I nostri migliori amici

Era solo un cane?

Cara Diana, sono passati sette giorni da quando il cuore della mia Sally ha smesso di battere, e il silenzio in casa è ogni giorno più insopportabile. Ovunque guardo, mi aspetto di vederla, di sentire il suo zampettare allegro sul pavimento in legno, o il suo ansimare felice quando tornavo a casa.
Come si fa ad abituarsi a questo vuoto? Sally era il mio piccolo, fedele, rumoroso angelo custode con la coda. Per quindici anni, ogni giorno è iniziato e finito con lei. Mi manca il suo muso caldo e umido che mi svegliava con una leccata, e le orecchie morbide che accarezzavo la sera dandole la buonanotte. Mi mancano le piccole cose, di Sally. Mi manca il suono del suo collare che tintinnava quando si grattava, la sua testa appoggiata al mio ginocchio mentre guardavo la TV, le feste ogni volta che tornavo a casa, anche se ero uscita solo per prendere la posta. Mi mancano persino le sue scenate quando non le davo il suo snack all’ora esatta. Mi manca la passeggiata nel parco senza lei che tira al guinzaglio.
Non so come riempirò le ore che prima passavo a spazzolarla, a giocare o semplicemente a stare in silenzio con lei, sapendo che era lì, da qualche parte nella stanza.
Dicono che il dolore è il prezzo che si paga per l’amore. E il mio amore per la mia Sally era smisurato. Ha riempito la mia vita di una gioia incondizionata, di una lealtà che non conoscevo e di un calore che nulla potrà mai sostituire. È stato il miglior cane del mondo, la mia migliore amica.
Come si fa, come si fa, Diana, a restare senza un cane che ci ha riempito la vita d’amore? Un cane che mi è sempre stato vicino in tutte le avversità che la vita mi ha abbondantemente riservato? Lei c’era, sempre, e non posso dire lo stesso dei parenti e degli amici, che se la sono letteralmente squagliata. Come si fa… come faccio?

Silvia

Cara Silvia, non lo so neanch’io come si fa. A me è successo tante volte e ogni volta ho pensato. “Come fanno gli altri?” In tutti questi anni ho ricevuto gli sfoghi e raccolto i ricordi, le lacrime, le speranze di tantissime persone e mi sono accorta che ogni volta il dolore è diverso. Non solo da persona a persona, ma anche nella stessa persona. E non è solo questione di anni che passano, non è che da giovani sia diverso di quando si è più vecchi. Intendo dire che il rapporto che instauriamo con i nostri cani o i nostri gatti è diverso con ognuno di loro. E quando se ne vanno, è sempre qualcosa di diverso che ci manca. Per Paco è stata la scoperta di un mondo, la fedeltà mista a indipendenza e l’intelligenza superiore. Per Boris è stato il senso di protezione e la simbiosi totale. Per la Maggie è stata la presenza tranquilla e saggia, sulla quale si poteva sempre contare. Per Smoky è stato un legame fortissimo, spezzato in modo tragico e inaspettato, e la mancanza improvvisa di un essere che più di altri sembrava indifeso e bisognoso di me.

Ogni volta è stato diverso ed è stato diverso ciò che mi è venuto a mancare. Per questo non so rispondere alla tua domanda “come si fa”? Non c’è un segreto, non c’è un trucco, non c’è nessun modo sperimentato e rodato per… farsela passare. Anche perché, sinceramente, non passa. Mai. A volte sei lì, magari presa da altre cose, e ti arriva come una freccia, come una pugnalata il ricordo di quei momenti in cui tutto è finito. E il dolore ritorna in tutta a sua intensità, come se fosse appena successo e non fossero passati anni. Però poi la mente e il cuore ti vengono in soccorso e ti mandano come tanti flash a ripetizione i momenti belli, teneri, dolci, che mai nessuno ci potrà portare via. Perché il regalo che loro ci fanno, quando se ne vanno, è di lasciarci un album dei ricordi che possiamo sfogliare in ogni momento per sentire ancora quell’amore inondarci di calore e consolazione.

Chi resta, o chi verrà dopo, non ti darà mai ciò che ti dava chi se n’è andato. Non è una consolazione, lo so. Ma è giusto così, perché non c’è né mai ci sarà un cane uguale a un altro, un gatto uguale a un altro. Non tanto e solo fisicamente, quanto caratterialmente e sentimentalmente. E decidere di andare avanti e dare amore a un altro cane non significa sostituire chi se n’è andato.

L’amore che hai dato a Sally non è finito, non può finire lì. È un tesoro che non puoi chiudere in uno scrigno e tenere tutto per te, ma devi tenerlo vivo, averne cura e donarlo. Sally purtroppo non c’è più ma questi 15 anni insieme l’hanno resa eterna nel tuo cuore. Lei, lì, ci sarà sempre. Ma accanto a te purtroppo non la vedrai più, anche se col tempo, come ti auguro, riuscirai a sentirne la presenza invisibile e protettiva. Mi permetto di scriverti queste cose dopo la telefonata di ieri, in cui non mi sei sembrata così categorica nel dire: “Non ne voglio più sapere. Non voglio più soffrire”, come invece mi capita di sentire spesso. Perciò scusa se non rispondo alla tua domanda ma ti faccio tutti i miei auguri perché la tua Sally vegli su di te e porti nella tua vita una creatura che abbia bisogno di tutto l’amore che, ne sono certa, le saprai dare.

Un abbraccio

Diana

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