I nostri migliori amici

Considerazioni sui polli

Gentile signora,
ho letto con divertimento il suo articolo sullo spot Amadori e le do in pieno ragione. Non mi è chiara però una cosa: ma lei il pollo lo mangia?
Con stima

Fernando G.

Gent.mo Fernando, no, il pollo non lo mangio. O meglio: non lo mangio più da qualche anno, così come da qualche anno non mangio più carne e pesce.
La scelta (mia e di mio marito) è di ordine etico, principalmente, ma anche salutistico.
Mentre un tempo mangiavo normalmente carne come la cosa più naturale del mondo, senza pormi dubbi e domande, nel tempo ho acquisito un nuovo tipo di sensibilità. E credo, per questo, di dover ringraziare ancora una volta il mio Paco.
Che cosa c’entra? mi chiederà Lei.
Le spiego: mentre una volta nei confronti degli animali mi ponevo, come la stragrande maggioranza delle persone, come semplice fruitrice dei loro favori (che fossero la compagnia di un cane o di un gatto, o il "nutrimento" datomi da una bistecca o un filetto non importa), nel tempo ho iniziato a riflettere e a capire dove sbagliavo.
Se prima il mio rapporto con i cani era di tipo puramente ludico e affettivo (giocavo con loro e beneficiavo del loro affetto), grazie all’adozione di Paco e alla scoperta dell’atrocità dell’abbandono e delle altre crudeltà perpetrate dagli umani ai danni degli animali, mi sono resa conto delle grandi e gravi responsabilità che noi che ci reputiamo esseri superiori abbiamo verso le altre creature della terra. E allora ho deciso di fare qualcosa per cambiare le cose.
Ho capito che, al di là di quello che ci danno, gli animali sono individui completi, che pensano, soffrono, amano.
E allora ho deciso di cambiare il mio modo di cibarmi, se il mio cibarmi comporta la morte di esseri che hanno lo stesso nostro diritto alla vita.
Non posso più mangiare carne, perché mangerei un essere che era vivente e senziente, dotato di sentimenti e, checché se ne dica, di un’anima.
Non ho bisogno di mangiare esseri ex viventi, oggi che alternative ce ne sono, e infinite. E oltretutto la nostra salute ci ringrazia se evitiamo di "intasare" i nostri delicati circuiti fisiologici con sostanze che sono nocive al nostro organismo.
E lo faccio con gioia, senza che per me rappresenti un sacrificio.
Eppure, mi creda, conosco e ben ricordo il sapore del pollo alla cacciatora, del salame, del prosciutto crudo, del pesce alla griglia. sapori che ho amato, ma ai quali rinuncio più che volentieri, e vorrei averlo fatto ancor prima.
Cerco di non assumere atteggiamenti fanatici, in proposito, e di non vessare chi invece ancora mangia la carne. Però nel tempo sto diventando sempre più intollerante verso il cattivo esempio che ci viene dalla tv, dove si vede gente che mangia allegramente salumi, carni, eccetera senza che nelle loro menti appaia il barlume di questa consapevolezza: che prima di diventare salame, il salame era un bel maialino vivo e grassoccio, che prima di diventare bistecca, la bistecca era un tenero vitellino dallo sguardo languido, che prima di diventare trancio di pesce spada il trancio era un bel pescione vigoroso che nuotava libero nel mare.
E tutti, una volta ingoiati dall’uomo, si sa che fine ingloriosa fanno…
Come si fa a sprecare delle vite così?
E allora mi chiedo: perché se io, che sono una persona normalissima, ho avuto la voglia di pensarci e scegliere di cambiare, tutti gli altri esseri normalissimi come me non ci pensano?
Pigrizia? Abitudine? Conformismo? Sì, è un insieme di questi fattori.
E poi mi sento dire: "ah, ma anch’io di carne ne mangio poca"… Frase che trovo assurda e ipocritissima.
Ma che cosa significa "mangiare poca carne"? Che forse gli animali che mangio "poco" sono solo "un po’ morti"? Che quei pochi animali che mangio soffrono meno se io mi contengo nelle quantità?
Non voglio assumere il tono da predicatore, ma credo che la questione della dieta carnivora sia uno dei grandi nodi da sciogliere nelle coscienze di tante persone.
Ma succederà, e in futuro sono certa che più nessuno si ciberà di esseri ex viventi. Nel mio piccolo, spero di aver contribuito con il mio buon esempio.
Un cordiale saluto

Diana

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