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È con viva e vibrante soddisfazione…

“E’ con viva e vibrante soddisfazione…” (per dirla come Crozza nella parodia spassosa ma purtroppo veritiera di Napolitano) che apprendo che Prodi è stato trombato.
Ore di paura e disgusto si sono stemperate nel sollievo dato dalla buona notizia. Una tra tante cattivissime: la nostra politica è allo sbando e cerca di trascinare tutta l’Italia nel baratro scavato in anni di malversazioni, ladrocini, incapacità e imbecillaggine.
Non sto a sprecare parole mie ma faccio mie, e le sottoscrivo, le parole di Vittorio Feltri, in questo mirabile editoriale sul Giornale:

http://www.ilgiornale.it/news/interni…10027.html

L’unico punto che non mi trova d’accordo di questa disamina di Feltri è il continuare ad attribuire a Renzi superlative doti d’astuzia. Mi pare che il pupo stia arrancando e brancolando in cerca di un’identità che forse non troverà mai. Certo, rispetto alla mediocrità dei suoi compagni di partito pare quasi un Einstein, ma non vorrei che si rivelasse un semplice Pierino che si diverte un sacco a fare i dispettucci ai compagnucci di scuola.

“È con viva e vibrante soddisfazione…” (per dirla come Crozza nella parodia spassosa ma purtroppo veritiera di Napolitano) che apprendo che Prodi è stato trombato.
Ore di paura e disgusto si sono stemperate nel sollievo dato dalla buona notizia. Una tra tante cattivissime: la nostra politica è allo sbando e cerca di trascinare tutta l’Italia nel baratro scavato in anni di malversazioni, ladrocini, incapacità e imbecillaggine.
Non sto a sprecare parole mie ma faccio mie, e le sottoscrivo, le parole di Vittorio Feltri, in questo mirabile editoriale sul Giornale:

Un’isola di goduria in mezzo alla palude Anche nei momenti peggiori della politi­ca, succedono fatti che danno soddisfa­zione.
La sonora trombatura di Roma­no Prodi è uno di questi. Dopo la pau­ra, il sollievo: il Professore che ha rovinato l’Ita­lia, trascinandola nel disastro dell’euro e nel trita­carne di una Ue burocratica e punitiva, non è di­ventato presidente della Repubblica, quindi non potrà più riprendere a creare problemi. Scampato pericolo. Quest’uomo, che si è attribu­ito meriti che in realtà sono demeriti, candidato al Quirinale dal partito di cui è stato cofondatore, il Pd, è riuscito nella difficile impresa di raccoglie­re oltre un centinaio di voti in meno di quanti, il giorno precedente, ne avesse presi Franco Mari­ni, scelto quale papabile sia da Pier Luigi Bersani sia da Silvio Berlusconi. Marini non ce l’aveva fatta per due motivi: il quorum dei due terzi (troppo alto) fissato dalle re­gole per i primi tre scrutini e un poderoso nume­ro di franchi tiratori che hanno impallinato l’ex sindacalista della Cisl. La bocciatura di Marini aveva poi consentito al Pd di presentare, senza accordi col Pdl, il personaggio che sulla carta go­deva dei maggiori favori del centrosinistra: ap­punto Prodi. Che già pregustava la vittoria o quantomeno sperava in una performance che gli permettesse di sostenere, oggi, una prova d’appello.E invece,sorpresa,il Professor Sciagu­ra è rimasto inchiodato sotto i 400 suffragi, una débâcle che lo elimina definitivamente dalla competizione. Stefano Rodotà, candidato dei grillini, e Anna Maria Cancellie­ri, candidata dei centristi montiani, hanno avuto molti più consensi del pre­visto, con tanti saluti all’ex premier cicli­sta.
Il significato politico di questa ulterio­re disfatta è uno solo: Bersani ha fallito su tutti i fronti, ha sfasciato il partito, ha bruciato con un’operazione dissenna­ta la sua icona, Prodi; inevitabili le di­missioni. Se inoltre si tiene conto che il segretario, ricevuto da Giorgio Napoli­tano l’incarico cosiddetto esplorativo, non ha combinato nulla e, a quasi due mesi dalle elezioni di febbraio, il Paese non ha ancora lo straccio di un gover­no, il quadro complessivo architettato da Bersani è talmente catastrofico da imporre un immediato avvicendamen­to alla guida dei progressisti.
Intanto Berlusconi, che ieri ha prete­so l’uscita dall’aula del Pdl affinché si astenesse dalla votazione, se la ride bea­tamente. Temeva l’ascesa al Colle di Prodi e ha raggiunto lo scopo di scongiu­rarla. Ma c’è un altro politico che se la ri­de, forse ancor di più del Cavaliere: Mat­teo Renzi. Il quale, boicottato alle pri­marie dall’apparato conservatore del Pd, addirittura escluso dalla pattuglia di grandi elettori, ha assistito alla bato­sta subita dal suo rivale Bersani, ormai fuori gioco. Nella sconfitta abbiamo la sensazione che non sia estranea la ma­nina del sindaco di Firenze. Probabil­mente l’astutissimo Renzi ora è l’unica risorsa del Pd.
Nei prossimi giorni il mesto spettaco­lo ­della politica ci riserverà altre sorpre­se, mentre l’Italia, stavolta, rotola dav­vero verso il baratro. Una certezza c’è: a forza di dare addosso al rottamatore, ac­cusandolo di voler distruggere il parti­to, il partito è stato rottamato da chi si il­ludeva di difenderlo.
Vittorio Feltri- Il Giornale 20/4/2013

https://www.ilgiornale.it/news/interni/unisola-goduria-mezzo-palude-910027.html

L’unico punto che non mi trova d’accordo di questa disamina di Feltri è il continuare ad attribuire a Renzi superlative doti d’astuzia. Mi pare che il pupo stia arrancando e brancolando in cerca di un’identità che forse non troverà mai. Certo, rispetto alla mediocrità dei suoi compagni di partito pare quasi un Einstein, ma non vorrei che si rivelasse un semplice Pierino che si diverte un sacco a fare i dispettucci ai compagnucci di scuola.

Diana Lanciotti

N.B. Questo è uno dei 160 articoli contenuti nel nuovo libro Antivirus. Emergere dall’emergenza di Diana Lanciotti – Paco Editore.

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