Attualità

Ancora sulla caccia alla volpe

Gentilissima Diana, vorrei riallacciarmi alla lettera precedente sul tema caccia alla volpe. Ho trovato su Italians questa lettera di un veterinario. Indeciso se indignarmi e insultarlo o riderci su, gradirei ricevere un Suo parere.
Cordialità
Ermes L.

“Caro Severgnini,
sono un veterinario italiano, che per lavoro si prende cura dei piccoli animali (Pet), e nel tempo libero si occupa di gestione della fauna selvatica. Fin da quando ero un bambino il mio unico interesse è stato l’amore per gli animali e per il wildlife. Ho viaggiato a lungo in tutta Europa per questi motivi, ed ho soggiornato ripetutamente in Gran Bretagna. Dieci anni orsono ho partecipato per la prima volta ad un Beagling e quindi di seguito a un Foxhunting (caccia alla volpe): e da allora ho iniziato a frequentare questo mondo che mi ha completamente conquistato.
A Tony Blair vorrei scrivere: conosco a fondo tutti i tipi di caccia e le posso assicurare che non esiste un’altra caccia più ecologica e più rispettosa delle leggi della natura: i cani (hounds) cacciano esattamente come farebbero i predatori in natura. La contesa è leale e molto spesso è l’animale selvatico a vincere, infatti in questo tipo di caccia non si usano armi. Lepri, volpi e cervi sono perfettamente attrezzati per difendersi dai cani; molto meno per difendersi da un fucile o da un’automobile. Quanti animali selvatici ho visto morti schiacciati sulle strade che attraversano il vostro bellissimo countryside…
Ho seguito in questi ultimi anni la battaglia parlamentare che ha portato il 18 Novembre 2004 alla promulgazione dell’Hunting Act: una legge inutile, ingiusta e per certi versi aberrante, che è servita solo a creare inutili tensioni nel Paese. Numerosi e autorevoli studi di esperti di gestione faunistica sul continente tendono sempre di più a rivalutare la caccia con gli Hounds come mezzo di gestione delle popolazioni animali nel lungo periodo. Sarebbe bastato non farsi accecare dalle isteriche posizioni animaliste, che definiscono questo sport come sanguinario e crudele, per capire che contro questa antica e nobilissima arte è stata ordita una colossale mistificazione. Si è spacciato l’Hunting Act come la fine della caccia alla Volpe, dimenticando di spiegare all’uomo della strada che in Gran Bretagna si continuerà a cacciare, come e più di prima, basterà armarsi di un fucile!
Lei sa meglio di me che per ottenere un certo risultato politico basta avere il controllo dei mezzi di informazione, e quando questi ultimi vengono usati nella maniera scorretta possono stravolgere la realtà. Non basta scrivere che la maggior parte della gente è contro la caccia per poter dire di aver ragione. Non basta avere la maggioranza dei voti in Parlamento, per poter dire di aver fatto una buona legge. Gli estensori di questa legge avrebbero dovuto dimostrare che questo tipo di caccia era pericoloso per gli equilibri naturali o lesivo di un qualche diritto della maggioranza. Ma questo non è mai stato dimostrato, ne poteva esserlo. Si è invece imposto con la forza di una legge ingiusta la propria sensibilità al prossimo, e questo in democrazia si può chiamare con un solo nome : INTOLLERANZA.
Lei sa meglio di me che questa non è stata una battaglia di civiltà, ma una guerra di classe. Il vero bersaglio dell’Hunting Act non è il benessere animale, ma i foxhunters ed il mondo che rappresentano. Le persone che oggi voi volete perseguitare come criminali, sono le stesse persone che hanno permesso al vostro countryside (che il mondo vi invidia) di mantenersi ricco di wildlife e di biodiversità. I grandi proprietari terrieri, che sono il vero obiettivo di questa crociata, hanno fatto in modo che nel vostro countryside non si costruisse in maniera selvaggia come si è fatto invece in tante altre parti d’Europa. Mr.Blair, la sua nazione ed il suo popolo rimangono per me un punto di riferimento e fonte di ammirazione, proprio per questo hanno diritto a leggi migliori ed a un maggiore rispetto.
Palmiro Clerici, palmiro.vet@libero.it”
www.corriere.it/solferino/severgnini

Gent.mo Ermes, prima di dire la mia, trascrivo la risposta di Severgnini che ho trovato su internet. Eccola:

“Punto di vista polemicamente interessante, caro Clerici. Per vari motivi. Mi intriga, per cominciare, una sua affermazione: “I cani cacciano come i predatori in natura”. In effetti, la competizione tra un “hound” e una lepre sembra più leale che quella tra un cacciatore bresciano e un fagiano in riserva (ma bisognerebbe chiedere alle lepri quanto si divertono). Giusta anche l’osservazione secondo cui i proprietari terrieri amano il “countryside” più di quanto lo sfruttino (mantenere una “mansion house” in campagna costa un occhio della testa, ormai). Interessante una delle considerazioni finali: “E’ una guerra di classe. Il vero bersaglio dell’Hunting Act non è il benessere animale, ma i foxhunters ed il mondo che rappresentano”. Questo mi sembra plausibile, conoscendo l’Inghilterra uscita intorno al 1997 – con la morte di Diana – dall’Età della Deferenza. In Italia, sia detto per inciso, ci siamo appena entrati.
Mi sembra invece un po’ eccessiva quell’accusa un po’ enfatica di “INTOLLERANZA” (maiuscolo). Non sono d’accordo invece su un altro punto, che contraddice il precedente. Talvolta è vero: “per ottenere un certo risultato politico basta avere il controllo dei mezzi di informazione”. Ma questo accade in Russia, non nel Regno Unito. Inglesi, scozzesi e gallesi sono cittadini adulti; e il governo è bersagliato da critiche continue, tavolta feroci. Credo proprio che la cosa sia andata diversamente: la nazione britannica era stanca di uno sport considerato – a torto o a ragione – crudele e anacronistico. Blair e i laburisti l’hanno capito, e hanno agito di conseguenza.
Capisco la sua irritazione, caro Clerici, ma nelle democrazie queste cose succedono. Pensi cosa sarebbe accaduto se avessero votato le volpi: vi avrebbero chiesto il risarcimento dei danni.
PS Ci tenga informati sulle reazioni a questa lettera. Immagino saranno numerose (anche dall’Inghilterra).”

Ed ecco cosa ne penso: credo che sia una provocazione e che il dottor Clerici (ammesso che esista… non ho voglia di provare la sua e-mail: se esiste preferisco ignorare lui e la sua prosopopea) si volesse divertire alle spalle della stragrande maggioranza degli italiani (e inglesi nel caso in cui un paio di cittadini d’oltremanica avesse la ventura di leggere la sua sparata) che è contraria alla caccia.
Se invece il tizio esiste e la pensa così, non vale il tempo di una risposta. Di gente che dice (e pensa) sciocchezze è pieno il mondo. Il mondo è grande e c’è spazio anche per loro.
Un caro saluto

Diana

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