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Caccia ai non vaccinati: quando la “scienza” non convince… minaccia


È iniziata la stagione della caccia: no, non a cinghiali, lepri e pernici, ma ai milioni di persone che non si sono ancora vaccinate.
Non ancora, nonostante…
Nonostante non dicano che il vaccino è solo in fase sperimentale, ma un miracoloso siero salvavita. Nonostante milioni di morti, tassativamente catalogati come morti per covid (anche se morti annegati o in incidenti stradali). Nonostante il martellamento continuo su tv e giornali, che danno prevalentemente spazio, da quasi due anni, a bollettini di guerra su contagi, ricoveri e morti.
Ormai il diktat è “vaccinarsi o non c’è speranza”. Dopo che la speranza l’hanno fatta morire poco a poco, a suon di notizie spaventose, conteggi sovrastimati, sfilate di carri militari “carichi” di una o due bare ognuno, per dar vita a una sceneggiata macabra che si imprimesse bene nelle menti e fosse sempre pronta a riaffiorare nel caso in cui qualcuno pensasse di venirne fuori. Una magistrale sceneggiatura studiata nei minimi particolari per preparare il terreno all’avvento in terra del dio Vaccino.

Per carità: ho già detto e ridico che non sto minimizzando: il covid ha ucciso tante persone… anche se… molte sono morte di NON cure tempestive, abbandonate a sé stesse, senza l’ombra di un medico che le visitasse a casa, mandate poi in ospedale a fare ore di fila in Pronto Soccorso, per poi essere portate, ormai allo stremo, in Terapia Intensiva e lasciate morire tra mille sofferenze, con i polmoni bruciati per iperossigenazione da intubazione.
Nessuno può dare la colpa ai medici (se non forse a quei medici di famiglia che, facendosela sotto, si sono rifiutati di svolgere la loro professione, che è quella di visitare e curare i malati), che hanno dovuto sottostare a indicazioni schizofreniche di un Ministero della Salute e un CTS che si rimpallavano la responsabilità delle decisioni, lasciando allo sbando la classe medica. Che ha dovuto arrabattarsi come meglio ha potuto, nel caos generale.
Se poi ci aggiungiamo che per mesi sono state vietate le autopsie, decisione criminale che ha impedito di capire che le morti erano dovute a tromboembolia polmonare, che avrebbe richiesto un protocollo diverso da quello adottato con straordinaria pervicacia, il quadro è raccapricciante.

Per più di un anno ne hanno dette e combinate di tutti i colori, contro ogni logica, contro ogni evidenza. Perdendo anche l’ultimo briciolo di credibilità. E lo sanno. Ed è questo il motivo per cui, non riuscendo più a convincere, minacciano. Minacciano licenziamenti, minacciamo restrizioni, minacciano obblighi, minacciano la privazione delle libertà individuali e costituzionali a coloro che, non fidandosi, essendosi informati, non si bevono le loro false rassicurazioni.
E così ora stanno dando l’affondo finale, chiudendo tutti i buchi della rete affinché nessuno scappi.
A partire dalle virostar…
Bassetti, l’aria stravolta da adepto di una setta satanista, tuona: “Lockdown solo per i non vaccinati!” (ci manca che urli “Penitenziagite!”)
Crisanti gli fa rima: “Levategli la copertura sanitaria se si infettano.“
Burioni minaccia: “Se per colpa degli egoisti ignoranti non vaccinati a ottobre dovremo chiudere, col mio greenpass mi trasferirò in Francia.” (bye-bye…)
Pregliasco sentenzia: “Non vaccinarsi vuol dire essere imboscati, come in una guerra. A suo tempo i soldati venivano fucilati sul posto se non andavano alla guerra.”
Pare non li sfiori l’idea che se un medico è contrario a questa pseudovaccinazione, magari è perché è del mestiere e sa come funzionano le cose. Ad esempio, che un vaccino contro una malattia che ha colto tutti impreparati non si improvvisa nel giro di due mesi e che quella che vogliono estendere al mondo intero, persino ai bambini, non è altro che una vaccinazione sperimentale, che ha fatto e farà ancora tante vittime.
Ed è già ben chiaro il giochetto di voler addossare ai non vaccinati lo sviluppo di nuove varianti che, invece, si stanno sviluppando proprio laddove si è più vaccinato.

