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La carnevalata delle mascherine (sapevano tutto e hanno fatto una strage)

È ufficiale: il governo e le autorità sanitarie già da gennaio sapevano  che era in arrivo la pandemia di Coronavirus. Sulla Gazzetta Ufficiale dell’1 febbraio, su delibera del Consiglio dei Ministri datata 31 gennaio 2020, veniva pubblicata la “Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”, in cui si scriveva:

“Vista la dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica per il coronavirus (PHEIC) dell’Organizzazione mondiale della sanita’ del 30 gennaio 2020…”

“Considerata l’attuale situazione di diffusa crisi internazionale determinata dalla insorgenza di rischi per la pubblica e privata incolumita’ connessi ad agenti virali trasmissibili, che stanno interessando anche l’Italia…”

“Considerata la necessita’ di supportare l’attivita’ in corso da parte del Ministero della salute e del Servizio sanitario nazionale, anche attraverso il potenziamento delle strutture sanitarie e di controllo alle frontiere aeree e terrestri…”

“Vista la nota del 31 gennaio 2020, con cui il Ministro della salute ha rappresentato la necessita’ di procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale di cui all’articolo 24 del decreto legislativo n. 1 del 2018…”

“Ritenuto, pertanto, necessario provvedere tempestivamente a porre in essere tutte le iniziative di carattere straordinario sia sul territorio nazionale che internazionale, finalizzate a fronteggiare la grave situazione internazionale determinatasi”

“… e’ dichiarato, per 6 mesi dalla data del presente provvedimento, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili.”

