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Cucciolo di Whippet con megaesofago

Signora Diana, da circa 15gg ho adottato un cucciolo di Whippet di sette mesi affetto da mega esofago dalla nascita. Il primo-secondo mese di vita è stato il suo peggior periodo di vita tanto da far pensare ad una soluzione drastica… Da allora però grazie alle cure di una dottoressa romana e alla sua grande voglia di vivere ‘Piccolo’ ha oggi sette mesi! Purtroppo cinque giorni fa è stato male per la seconda volta, mi sono rivolto ad un veterinario del posto il quale molto onestamente mi ha riferito di non aver mai curato questa patologia… Dopo avergli fatto due lastre e auscultato i polmoni gli ha prescritto la seguente terapia: 05ml di Rocefin una volta alla mattina e una alla sera, una cpr di Peridon da 10mg una volta alla mattina e una sera, una cpr di ranitidina da 75mg divisa in due ai due pasti pomeridiani. Il cucciolo sta un po’ meglio ma ha sempre dei rigurgiti e fa sempre molti versi strani.. tenga conto che l’antibiotico è stato dato solo come copertura in quanto grazie a Dio i polmoni erano puliti…
Ho avuto sempre cani con problematiche ma questa per me é incomprensibile ho letto molto sull’argomento ma vedo che anche molti ‘luminari’ a parte l’alimentare il cane in posizione eretta e con cibi molto fluidi hanno pareri molto discordi su tutto… E tutti criticano la terapia ma sembra che la verità che hanno in tasca la vogliamo svelare solo a caro prezzo…
Mi rivolgo a Lei perché da quello che ho capito ci è già passata e sa cosa vuol dire e sono sicuro che i suoi consigli siano dati per amore e non per SOLDI! Le chiedo se può consigliarmi una terapia farmacologica adeguata sia per quando il cane sta male che per prevenire le crisi e quali accortezze devo usare per rendere la sua vita più lunga e serena. La ringrazio molto e anche Piccolo fa lo stesso! La saluto e aspetto i suoi consigli

Aurelio

Gentilissimo Aurelio, mi congratulo con lei per aver deciso di adottare un cagnolino “problematico”.
Il megaesofago in effetti non è una patologia molto conosciuta, anche se ho scoperto che non è rara come si potrebbe sperare. Anche a me avevano dato pareri nefasti, quando scoprimmo che il mio Joy ne era affetto. Addirittura la veterinaria dell’allevatrice ne consigliava la soppressione, e l’allevatrice non voleva darmelo (ne ho parlato proprio recentemente nel mio libro “La gatta che venne dal bosco”). E invece, consultandomi con il mio veterinario, capii che potevamo salvarlo. E così è stato, tanto che, in barba alle cassandre, Joy ha sempre convissuto felicemente con questo problema, diventando un cane sano e robusto: una vera forza della natura.
Se avrà voglia di leggere le tante risposte che ho dato a chi mi scrive a proposito di questo problema, vedrà che la soluzione sta in un mix di alimentazione, attenzioni, cura e… amore. Amore, che in questo caso si concretizza in un impegno costante e nel non mollare mai davanti alle difficoltà, perché alla fine ne vale la pena.
Non posso esprimermi circa la cura (anche se, come figlia di medico, so da mio padre che gli antibiotici, almeno in medicina umana, si dovrebbero dare per curare, non per prevenire. Ma forse in veterinaria è diverso). Men che meno posso esprimermi circa l’atteggiamento di cui lei mi parla. Forse la verità è che non tutti sono preparati ad affrontare questo problema e, soprattutto, a quanto pare non tutti i casi sono uguali; quindi la cura va personalizzata.
Per quanto riguarda l’alimentazione e le accortezze da seguire, preferirei rimandarla alle altre lettere che ho pubblicato su questa stessa rubrica, così potrà farsi un’idea più completa.
Le indico un link dove troverà raggruppate molte delle lettere che ho pubblicato sul megaesofago canino:
In una mail a parte le invierò il numero di telefono del dottor Dalzovo: se vorrà consultarlo, lui saprà di certo consigliarla. Ha curato e sta curando diversi casi come quello del mio Joy e del suo Piccolo.
Se deciderà di seguire i suoi consigli, lo faccia con fiducia e costanza, tenendolo costantemente aggiornato.
Anche il mio Joy da cucciolo faceva degli strani “gorgogli”, ma dopo qualche mese di cura ha smesso del tutto. Vedrà che anche Piccolo, se lei avrà la costanza e la fiducia che servono per andare avanti, diventerà un cane sano e felice.

Mi tenga aggiornata: ci tengo a sapere e soprattutto a far sapere a tante persone che devono affrontare questo problema che ci sono delle soluzioni. L’esperienza di chi ha già affrontato il problema è fondamentale per chi si trova ad affrontarlo per la prima volta.

Tantissimi auguri e una coccola a Piccolo

Diana

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