Un mio conoscente ha avuto un’emiparesi facciale, il giorno dopo aver fatto il vaccino. Si è rivolto al Pronto Soccorso, dove gli hanno fatto una serie di domande e prima di dimetterlo gli hanno rilasciato una carta in cui erano riportati i farmaci assunti. Ma non il vaccino. Ha chiesto come mai non lo avessero indicato. Risposta: “Quello non c’entra”.»

Probabilmente non c’entra neanche con la quantità impressionante di “malori” che si sono verificati negli ultimi mesi… E con gli elicotteri che sono arrivati persino sulle spiagge e sugli scogli per soccorrere turisti colpiti da problemi cardiaci o circolatori come mai era successo prima.
Del resto il “vaccino” è l’unico modo per… tornare liberi. Liberi di fregarcene degli altri. Di offenderli, bullizzarli, emarginarli. Come è successo a “Piera”. A cui esprimo tutta la mia solidarietà.

Diana Lanciotti

P.S. Ieri sera ho visto uno spezzone di “Quarta Repubblica”, in cui Nicola Porro intervistava il professor Di Perri, responsabile malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Dapprima recalcitrante, davanti a domande precise il medico ha dovuto ammettere che l’immunità data dal virus è maggiore di quella data dal vaccino. Il sistema immunitario di chi si ammala, ha spiegato, incontra e “conosce” interamente il virus, mentre quello di chi si vaccina ne “conosce” solo una parte, quella inserita nel siero. La differenza è lampante e smonta le teorie basate sul nulla di chi afferma che anche i guariti dal covid devono vaccinarsi e di chi che sostiene una superiorità immunizzante del vaccino rispetto alla malattia.

(Nella foto la videata della trasmissione di Quarta Repubblica del 15 marzo 2021, in cui lo stesso professor Di Perri dichiarava che chi ha contratto il Covid non ha bisogno di vaccinarsi).

2 commenti

  • Emma Rosa Moro

    Vaccinarsi è un atto d’amore, dice lui.
    Discutibile.
    Qui però si va oltre, molto oltre, TROPPO oltre
    Perchè se devo trovare lavoro e vogliono a tutti i costi che io sia bollata col sacro sigillo verde , altrimenti neanche mi fanno il colloquio, allora non è più un atto d’amore.
    Soprattutto se questo atto “d’amore” viene fatto contro la mia volontà, perchè io NON LO VOGLIO, allora non è un “atto d’amore”
    E’ uno STUPRO di stato .
    E lui, il signor Mattarella, che teoricamente è il Signor Presidente, Garante della Costituzione, sta permettendo da due anni che la nostra Costituzione sia allegramente calpestata ogni volta di più, lui ….inerte come una ameba.
    E la strage di stato continua.
    Una epidemia mortale di “nessuna correlazione”, ormai decine di migliaia di vittime , ultimo stamattina un ragazzo giovanissimo, morto poche ore dopo il vaccino.
    Tutti si chiedono quando finirà questo delirio.
    Finirà quando noi, POPOLO ITALIANO decideremo che ne avremo piene le palle e ci sveglieremo come gli unici idioti rimasti in europa ( francesi a parte) a doverci mettere la mutanda in faccia anche per andare a fare la spesa.

  • Francesco

    Nuova Diodati:
    Matteo 10,32-11,5
    …34 «Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada. 35 Perché io sono venuto a mettere disaccordo tra figlio e padre, tra figlia e madre, tra nuora e suocera, 36 e i nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua.
    E’ successa questa cosa, proprio nella mia famiglia e, non è stato Gesù ma il vaccino, questa merda di siero che si è sostituito ad ogni valore umano e sociale, arrogandosi la facoltà di dettare sue verità.. schiavizzando prima chi ci amministra e ora noi.. gli amministrati..

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