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A proposito di Pasqua e di Facebook

La nostra cara Simona, che da anni si occupa come volontaria dell’ufficio stampa del Fondo Amici di Paco, e che qui voglio ringraziare pubblicamente per la bravura e l’impegno, ha insistito per fare una pagina Facebook del Fondo Amici di Paco. L’ho avvisata che si sarebbe dovuta assumere interamente l’onere e anche le arrabbiature che ne sarebbero venute.
E proprio recentemente ha finito per darmi ragione, da quando si è accorta che oltre a tanti “mi piace” e “condivido”, di aiuti alla nostra causa ne arrivano pochissimi, da lì. Tante condivisioni, è vero, tante belle parole… però come molti sanno le ciotole vuote non si riempiono con le chiacchiere.
Proprio ieri Simona mi ha chiamata arrabbiata perché, dopo aver pubblicato su facebook la campagna di Pasqua del Fondo Amici di Paco (che siamo stati i primi, 13 anni fa, a lanciare), qualcuno ha scritto offese e messaggi derisori, rivendicando la libertà di rimpinzarsi di agnello e capretto e riaccendendo la noiosa polemica tra carnivori e vegetariani.
Così mi ha chiesto una presa di posizione. Dato che non c’è niente di nuovo sotto il sole, e che da anni mi sento dire da qualcuno a corto di fantasia e argomenti che è ingiusto pensare agli animali quando ci sono tanti bambini da aiutare, non faccio nemmeno lo sforzo di scrivere qualcosa di nuovo: al vecchio rispondo col vecchio.
E allora ecco che sono andata a riprendere una mia risposta a un ascoltatore di Verdeblugarda tv (che un paio d’anni fa sul suo sito gentilmente aveva pubblicato la nostra campagna “Buona Pasqua anche a loro”), il quale aveva scritto: “A me piace sia l’agnello che il capretto e a me voi che rompete l’anima parlando di animali e poi fate ve ne fregate dei bambini che muoiono non piacete! E mi mangio sia l’agnello che il capretto alla faccia vostra! Ho già prenotato al ristorante per tutta la famiglia!”
Ecco la risposta che diedi allora e che vale come risposta anche a quanti si sono presi la briga di scrivere commenti di tale e tanta profondità sulla pagina Facebook.

Da quando mi occupo di tutela degli animali e ho fondato il Fondo Amici di Paco mi sento chiedere spesso (devo dire oggi molto meno che in passato… per fortuna: significa che le menti si sono più aperte a riconsiderare il rapporto uomo-animali) che cosa faccio per i bambini. Faccio quello che posso. Aiuto tante associazioni che si occupano dell’infanzia, e ho adottato a distanza un paio di bambini africani.
Ma anche attraverso il Fondo Amici di Paco ritengo di fare cose importanti per i bambini, sensibilizzandoli, facendoli riflettere su problemi come il randagismo, i maltrattamenti degli animali, le ingiustizie e le crudeltà commesse dagli uomini nei confronti degli animali. E, grazie anche ai consensi degli insegnanti delle scuole, ho la convinzione e forse la presunzione, così facendo, di aiutarli ad amare e rispettare non solo gli animali ma anche il proprio prossimo, i propri simili. E’ molto più facile (e l’ho constatato più volte di persona) che chi ama gli animali ami più facilmente anche gli esseri umani. Si crea una predisposizione all’amore e alla comprensione che, al contrario, non si riscontra in coloro che dicono di non amare gli animali.
Guarda caso, poi, le persone che mi fanno questa domanda (che cosa fai per i bambini?) sono poi le stesse che non muovono un dito per aiutare non solo gli animali (per carità!), ma non lo muovono nemmeno per i bambini, per gli anziani, per i bisognosi in genere. E però sono sempre i primi, questi signori, a farti una colpa di amare e rispettare gli animali e voler fare qualcosa per loro. Loro, che niente fanno per gli altri.
Con questa campagna pasquale, così come con tutte le altre iniziative della nostra associazione, non intendiamo “obbligare” nessuno a cambiare i propri comportamenti. Però sapere che qualcuno è disposto a rivedere le proprie certezze e a prendere in considerazione un altro punto di vista è già per noi un buon risultato.
Visto che siamo in tema pasquale, spesso mi rifaccio a quel passo della Genesi in cui si dice: “Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra, soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che si muove sulla terra”.
Forse è stato questo passo della Genesi ad aver alimentato sin dall’antichità qualche equivoco. E qualcuno ha creduto (a qualcuno ha fatto comodo credere) che l’Uomo potesse davvero essere il padrone assoluto dell’universo, che tutti gli esseri non umani della terra siano a disposizione di noi umani, affinché ne attingiamo a piene mani per nutrirci, servirci, allietarci.
Ma, al giorno d’oggi, chi può davvero pensare che quella frase “dominate su…” voglia dire “fatene ciò che volete”? Il potere che ci è stato dato da Dio non va di certo convertito in abuso di potere. Attenzione a non travisare, anche se a volte farebbe comodo!… La superiorità e il potere di cui siamo stati investiti verso le altre creature della terra devono invece farci sentire responsabili nei loro confronti. Dobbiamo proteggerle e difenderle.
All’ombra del potere, appunto, che ci è stato attribuito.
Ma sono certa che col tempo, venuta meno, come sta venendo, la necessità primaria di uccidere gli animali per sfamarci, anche la Chiesa adeguerà i propri dettami a questo mutamento, chiarirà la propria posizione, cancellando il millenario equivoco; per ridare, invece, vigore agli insegnamenti di San Francesco. Colui che, forse per primo in ambito religioso, vide la purezza, la bontà, la dignità che albergano nel cuore e nell’anima anche della più umile delle creature terrene.
Ciò che probabilmente vi vide anche Papa Paolo VI, quando affermò che “Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo”, e successivamente Giovanni Paolo II, quando disse: “C’è dunque un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi.”
Grazie per avermi letta.

Diana Lanciotti
fondatrice Fondo Amici di Paco

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