UN LIBRO IN 9 DOMANDE – L’esperta dei cani (dicembre 2015)

LA SINTESI DELL’INTERVISTA A DIANA LANCIOTTI ANDATA IN ONDA SU RADIOLAGHI IN OCCASIONE DELL’USCITA DEL SUO SEDICESIMO LIBRO: UN’APPASSIONANTE E ISTRUTTIVA “PASSEGGIATA” NEL MONDO DELL’EDUCAZIONE CINOFILA PER AIUTARCI A RENDERE UNICO E FELICE IL RAPPORTO CON I NOSTRI CANI.

L’ESPERTA DEI CANI:
“Il segreto è che non c’è nessun segreto!”

Nell’intervista di cui riportiamo la sintesi (e che potete ascoltare su https://youtu.be/v1vHFkpC3lw), Diana Lanciotti risponde alle domande di Dante Cerati, direttore di Radiolaghi, sul suo libro L’esperta dei cani scritto in collaborazione con Demis Benedetti, il dog trainer fondatore di New Thought. La fondatrice del Fondo Amici di Paco spiega la sua scelta di puntare l’attenzione sull’educazione cinofila come strumento per scongiurare gli abbandoni e creare con il proprio cane un rapporto sereno, basato sulla comprensione, la fiducia e il rispetto.
Sabato 28 maggio 2016 Diana Lanciotti e Demis Benedetti presenteranno il loro libro presso la sede di New Thought, il centro di educazione cinofila di Demis Benedetti (per info: http://www.amicidipaco.it)

1) Diana, il titolo del tuo ultimo libro nasce dal fatto che “esperta dei cani” è un appellativo che ti è spesso dato dai tuoi lettori o dalle persone che richiedono una consulenza… Come mai, dopo tanti romanzi, hai scelto di scrivere un libro di questo tipo? E come hai voluto collaborare con Demis Benedetti?

In effetti il titolo è volutamente provocatorio e si riferisce al titolo, appunto, che mi hanno attribuito tante persone che, sapendomi appassionata di animali, si rivolgono a me per avere consigli sulla gestione di problemi legati alla convivenza con i propri cani o anche i propri gatti. Aggiungici poi che da 9 anni sulla rivista “Amici di Paco” curo la rubrica “Parliamone insieme” dove, in base all’esperienza personale e con il supporto di educatori cinofili, veterinari, allevatori, mi occupo dei casi che mi vengono sottoposti da persone che spesso, dopo averle tentate tutte e avere sentito tanti pareri discordi e spesso contrastanti, si rivolgono a me come l’ultima spiaggia. Ecco, L’esperta dei cani nasce dalla voglia di fare un po’ di chiarezza sulla questione dell’educazione cinofila e di diradare la nebbia che molti innalzano sull’argomento, rendendo difficile la vita dei proprietari di cani anziché semplificargliela. L’intento che mi sono posta è di aiutare in modo chiaro, diretto, senza discorsi fumosi e voli pindarici, chi ha problemi concreti di convivenza con il proprio cane e ha bisogno di risposte concrete. Ho evitato le teorie e le filosofie astruse che qualcuno cerca di propinare per portare acqua al suo mulino ma ho fatto ricorso all’esperienza ma anche al buon senso. La collaborazione con Demis Benedetti, il fondatore di New Thought, nasce dal fatto che io stessa, dovendo affrontare un problema con uno dei miei cani, dopo essermi fatta confondere le idee da certe teorie mi sono rivolta a lui e ho potuto apprezzare il suo approccio che è diverso dagli altri. Quello che si fa andando a scuola da Demis è un percorso educativo personalizzato, tagliato su misura del singolo cane e del singolo proprietario. Demis è un educatore cinofilo molto serio e preparato, con oltre 30 di esperienza diretta sul campo, e ha risolto tantissimi problemi giudicati irrisolvibili. Lo fa con passione, oltre che con grande professionalità, senza ricorrere alle teorie astratte di cui parlavo prima.

2) Come ci spieghi fin dalle prime pagine, il tuo obiettivo non è insegnare, ma condividere. Cosa pensi dei metodi di rieducazione dei nostri cuccioli utilizzati spesso da quei presunti esperti che tu chiami teorizzatori e praticoni? E soprattutto come facciamo a riconoscerli, quindi a evitarli?

