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Morire di vergogna all’epoca di internet

Proprio dei limiti di internet ci eravamo occupati pochi mesi fa, parlando della nuova campagna del Fondo Amici di Paco “Realtà vera o realtà virtuale?” (v. https://www.dianalanciotti.it/2016/08/la-solidarieta-ai-tempi-di-facebook-ovvero-quando-un-mi-piace-non-basta/ )
Ora la vicenda della ragazza napoletana che ha scelto di suicidarsi in seguito alla diffusione in rete di suoi video hard riporta l’attenzione sull’uso pericoloso che si fa della rete.


Di solito cerco di analizzare le situazioni da tutti i punti di vista prima di esprimere un giudizio, ma stavolta non riesco a pensare ad altro se non “che grande squallore!” Al di là del dispiacere che si prova davanti a una morte, in ogni modo la si guardi la faccenda è davvero squallida.
E ancora una volta mette in luce l’uso malsano e improprio di uno strumento come internet, che dovrebbe essere impiegato come mezzo potente d’informazione, per accrescere la propria conoscenza e la propria cultura, e non per coltivare i più biechi istinti dell’essere più “bestiale” che esista: l’uomo.

Diana Lanciotti

P.S. Nota per gli animalisti: ovvio che ho usato il termine “bestiale” per provocazione, nell’accezione negativa che ingiustamente gli si dà. In realtà dalle bestie avremmo tanto da imparare.

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