La stretta continua, passando per i vari giornalisti lustrascarpe del potere (per i quali l’imparzialità dell’informazione è concetto arcaico e disusato), i quali imperniano le loro trasmissioni tv e i giornali (salvo poche felici eccezioni) sulla teoria univoca del “O vaccino o morte”. E a tutti i costi vogliono imporre il concetto che vaccinarsi è anche un dovere civico, un gesto d’amore verso il prossimo. Anime caritatevoli.
Fino ad arrivare a un oscuro capo ufficio stampa della Regione Lazio, tal Emanuele Lanfranchi, che dopo aver affermato non si sa su quali basi scientifiche, che le varianti si diffondono a causa dei non vaccinati, esplode con: “Li purghiamo con il greenpass.”
Peccato che uno che ha studiato di certo più di lui, tanto da ricevere un premio Nobel per la Medicina, tal Luc Montaigner, abbia spiegato chiaro e tondo che non si vaccina durante una pandemia, perché il virus è al massimo della sua virulenza e davanti al vaccino mica muore… semplicemente muta per eludere la difesa e aggredirci con una veste che gli anticorpi, attivati dal vaccino per combattere QUEL tipo di virus, non riconoscono. Come se il virus si travestisse per non farsi riconoscere. Un lupo travestito da pecora.
È come se addestrassimo il nostro cane (alla fine il nostro sistema immunitario non è altro che il nostro cane da guardia preposto a difenderci dagli attacchi di virus e batteri) a difenderci da uomini malintenzionati vestiti di nero. Quella volta che si presentano vestiti di bianco, anziché aggredirli li accoglie scodinzolando.
Per concludere la sfilata degli assatanati dell’obbligo vaccinale, resta il generale in tuta mimetica e cappello piumato che tuona: “Andremo a stanare i recalcitranti, casa per casa, per convincerli.” Insomma, un remake del famoso film di Liam Neeson, “Io vi troverò”: “Io vi vaccinerò”.
Sembra proprio che l’Italia sia il paese pilota di un esperimento psicosociosanitario, per verificare la tenuta fisica e mentale dei cittadini alla malattia, alle privazioni, alle restrizioni, alla negazione dei diritti più elementari. Alle balle colossali che raccontano.

Pur di far vaccinare, hanno creato le postazioni anche in spiaggia. Alla faccia della catena del freddo e della conservazione dello Pfizer a -80°. E alla faccia dei medici che raccomandano di non prendere il sole per diverso tempo dopo la vaccinazione. In questo caso, a essere sincera, mi meravigliano di più quelli che tra un bombolone, un tuffo in mare, un’impepata di cozze, un bagno di sole, una siesta sotto l’ombrellone, si mettono in coda per farsi inoculare il sacro siero, come se fosse una bibita fresca o lo spritz da bere con gli amici, e non già una terapia su cui si hanno tanti dubbi e pochissime certezze.
In Sicilia, dove ciò è realmente avvenuto (anche se pare una fiction) alcuni intervistati, appena prelevati dal lettino in spiaggia per finire sul lettino della postazione vaccinale (un camper…), hanno candidamente dichiarato: “Fino a un’ora fa mi sembrava una cosa assurda, il caldo, il sole, e invece…” E ancora: “Ci hanno convinti le ragazze, che sono venute a fare pubblicità di questa iniziativa”.
Eh già, adesso in spiaggia si è passati dal vu’ cumprà al vu’ vaccinà: “Bella signora, come lo vuoi il vaccino? A -40° o più freddo, a -80?”
Non ci credete? Vi sembra assurdo? Guardatevi questo video che gira su twitter. https://twitter.com/i/status/1413912642662567940
Non è dato a sapersi se si dovrà rispettare il rito della trattativa: “Se mi fai lo sconto ne prendo due, uno anche per mamma che è a casa…”
Del resto c’è chi pretende la garanzia a vita del cellulare o del microonde, e poi accetta di firmare un consenso informato (magari in spiaggia, col sudore che gli cola dalla schiena fino in mezzo alle natiche…) che informa un gran poco: una liberatoria che scarica medici e produttori da qualunque responsabilità. Eh già, la suggestione (o il caldo?) fa di questi scherzi.
Intanto, per il caldo o no, si moltiplicano le miocarditi, le morti per emorragia cerebrale, ictus, infarto. Ovviamente non c’è (o non la si vuole cercare?) la correlazione col vaccino, però fatto sta che queste morti inaspettate e improvvise hanno il più delle volte un denominatore comune: la vaccinazione avvenuta nei giorni o nelle ore precedenti.
Patologie latenti, slatentizzate (come dicono i medici) dal vaccino. Eh, già: ma anche se mi do una martellata su un dito slatentizzo una frattura alla falange. Ma bastava non darsela…

