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Buone notizie per l’Italia: la crisi è passata!

Parlano di crisi da mesi. Ogni giorno ci alziamo e invece del buongiorno ci sentiamo ronzare nelle orecchie questa parola e ci addormentiamo la sera sentendone risuonare l’eco nelle orecchie. Durante il giorno la parola crisi è il leitmotiv che ci accompagna. Da mesi.

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Ovviamente la stampa e la tv ci vanno a nozze e, in un infinito tormentone, ci propinano a colazione, pranzo, merenda e cena le “ultime” sulla crisi. E così, anche quelli che per stile di vita, o situazione socioeconomica, non sarebbero toccati, o lo sarebbero solo marginalmente, dalla crisi si convincono che le cose vanno talmente male che… è meglio tirare i remi in barca e aspettare tempi migliori. E allora smettono di comprare questo e quest’altro. Pur potendolo fare, non comprano più. E così le aziende devono ridurre la produzione, lasciare gente a casa… e così via, in una spirale che sembra non aver né capo né soprattutto coda.
Attenzione: non sto dicendo che non ci sia la crisi. Non sto incoraggiando i comportamenti da cicala, ma dico solo che, così come alcuni anni fa la notizia del giorno per mesi è stata che i cani morsicavano (avete notato? Adesso sono diventati tutti buoni e bravi), ora la notizia in cui i giornalisti sguazzano è la crisi. Certo, la situazione non è rosea, e a livello mondiale. Però che tutti contraggano i consumi anche se potrebbero continuare a consumare crea il classico effetto domino. Chi deve (e potrebbe) comprare la macchina nuova aspetta (ma sì, dai, mi faccio durare ancora un po’ la vecchia), chi potrebbe comprare tre libri ne compra due, chi potrebbe comprare due panettoni ne compra uno. C’è la crisi, bisogna risparmiare.
Vero. Ma la crisi non si aiuta smettendo di comprare anche ciò che potremmo permetterci, perché a causa del nostra “sciopero degli acquisti” qualcuno verrà licenziato, o andrà in cassa integrazione. Sembra, lo so, un ragionamento semplicistico, però è realistico. Viviamo in una società solidale, in cui ognuno si appoggia all’altro, in cui tutti dipendiamo gli uni dagli atri. E se qualcuno smette di buttare nel calderone gli ingredienti che servono a preparare il minestrone che poi dovremo spartirci, qualcun altro resterà a digiuno. Non voglio invitare a comportamenti dissennati, a spendere e far finta che tutto vada bene, però prima di chiudere drasticamente i cordoni della borsa pensiamoci.
Questo era quanto mi accingevo a scrivere stamattina, intitolando il pezzo: “Che barba questa crisi!”
Ma poi, miracolo, vedendo le prime pagine dei principali quotidiani nazionali mi accorgo che… la crisi è passata. È finita.
Infatti stamattina, invece dei soliti titoloni sulla crisi e i suoi effetti a livello planetario, sulle prime pagine si legge: “Berlusconi contro Sky”
E fiumi d’inchiostro vengono versati per dimostrare che quel cattivaccio e arraffatutto del Presidente del Consiglio ce l’ha a morte con Sky e l’ha penalizzata, costringendola ad un aumento dell’IVA che si traduce in un esborso di ben… due euro in più per ogni abbonato. Al mese, mica al giorno…
Una rovina, insomma. Vuol dire mettere sul lastrico milioni di persone, no? Almeno è così che la presentano i giornalisti sinistrocomandati. E parlano solo di quello, oggi. Ovviamente tacciono sul fatto che già il governo Prodi stava per mettere a punto la stessa manovra, e che alla stessa eravamo da un anno invitati (caldamente invitati) dalla Comunità Europea. Eravamo fuori regola, in quanto ad aliquote, e dovevamo adeguarci. Togliere un privliegio che era stato concesso per ben 13 anni a Sky. E perché mai, poi?
Ma oggi tutti insorgono, tutti parlano di questo colpo di mano del governo che, facendo ciò che comunque andava fatto, finirà per affamare gli abbonati di Sky. Poverini, me li immagino a fare la questua per poter pagare questi due dannatissimi euro al mese.
Però, però il fatto che oggi tutti parlino di questa faccenda, una faccenda così marginale e sciocca, come se fosse l’unico problema del nostro paese, mi fa ben sperare. Se, come ce la stanno dipingendo, il problema dell’aumento dell’Iva per l’abbonamento Sky è diventato il problema principale d’Italia, tanto da farne la prima notizia su giornali e telegiornali, vuol dire che tutto il resto va bene. Che la crisi è rientrata… o no…?

Diana Lanciotti

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