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Campagna Antiparassiti Fondo Amici di Paco 2020 – Consegna al rifugio I Fratelli Minori di Olbia

Ieri sono stata a a Olbia ai Fratelli Minori per consegnare una seconda tranche di prodotti (dopo la prima di dicembre v. https://www.dianalanciotti.it/la-festa-per-i-20-anni-dei-fratelli-minori-di-olbia/ ) che grazie al sostegno di tanti ”amici di Paco” da tutta Italia abbiamo potuto ancora una volta donare per gli oltre 700 cani e 200 gatti ospiti del rifugio.
Come ormai sapete, al rifugio di Cosetta e a Cosetta mi lega una lunga amicizia. Anzi, un profondo affetto. Che nasce dalla condivisione dell’idea di un mondo dove i valori del rispetto e della comprensione hanno un ruolo primario.

I Fratelli Minori non esisterebbero senza la forza, la caparbietà, la tenacia, la determinazione, il coraggio, il cuore immenso di questa donna che combatte da anni contro la barbarie, l’inciviltà, la crudeltà e spesso l’indifferenza di chi non sa o non vuole ammettere che gli animali hanno un’anima e provano sentimenti esattamente come noi esseri umani. Animali ai quali viene negato lo stato di esseri senzienti per poterli considerare (e trattare) alla stregua di scarpe vecchie da buttare quando non “servono” più. Anzi, a quelle si riserva un trattamento migliore.
Faccio una piccola digressione circa il termine e il concetto di “senziente”, sul quale si discute e polemizza spesso da parte dei “negazionisti”, coloro cioè che lo considerano uno dei “soliti eccessi degli animalisti”. In realtà senziente non vuol dire altro che “dotato di sensi, di sensibilità”, come spiega la Treccani. E vogliamo negare che gli animali ne siano dotati? È il negarlo, non ammetterlo, semmai, un eccesso. Un eccesso di presunzione, di ignoranza, arroganza.
Che senso ha negare che gli animali siano esseri senzienti e dover arrivare al punto, al paradosso, di fare delle leggi che lo stabiliscono? Sarebbe come stabilire per legge che noi umani proviamo sentimenti. Siamo davvero all’abbiccì.

Ma scusate la divagazione… che poi non è una divagazione. Provate a chiedere a Cosetta, ad Antonietta, a Federica, a Marco, che ogni giorno sono lì a dare ma anche a ricevere amore da quei cani e quei gatti usciti da situazioni dove l’uomo si dimostra l’essere più feroce in circolazione… provate a chiedere a loro se gli animali sono o non sono esseri senzienti. Fatevi raccontare alcune delle storie che ogni giorno affrontano, storie che abbatterebbero anche un toro, e invece li fortificano e li fanno andare avanti con sempre più convinzione di essere nel giusto. Storie dove l’uomo sembrerebbe, lui sì, un essere “non senziente”, e gli animali si rivelano capaci di provare ciò che certi cuori umani resi pietra non provano.

Qui, al rifugio di Cosetta, la parola “ospiti” è più che mai appropriata, perché dire “rinchiusi” sarebbe ingeneroso e ingiusto. A partire dai gatti, che hanno costituito la loro tribù e stanno lì pur potendosene andare in giro, trattenuti non solo e tanto dal cibo e dalle cucce, quanto dall’amore di Cosetta e dei suoi ragazzi. Lo stesso amore che fa sì che anche i cani, seppur delimitati per forza di cose in grandi recinti, non diano la sensazione di essere reclusi. Non li vedi tristi, abbacchiati. Li vedi sempre carichi di gioia, di vitalità, di entusiasmo.

Ieri ero andata al rifugio con un magone grande così. Ero appena stata dal veterinario che non mi aveva dato buone notizie per uno dei miei ragazzi. Parlare con Cosetta, che capisce e prova gli stessi miei sentimenti, mi ha aiutata a scioglierlo.
Non mi stanco mai di ripetere ciò che Cosetta mi dice spesso: “quando arrivi qui e varchi quel cancello tutti i problemi restano fuori”.
Sì, restano fuori, ed entri in una dimensione fatta di amore, di solidarietà, di compassione nel senso vero e profondo del termine.

Ieri c’era una mamma con una ragazzina che vorrebbe fare volontariato al rifugio. Che bello, ho pensato. Spero davvero che dopo aver parlato con Cosetta e aver visto tutti quei musi protesi per ricevere e dare amore abbia deciso di fare un’esperienza che molti ragazzi, con tanti grilli (o pesci, o social…) per la testa, dovrebbero fare. Un’esperienza di crescita e arricchimento spirituale, per impegnare il proprio tempo in attività a fin di bene, che li tirino fuori dal mondo ingannevolmente connesso, ma in realtà fortemente emarginante e ingabbiato, dei social. Per uscire dalle proprie personali frustrazioni che spesso si trasformano in odio.
Uscite da lì, ragazzi, uscite dall’isolamento dei social e dedicatevi a fare del bene. Agli animali o ai vostri simili. Smettetela di fare le vittime, smettetela di odiare il prossimo o di illudervi di avere amici in tutto il mondo standovene chiusi nel vostro piccolo mondo a chattare. La vita vera è là fuori, e aspetta di essere vissuta possibilmente con amore, rispetto e generosità.

Grazie Cosetta, e grazie a tutti gli “amici di Paco” per aver reso ancora una volta possibile uno dei grandi miracoli che, con risorse limitate, il Fondo Amici di Paco riesce a compiere da 23 anni.

Diana

P.S. Cosetta ha pubblicato su Instagram la mia foto con Benny (che vedete in alto) e queste parole che mi hanno commossa:

Questa invece è Cosetta con Benny, che l’ha riconosciuta e le ha dato la zampa, come ai vecchi tempi.

 

Un commento

  • Maria Vittoria Martellini

    È vero,Diana carissima,l’amore che sa darti un cane o un gatto è senza condizioni ,,senza compromessi, e loro sanno intuire I nostri sentimenti di tristezza o delusione , di sofferenza o smarrimento.
    Sanno così accarezzare le nostre ferite e farci sentire il loro affetto incondizionato. Basta guardarli negli occhi e capiscono al volo…
    Per questo non amarli è impossibile a chi ha sensibilità e sentimenti che ci connotano come umani.
    Ma non dimentichiamo che anche loro ne sono abbondantemente dotati.
    GRAZIE Diana per il tuo impegno ventennale per queste creature.
    GRAZIE a tutti gli operatori che lavorano in questi rifugi,!

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