Ogni giorno succede che qualcuno che stava benissimo muoia all’improvviso. Spesso il filo conduttore di queste morti è, ahimè, il vaccino contro il Covid.
Ma non lo dicono. Hanno l’ordine di scuderia di non dirlo “per non allarmare la popolazione”. Ennò, cari miei, io PRETENDO di essere informata e, se è il caso, di allarmarmi e decidere da sola cosa farne della mia pelle. Che, se per voi non conta, per me ha un immenso valore.
Che cosa vuol dire “Non allarmare la popolazione, sennò più nessuno si vaccina?” Vuol dire che più della salute pubblica vale il business: questo enorme affare del secolo rappresentato dal vaccino che, secondo gli intenti, deve essere somministrato inizialmente dalle 3 se non 4 volte, e poi con cadenza semestrale o, se gli affari vanno bene, annuale. Bontà loro, se ci eviteranno questo fastidio ogni sei mesi. Dipende da quanto saremo bravi, quanti soldi gli faremo guadagnare mettendoci in fila per farci inoculare. E se poi avremo degli effetti avversi, ma non ci lasceremo le penne, magari potremo anche usufruire della magnanima somministrazione di altri farmaci, prodotti sempre dai suddetti, per toglierci dalle peste in cui i vaccini da loro stessi prodotti ci hanno messi.

Una domanda che mi faccio spesso è: come mai solo gli esperti contrari a questi “vaccini” forniscono delle spiegazioni logiche, scientifiche, approfondite, mentre gli adepti del dio Vaccino sanno solo dire “bisogna vaccinarsi” ma non spiegano come funzionano il vaccino e il sistema immunitario?
Eppure ci sono sapientoni che pontificano, senza nulla sapere. E meno sanno e più pontificano. E parlano di vaccini come se fossero farmaci normali, senza sapere che, al contrario dei farmaci, vanno a lavorare sul nostro sistema immunitario.
Così si sentono discorsi che denotano profonda ignoranza in materia, del tipo: “Anche l’aspirina può provocare reazioni avverse”.

Costoro non sanno (o fingono di non sapere) che un farmaco resta presente nel nostro organismo per un periodo limitato nel tempo (avete mai sentito parlare di emivita?) e viene escreto attraverso le urine (infatti si dice: bevi tanto, che lo elimini). Anche la sua azione è in genere limitata (anche molto limitata) nel tempo. Invece il vaccino (pure questo pseudovaccino sperimentale) si insedia nell’organismo, provoca una risposta anticorpale spesso intensa e non è che bevendo e urinando lo si elimina: resta lì, abbarbicato alle cellule, e piano piano (se non nell’immediato, come purtroppo accade) crea reazioni a catena. E mentre il virus si modifica e si rinforza, il sistema immunitario si indebolisce.
L’obiettivo di un vaccino è quello di provocare reazioni da parte del sistema immunitario, che è una macchina complessa. Non è una semplice Aspirina che cessa di fare effetto nel giro di poche ore.
Quindi quelli che fanno questo genere di analogie o sono ignoranti o sono in malafede.
Inoltre, pare che questi vaccini apportino delle modifiche a livello genetico. E che si stia attenti a non mangiare soia geneticamente modificata e poi si accetti di farsi inoculare sostanze che modificano il DNA è davvero paradossale.
Ma a tanto arriva la comunicazione mediatica martellante, che evidenza solo i lati positivi e oscura tutti quelli negativi.
Oltretutto, i mistificatori che confondono i farmaci con i vaccini, dimenticano di dire che non esiste né mai è esistito l’obbligo di usare tal o talaltro farmaco. E allora perché dovrebbe esistere l’obbligo al vaccino, e perdipiù a livello globale, visto che insistono a volerli equiparare?

In proposito la dottoressa Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica dell’ospedale Sacco di Milano, tempo fa durante un’intervista all’Adnkronos aveva avvertito circa i rischi di una sperimentazione ‘frettolosa’ di un vaccino antiCovid:

“Sono anni che non accettiamo di manipolare il Dna degli ortaggi perché c’è chi teme che mangiare un Ogm costituisca un pericolo, e adesso d’un tratto ci va bene diventare noi stessi degli organismi geneticamente modificati?… Si tratta a tutti gli effetti di una terapia genica. Non sono contraria al prodotto in sé, ma dico no a una corsa in avanti su un vaccino come questo, basato su un meccanismo d’azione completamente nuovo. I vaccini tradizionali puntano a indurre una risposta anticorpale, quindi un’immunità, immettendo nel corpo umano pezzetti innocui del virus di cui vogliamo prevenire e contrastare l’infezione. Questo prodotto invece (l’mRna-1273 testato dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases diretto da Anthony Fauci, parte dei National Institutes of Health statunitensi, n.d,r.), è concepito in un modo completamente nuovo: utilizza un segmento genetico che va a inserirsi nelle nostre cellule obbligandole a produrre una parte del virus la quale, ritrovandosi nell’organismo, stimolerà la produzione di anticorpi. Né più né meno di una terapia genica.”

