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Grande idea! Vietiamo per legge l’acquisto di cuccioli a Natale…

Ve ne racconto una bella… almeno per me la è!
Poco prima di Natale ricevo via mail una delle ormai tantissime richieste di aderire con una firma a una petizione diffusa tramite il sito firmiamo.it, uno dei tanti siti in cui chiunque ha la possibilità di lanciare una campagna contro o a favore di un dato argomento.
All’inizio mi dicevo che era bello che grazie a internet tutti avessero la possibilità di creare un movimento di opinione, di denunciare questo o quel misfatto o questa o quella ingiustizia… e ho continuato a dirmelo finché mi sono resa conto che certe libertà, certe opportunità, in mano a chi ha… la penna, anzi dovrei dire il tasto facile, vengono troppo spesso abusate, svilite, ridicolizzate.

E così dilagano le petizioni a favore o contro qualcosa… qualunque cosa. Qualunque notizia (dal licenziamento di un’impiegata, alla causa dei precari, ai botti di capodanno, per dire i casi più recenti) diventa oggetto di una campagna che prevede la diffusione a tappeto di mail che intasano la posta di chi, invece di pensare a lanciare una raccolta firme, si arrabatta a cercare di raccogliere, lavorando, qualche soldino per poter mantenere sé stesso e la propria famiglia.

Tra i primi posti ci sono le petizioni animaliste (già: gli animalisti sono tra i “petizionisti” più attivi… a volte sembra quasi che passino il loro tempo a lanciare petizioni e non abbiano altro da fare).
Facciamo il caso dei botti di fine anno: quindici anni fa fummo i primi a lanciare l’allarme sui pericoli che i botti rappresentano non solo per gli umani, ma anche per i cani. E grazie alla campagna “Botti? NO, grazie” che promuoviamo ogni anno, sostenuti dai mezzi d’informazione che ci supportano, abbiamo ottenuto che quest’anno siano stati addirittura più di 850 i comuni che hanno vietato l’uso dei botti di fine anno (e lasciamo stare che qualche sindaco abbia emesso l’ordinanza con un po’ di ritardo… l’importante è comunque che l’abbia fatto).
Invece qualcuno ha deciso di fare una raccolta firme online contro i botti… solo che si è svegliato un po’ tardi: il 28 dicembre!
Vabbè, ognuno è libero di fare ciò che vuole, peccato che così facendo le petizioni di ogni tipo arrivino a raffica, spesso fuori tempo massimo e sminuiscano il valore di quelle eventualmente valide, mirate e importanti.
Un po’ come gridare al lupo in continuazione… chi ti ascolta più?

Ma la petizione animalista che ho trovato più… divertente, per non dire strampalata, è quella lanciata il 23 dicembre, che recita esattamente:

“PROIBITO VENDERE CUCCIOLI A NATALE”
e spiega così il concetto:
“Il governo deve emettere una legge per vietare la vendita di animali nel periodo natalizio.
Si avvicina Natale e come ogni anno il regalo più desiderato sotto l’albero da tutti i bambini è un amico a quattro zampe. La mattina del 25 dicembre sarà il regalo più bello mai ricevuto, ma quando l’amico peloso sarà cresciuto e l’estate si avvicinerà sarà ancora lo stesso? Il 40% dei cuccioli regalati a Natale verrà abbandonato con l’arrivo delle vacanze estive. Un cucciolo non è un pupazzo che serve a soddisfare il capriccio di un bambino e questo purtroppo non è ancora stato compreso da tutti. Serve una legge che proibisca la vendita di animali nel periodo di Natale per contrastare gli abbandoni estivi!
FIRMA
Vuoi darci una mano ancora più grande? Diffondi il più possibile questa petizione, inviando la mail ai tuoi amici o condividendo i link sui tuoi account social.”

Non la firmo, ovviamente (poi vi spiegherò il perché), ma vado a leggere i commenti dei firrmatari i quali, fatto salvo il principio validissimo di sconsigliare il regalo di cuccioli a Natale se non si tratta di una scelta ponderata E PER LA VITA, cascano in buona fede nella trappola di una petizione all’apparenza giusta, ma che in realtà nasconde la privazione di una libertà.
Proibire per legge la vendita di cuccioli per Natale (divieto che qualcuno vorrebbe estendere a… SEMPRE, in base all’idea che i cani non si comprano ma si vanno a prendere al canile… idea che a volte fa pensare che sia più tollerato l’abbandono che l’acquisto di un cane) mi pare a dir poco improponibie, se non assurdo.
Ma non vi sembra che lo Stato (gli metto la S maiuscola per abitudine, ma lo Stato in cui viviamo di maiuscole ne merita un gran poche…) sia anche troppo presente nelle nostre vite? Non vi sembra che chiedere l’ennesima legge su una questione oltretutto etica (via lo Stato dalla regolamentazione della sfera privata e morale, per favore…) sia un controsenso in una società che anela alla libertà individuale? Ma che cos’è questa voglia di statalismo?
Facciamo, per favore, che lo stato si impicci solo di questioni che regolano la società e non limitino le nostre già anche troppo limitate libertà individuali.
Vietare per legge l’acquisto di un cane sotto Natale mi sembra, oltre che la violazione di un mio diritto, un voler chiamare lo Stato a ingerirsi nei fatti nostri, quando lo fa già anche troppo e a sproposito.

Per “fortuna” i nostri legislatori sono impegnati in ben altro (ad esempio a salvare le banche che hanno rovinato e truffato migliaia di correntisti… o ad abolire il reato di clandestinità, che renderà più facile la vita ai terroristi pseudoislamici…) per preoccuparsi di questa amena iniziativa.
Tutto questo detto da una che 15 anni fa s’inventò la campagna del Fondo Amici di Paco: NON SIAMO GIOCATTOLI, NON REGALARCI A NATALE.
Campagna che è tuttora uno dei cavalli di battaglia della nostra associazione, con la quale siamo riusciti a sensibilizzare tante persone che “prima non ci avevano pensato”, e a scongiurare il regalo di cuccioli che, donati con troppa leggerezza a Natale, a Pasqua rischierebbero di finire per strada.

Ma se sensibilizzare va bene, anzi si deve, vietare per legge sarebbe davvero troppo.
Anche perché con la credibilità e le simpatie di cui gode di questi tempi lo Stato, il rischio è che in tanti accorrano a infrangere il divieto… Io sarei la prima!

Diana

P.S. Solo ora scopro che il promotore della petizione è il presidente di un’associazione “animalista”, lo stesso che ha denuncato Vittorio Sgarbi per l’uso della parola “capra” come “offesa” ai propri interlocutori… Be’, adesso è tutto chiaro. Per un attimo avevo temuto che fosse una cosa seria.

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