Firmato: Il Presidente del Consiglio dei ministri Conte

Quindi questi sapevano tutto almeno dal 30 gennaio: da quando cioè, con sospetto ritardo, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si era finalmente decisa a dichiarare l’emergenza internazionale, non riuscendo più a “coprire” il colpevole silenzio della Cina che per mesi aveva tenuta occultata la situazione (e probabilmente tuttora occulta i dati reali, che forse prima o poi qualcuno riuscirà a fare emergere).
Pur essendo avvisati, pur avendo dichiarato ufficialmente lo stato di emergenza, i nostri malgovernanti e compagnia stonante hanno fatto finta di niente. Qualcuno dice: ma sulla Gazzetta c’era scritto. Già, come se tutti gli italiani la mattina a colazione leggessero la Gazzetta Ufficiale invece della Gazzetta dello sport.
E fino al 21 febbraio, cioè quando è scoppiato il caso di Codogno, hanno taciuto, hanno nascosto la polvere sotto il tappeto.
Pur avendo già ipotizzato il “potenziamento delle strutture sanitarie e di controllo alle frontiere aeree e terrestri” hanno continuato a dare dei razzisti e degli sciacalli ad avversari politici e governatori di regione che chiedevano misure restrittive alla circolazione. Hanno continuato a ridere, a predicare “abbraccia un cinese”, ad accogliere barconi di migranti, a far rientrare i Cinesi che erano stati in Cina per il Capodanno.
Tutti uniti e compatti a dare il proprio contributo al disastro.
Conte, in un’orgia di esposizione mediatica, a ripetere: “Situazione sotto controllo… Eravamo preparati… La popolazione non deve essere preoccupata”.
Zingaretti a prendere l’aperitivo a Milano e sghignazzare che era una semplice influenza (salvo beccarsi il virus, che lo sta pietosamente tenendo via dalla scena, risparmiandogli qualche sputo in faccia da parte dei familiari dei morti uccisi dalla loro stupidità, la loro inettitudine, il loro odio verso Salvini, il loro disprezzo per gli Italiani).
Gori, il sindaco di Bergamo, una delle città che sta pagando il più alto tributo a questa tragedia, a farsi vanto di andare al ristorante cinese con la famiglia per esprimere la vicinanza agli amici della Via della seta. Salvo ora fare il pianto greco.
Sala, il sindaco di Milano, a declamare “Milano non si ferma”. Salvo, ora, versare lacrime di coccodrillo ammettendo di aver “forse” sbagliato. Notare il “forse”.
I conduttori tv, da Formigli alla Merlino, a strafogarsi di involtini primavera a tutto schermo.
Per non dire dei vari virologi che in un mese hanno fatto più presenze in tv di Fiorello in dieci anni, a rassicurarci che in Italia il rischio contagio era un’ipotesi fantascientifica, quasi come il rispetto dei diritti civili in Cina:
“In Italia il rischio è zero. Il virus non circola…”, “Quando tutto questo sarà finito, mi farò fare un ciondolo d’oro a forma di coronavirus” e, ancora: “Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale.”
E sull’uso della mascherina ironizzavano: “meglio una maschera di Carnevale”.
Ovviamente ogni riferimento alle dichiarazioni di inizio febbraio del professor/scrittore Burioni e successivamente della sua collega/nemica Gismondo è tutt’altro che casuale: due tragicomiche “primedonne” che hanno imperversato in tv come due divi del cinema facendosi la guerra a suon di bestialità, lucidando un ego smisurato e trastullandosi con la pelle degli altri.
C’è da chiedersi se ora, dopo aver tranquillizzato gli Italiani, la sera quando vanno a dormire tutti questi personaggi contino le pecore oppure i morti che con le loro “rassicurazioni” hanno provocato. Perché se ”fior” di politici e di “scienziati” ci dicevano che potevamo stare tranquilli, che ”Milano non si ferma”, che potevamo continuare a fare la nostra vita… perché mai avremmo dovuto smettere?
Ma quello che dà la misura della malafede e del comportamento criminale di queste persone è la pagliacciata delle mascherine. Per due mesi ci hanno detto che non servivano (qualcuno veramente continua a dirlo), e che servono solo agli infetti per non contagiare il prossimo. Salvo poi dirci che c’è in giro una quantità insospettabile e strabiliante di asintomatici. Che, senza le mascherine, spruzzano nell’aria le famose “goccioline” e spargono virus a gogo. Mai nessuno che abbia detto che, se servono in uscita, riparano anche in entrata.
Ma allora perché ci dicevano che non servono? Semplice: perché non ce n’erano e, ancora dopo due mesi, non ce ne sono. Ma se chi è alla guida del paese (autorità politiche e sanitarie) avesse adottato il criterio del buon padre di famiglia, con sincerità e coscienza avrebbe dovuto dire: “Cari cittadini, mascherine non ce ne sono. Però quando uscite adottate tutte le accortezze. Copritevi la bocca e gli occhi come meglio potete”.
Da una sciarpa, a un passamontagna, a qualunque altra cosa, l’ingegno degli Italiani sarebbe riuscito a creare un presidio… non marcato CE, certo, ma in ogni caso in grado di dare una bella scremata al virus. E adesso non ci sarebbero tutte quelle file di bare, e famiglie straziate per aver perso i propri cari.
Hanno decimato la popolazione anziana, e dato una bella sfoltita anche a quella più giovane.
Incoscienti? No: criminali.
Sì, criminali, tutti quelli che già il 31 gennaio dichiaravano lo stato di emergenza, e non solo non sono stati capaci di approntare le strutture e le attrezzature sanitarie per fronteggiarlo, ma hanno mandato gli Italiani alla guerra nudi, indifesi… nemmeno con i famosi (ma inventati) “scarponi di cartone”.
In molti casi sarebbe bastata una mascherina fatta col domopac. Neanche quella hanno voluto suggerirci. Hanno preferito minimizzare, negare, accusare (i leghisti e i medici lombardi), condannando a morte migliaia di persone.
Purtroppo per la nostra Italia e per noi Italiani ci siamo ritrovati, nel momento sbagliato, l’uomo più sbagliato alla guida del Governo. Un uomo pericoloso in preda a un delirio di onnipotenza e ostaggio della UE. Una combinazione nefasta, di cui stiamo vedendo i risultati. Dopo aver mandato a morte migliaia di Italiani e aver soffocato il dissenso dei superstiti, da cui pretende applausi e riconoscenza, vorrebbe instaurare un regime totalitario. In cui nessuno dice la verità ed esprime il proprio pensiero, pena essere bollato come  polemico o provocatore. O essere censurato.
Più pericoloso di un tiranno, sta insediando in modo subdolo una dittatura, calpestando tutti i nostri diritti e la Costituzione.
Per fortuna è notizia di ieri che l’avvocato Taormina sta predisponendo una denuncia alla Procura di Roma per “epidemia colposa”. Speriamo.
Io credo che tutti coloro che con il loro comportamento irresponsabile, imprudente, avventato hanno provocato questa tragedia debbano essere incriminati e interdetti a vita dai pubblici uffici.
Non ci restituirà i nostri morti, ma almeno ci risparmierà di doverne piangere altri. Perché se questa volta è andata così, la prossima…?

Diana Lanciotti

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