È passato un po’ di tempo, ma l’unico cambiamento è che la sperimentazione è andata avanti a spron battuto, anziché sui topini da laboratorio direttamente sull’utente finale: l’essere umano.
A proposito, sarebbe interessante sapere se tra i tanti propugnatori del dio Vaccino ci siano anche gli animalisti che di solito sono contrari alla sperimentazione sugli animali. Su questo vaccino che, prima di diventare sperimentale direttamente sull’uomo, per forza di cose è stato seppur per breve tempo sperimentato con i soliti sistemi su cavie nei laboratori, non hanno nulla da dire?
È davvero strano che da qualunque parte ci giriamo vediamo un’eterogeneità di persone così… uniformemente allineate a favore di questa sperimentazione a livello planetario.
Mi occupo di comunicazione da quasi quarant’anni e la mia è una deformazione professionale, lo so: però vi assicuro che so distinguere molto bene quando dietro un evento c’è una strategia di comunicazione studiata a tavolino. E vi assicuro che questa campagna vaccinale è il risultato di un accurato piano di marketing. Il prodotto è, manco a dirlo, il vaccino, e il target di consumo i cittadini di tutto il mondo. Un target così favoloso per grandezza e distribuzione, che nessuna azienda se lo sogna. Nemmeno… la Coca Cola.
Enjoy!

Diana Lanciotti

P.S. Pregliasco, il funambolo sempre in bilico tra verità e bugie, in diretta tv a Stasera Italia ha dichiarato testualmente: «La vaccinazione vuol dire rischiare la propria vita perché la vaccinazione ha degli eventi avversi, molto limitati, però quando la facciamo lo facciamo in un’ottica di solidarietà e di opportunità per i nostri familiari fragili ma per la comunità in generale.» (v. https://agenzianews.com/2021/07/secondo-pregliasco-vaccinarsi-equivale-a-rischiare-la-propria-vita/)
Mentre la conduttrice annuiva come se stesse dicendo che domani forse pioverà.
Sono questi gli “scienziati” a cui dovremmo affidare la nostra salute? È proprio vero: quando la “scienza” non sa convincere… minaccia. O sbarella.

P.P.S. Ma non è finita con le “ammissioni” più o meno volontarie circa i pericoli degli attuali “vaccini” anticovid da parte di chi, in realtà, ne è strenuo sostenitore. Dopo l’uscita (passata sotto un imbarazzato silenzio) di Pregliasco, Walter Ricciardi, consulente del Ministro della salute, dichiara: “Le varianti derivano dal fatto che il virus, incontrando un soggetto vaccinato che quindi in qualche modo gli resiste, cerca di identificare le strade per aggirare la vaccinazione. È una battaglia eterna quella tra i virus e l’uomo, perché i virus si devono impadronire delle cellule umane per riprodursi.”

https://agenzianews.com/2021/07/ricciardi-ammette-sono-i-vaccinati-a-generare-le-varianti/

Sullo stesso argomento:

NON sono NOvax ma NON sono una CAVIA (basta virologi, please)

Obbligo (di mascherina) sì, obbligo no: quando la politica discute del nulla

(Foto ANSA – Emanuele Valeri)

2 commenti

  • Roberto Repetto

    Carissima Diana, ho letto con grande piacere il Suo bellissimo ed esaustivo articolo. Come ben sa, io la penso proprio come Lei. Mi piacerebbe continuare a scambiarci qualche punto di vista man mano che questi vili ricatti governativi proseguono e intanto la gente è sempre più terrorizzata e succube. Dobbiamo resistere e dobbiamo convincere le persone a distinguere la verità dalla menzogna. E’ un compito arduo ma necessario.

  • Gianni Mattioli

    Sono perfettamente in linea e quindi d’accordo con i contenuti di queste informazioni. Purtroppo la maggior parte delle
    persone non è in grado di capire… alcuni per paura, altri per informazioni non corrette date da persone comprate dal sistema verso le quali
    hanno fiducia, e quindi sposano la loro causa.
    Hanno creato ad hoc una guerra mediatica mettendo gli uni contro gli altri, ma qua c’è di mezzo la salute e la libertà del popolo…

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