Sentimenti

Amore è sofferenza?

Cara Diana, prima di tutto complimenti per il tuo fantastico romanzo d’amore. Black Swan mi ha fatto sognare e commuovere e alla fine mi sono sentita tanto vicina ai personaggi in particolare a Giorgia che hai descritto come una donna splendida dentro capace di affrontare anche le più gravi tragedia con tanta forza d’animo.
Ho pensato di scriverti approfittando di questa posta perché credo che una persona che sa scandagliare i sentimenti come te è in grado di capire la complessità dei sentimenti altrui.
Ho un problema che mi porto dietro da quando ero ragazza (adesso ho 28 anni). Non riesco ad amare un uomo che non mi procuri qualche sofferenza. Ho avuto ragazzi “normali” che mi volevano bene ma non mi davano i brividi e li ho scartati uno dopo l’altro in due mesi. Invece quando mi sono messa insieme a uomini che mi facevano correre e si facevano desiderare nonostante l’insicurezza che mi davano e anche i pianti che ci ho fatto mi sono attaccata morbosamente e alla fine mi riducevo a un tale straccio che erano loro a lasciarmi.
Adesso dopo l’ultimo dolore per il distacco di un 35enne che mi ha lasciata 5 mesi fa (è stata una storia dura e tormentata ma se lui tornasse da me lo riprenderei) e dopo aver giurato che voglio restare sola almeno finché non cambio modo di atteggiarmi nei confronti degli uomini ho conosciuto un ragazzo… fantastico credo che sia il termine giusto per descriverlo. Dolce, paziente con i miei tiraemolla, disposto a perdonare le mie lune, piano piano mi ha fatto innamorare. L’unica cosa che mi preoccupa non è lui ma sono io. Con lui non provo quei “brividi” di paura di perderlo e temo che finirò per allontanarlo. Massimo 2 mesi. Sono da psicanalista?
Ti abbraccio
Tiziana

(clicca su “Leggi tutto” per leggere la risposta di Diana)

Cara Tiziana, temo che tu sia preda della “sindrome dello zerbino”, che colpisce tante donne incapaci di amare fino in fondo gli uomini “giusti”, che le circondano di attenzioni e devozione (e pensare che sono così rari…) per preferirgli i “machi” duri, che le fanno soffrire e le usano, appunto, come uno zerbino.
Il fatto che per amare tu debba essere maltrattata a mio avviso non è da psicanalisi, ma appartiene al lato oscuro di molte donne. Solo che nel tuo caso è un lato che è venuto alla luce e condiziona le tue scelte. Uno psicanalista probabilmente ti porterebbe a scavare nel tuo passato per verificare da dove viene questo tuo rifiuto per gli uomini “normali” e quest’attrazione per gli sciupafemmine. Ma credo che tu sia in grado di fare da sola questo autoesame.
Il principe azzurro devoto che ti salva a te probabilmente non piacerebbe. Troppo per bene, troppo a posto. Tu vuoi uno che ti strapazzi e ti strappi il cuore gettandolo in pasto ai leoni.
E dopo? Dopo ti troverai a settant’anni ad aver sprecato molte occasioni di conoscere e frequentare uomini un po’ più reali, magari anche un po’ monotoni, e che non sembrino usciti da un romanzo.
Ti piace sentirti “intrigata”, non corteggiata. Però stavolta sei innamorata, a quanto dici. Allora prova. Prova a resistere un po’ più dei classici due mesi, a creare insieme a lui un legame paritario e, quando hai l’impressione che stia cadendo nella banalità, non fuggire. Resta e cerca di vivacizzarlo, chiedendo il suo aiuto.
E quando ti capita d’incontrare uno di quei torturatori di cuori che tanto ti piacciono, prova a pensarli nella quotidianità, spogliali della loro sicurezza che tu gli dai strisciando ai loro piedi. Pensali in pigiama, pedalini e pantofole sfondate.
Forse diventerebbero anche loro dei “banaloni” e finirebbero per non attrarti più così tanto. Ricordati che il lupo sarebbe meno lupo se l’agnello fosse meno tenero.
Un caro saluto

Diana

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