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Bambino ucciso dai cani di famiglia a Catania

Oggi un bambino di un anno e mezzo è stato ucciso a Catania, in casa propria, dai propri cani, due Dogo Argentino (almeno  a quanto dicono i giornalisti (anche se poi si è parlato di meticci).

Subito si è scatenata la solita ridda di ipotesi, e qualcuno sta rispolverando la vecchia  ordinanza sulla “Tutela dell’incolumita’ pubblica dall’aggressione di cani” che da anni il Ministero dell Salute proroga di anno in anno (e che guarda caso è scaduta proprio il 3 agosto appena trascorso).

Ma se l’ordinanza può avere qualche validità (per chi si degna di rispettarla, ovviamente) nella gestione extradomestica (intendo fuori di casa)  dei cani, coi casi di aggressione all’interno di casa non ha nessuna attinenza.

Ci sono troppi motivi per cui un cane può decidere di aggredire un bambino, ed è inutile,  ora, cercare di indagarli. Ciò che conta è aver sempre presente che un cane non è un pupazzo, e si muove in base a precisi istinti che a noi umani sfuggono.
Girare il coltello nella piaga dicendo che un bambino piccolo non va mai lasciato da solo con un cane (“pericoloso” o no che sia) sembra poco simpatico, poco umano. Però è l’unico modo per prevenire certe tragedie.

In attesa che qualcuno, dopo lo sgomento di oggi, ci dica che cosa è successo, credo che l’unica cosa da fare sia pregare per quel povero piccolo e per due genitori che passeranno il resto della vita a darsi delle colpe.

Diana Lanciotti

2 commenti

  • Corrada cardini

    Vorrei porre il problema in altri termini. Premetto di non essere sensibile al fascino della “caninita’ ” Detto questo mi chiedo in termini più generali che cosa spinga tante persone, centinaia di persone sole ma non solo a mettersi in casa animali dalle caratteristiche chiaramente inquietanti… Selezionati per svolgere ruoli di attacco e difesa, bestie da combattimento il cui istinto e’ stato in qualche modo represso ma è pronto a svegliarsi in circostanze non prevedibili dentro e fuori casa. Considero personalmente i proprietari di questi animali a loro volta pericolosi per chiunque si avvicini a loro e I loro cani. E credo che debbano essere penalmente perseguiti senza alcuna forma di giustificazione. Sono anche lo ammetto scandalizzata dal modo assurdo e ridicolo quando non al limite del patologico con cui si trattano gli animali domestici. Trasformandoli in surrogati inconsapevoli di un bisogno di controllo frustrato e protagonisti involontari di rapporti centrati sulla ricerca ossessiva di obbedienza cieca, sudditanza psicologica e dedizione assoluta. Normale?

    • Diana Lanciotti

      Cara Corrada, è chiaro che non amando gli animali forse non sei completamente al corrente delle dinamiche che intercorrono tra chi li ama e no. Non per questo ti critico o esprimo giudizi sul tuo conto.
      In parte condivido quanto dici riguardo la selezione che nel tempo ha creato cani a cui viene richiesto un determinato compito. Pensare di farne docili cagnolini da salotto è scorretto, ma è anche vero che cani di un certo tipo in mano a persone che ne conoscono le reali caratteristiche e sanno porsi da buona guida (o leader) nei loro confronti possono esprimere le loro “qualità naturali” (come si definiscono tecnicamente, senza che in questo caso il termine qualità abbia connotaziomi positive o negative) senza grossi problemi. Purché non si pretenda, appunto, di farne cani da salotto e, soprattutto, non si faccia credere agli altri (provocandone un’eccessiva confidenza) che sono cagnolini docili.
      Nel mio libro “L’esperta dei cani” scrivo:

      “Un cane che ha combattuto, un cane che è nato e vissuto per sviluppare una forma di aggressività verso i propri simili (l’aggressività tra simili non è insita nella natura del cane, a meno che intervengano condizioni particolari, tipo appunto l’addestramento) difficilmente, anche se portato a vivere in un contesto in cui l’aggressività non viene stimolata, sarà un cane come tutti gli altri: prima o poi incontrerà una particolare situazione in cui la molla scatterà.
      E allora sarà un gioco tra i bambini che non gli piace, o un loro gesto che lui magari interpreterà male, a fargli riaffiorare l’istinto. E a rimetterci saranno i bambini, perché, e va sottolineato, Bill si comporta da perfetto cane obbediente in presenza del marito di Anna (che lui ha individuato evidentemente come il “capo”), mentre diventa aggressivo quando ci sono solo i bambini. È tipico dei cani da combattimento, o se vogliamo dei predatori, esprimere la propria aggressività e la propria dominanza aggredendo il più debole.
      È vero, l’ho detto altre volte e lo ripeto: non ci sono cani cattivi. Ci sono uomini cattivi che fanno diventare cattivi certi cani.
      Alcuni pensano che questi cani possano essere “riconvertiti”, resi inoffensivi. Mi dispiace, ma io temo che non sia possibile. Non completamente, almeno.”

      Il coautore del mio libro, Demis Benedetti, bravissimo dog trainer, scrive:

      “Se gli istinti e le qualità naturali del cane vengono compressi, da qualche parte devono sfogarsi. Il rischio è che si convertano in aggressività o comunque in comportamenti pericolosi. È invece importante canalizzare le qualità del cane, insegnargli a modularle, a gestirle, senza che sfocino in atteggiamenti patologici.”

      Tutto qui, il segreto. Qualunque cane, anche un Barboncino, se “compresso” in una vita “non da cane” potrebbe diventare aggressivo. Certo, il morso di un Barboncino ha conseguenze molto meno gravi. Però ti assicuro che i casi di aggressione di cani piccoli sono molto più numerosi di quelle di cani grandi.
      Non è corretto colpevolizzare i proprietari di cani “da difesa” tout court. Certo bisognerebbe valutare le motivazioni delle loro scelte. Qualcuno sceglie cani di questo tipo proprio per farne cani aggressivi e pericolosi, ma la maggior parte li sceglie per puri motivi estetici o… di moda, non conscendone le reali caratteristiche. E non so qual è il caso peggiore.
      Perché cani di un certo tipo devono andare in mano a persone che ne conoscono le “qualità naturali” e, in un mondo e un’epoca in cui queste non sono richieste per cacciare il puma o l’orso (per fare un esempio), sanno canalizzarle in senso positivo o addirittura utile (come nella protezione civile, nell’antisommossa, nella pet therapy).
      Per quanto riguarda il fatto che tu ti scandalizzi per il modo che tu giudichi “patologico” in cui gli animali domestici vengono trattati, credo che tu abbia una visione un po’ parziale e ingiusta della situazione.
      In ogni caso penso che ognuno, purché non leda i diritti altrui (uomini e animali), abbia il diritto di far della propria vita ciò che vuole.
      Io vivo da sempre con cani e gatti, ma non ne ho mai fatto “surrogati inconsapevoli di un bisogno di controllo frustrato e protagonisti involontari di rapporti centrati sulla ricerca ossessiva di obbedienza cieca, sudditanza psicologica e dedizione assoluta.” E come me tante altre persone per le quali i cani sono, semplicemente, “splendidi compagni di vita”, senza riversare su loro frustrazioni ed egoismi, né portare via affetto e rispetto ai propri simili.
      Ti ringrazio tanto per il tuo intervento e ti auguro buona giornata

      Diana

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