Non mi piace criticare chi lavora in buona fede, pur sbagliando. Il problema si pone con chi lavora in malafede, e cerca di propinare teorie poco applicabili alla realtà e comunque al caso specifico, alla singola situazione. Con il mio libro ho voluto dissipare il fumo alzato da certi pseudoseperti, con tanta teoria ma poca o zero pratica: persone che raccontano storie, che pretendono di stabilire delle regole valide per tutti (per tutti i cani e tutti i proprietari), quando invece è impossibile avendo a che fare con una materia così difficilmente schematizzabile e catalogabile come sono la mente del cane e dell’uomo. Sarebbe come voler regolamentare i rapporti tra genitori e figli, tra mogli e mariti… è impossibile. Per fortuna, come dice Demis, “ogni cane è un mondo a sé, da scoprire, comprendere e amare”. Per quanto riguarda il riconoscere i pseudoesperti ed evitarli, credo che sia piuttosto semplice: basta vedere come si comportano con noi, più che con i cani. Se cioè cercano di farci sentire inadeguati, se si propongono come i detentori della Verità con la V maiuscola, se ci creano dubbi e incertezze anziché fornirci delle soluzioni e, soprattutto, se non sanno metterci al centro del rapporto con il nostro cane: come, cioè, le persone che, guidate da un buon educatore, hanno in mano la chiave di volta per risolvere qualunque problema con il proprio cane. Un buon educatore deve essere una buona guida per noi, innanzitutto, e farci capire che i problemi dei nostri cani sono nostri problemi, che non sono i cani a sbagliare, ma siamo noi, con i nostri sbagli, con la nostra incapacità di capirli e farci capire, a indurli in errore. Se un cane sbaglia, la colpa è sempre nostra. Ma molti educatori, per non alienarsi le simpatie dei loro clienti, preferiscono tacere questa verità e addossare tutte le colpe ai cani. In realtà i cani sono materia assolutamente e meravigliosamente plasmabile, e sono felici quando possono assecondarci. L’importante è che noi li mettiamo in condizione di assecondarci, di far capire ciò che vogliamo da loro, creando una comprensione reciproca.

3) Tra i cani che ci presenti, ci parli subito di Paco, a cui hai dedicato dei libri e che è il simbolo dell’associazione di cui sei fondatrice, il Fondo Amici di Paco, appunto… Che cosa rappresenta per te Paco? E per i tuoi lettori?

Paco rappresenta la svolta della mia vita ma anche di quella di tanti animali e tante persone. Paco è il cane straordinario che ha saputo farmi capire (e mi ha aiutata a farlo capire a tante altre persone) quante sofferenze volontariamente o anche inconsapevolmente, e comunque sempre ingiustamente, infliggiamo agli animali. È senz’altro grazie a Paco, agli insegnamenti che ci ha dato, se negli ultimi 18 anni, da quando cioè esiste il Fondo Amici di Paco, il rispetto e la considerazione verso gli animali hanno fatto così tanti progressi. Se ora sto puntando molto sull’importanza dell’educazione dei nostri cani, è perché ho capito che dietro la decisione di abbandonare un cane c’è troppo spesso l’incapacità di gestirlo, l’incapacità di capirlo, di farne “il miglior cane del mondo”, problemi che sfociano nel rifiuto e spesso nell’abbandono.

4) Perché, secondo te, molti libri di cinofilia non presentano soluzioni pratiche ai problemi, ma solo tanta e tanta teoria e informazioni talvolta poco utili?

Io credo che sia per due motivi principali: un po’ per mancanza di argomenti interessanti e sufficienti da riempire le pagine di un libro, e poi perché fa comodo gettare fumo negli occhi, proporsi come il guru e il risolutore dei problemi, come quello che detta regole a cui tutti devono attenersi, come colui che conosce “il segreto”.In realtà, come scrivo nel primo capitolo de L’esperta dei cani… il segreto è che non c’è nessun segreto. Ci deve essere solo la voglia di capire e impegnarsi per migliorare un rapporto che non è mai così complicato come vogliono farci credere. La mente del cane è la cosa più lineare e trasparente che esista: siamo noi a complicarci e complicargli la vita con tutte le storture e le sovrastrutture mentali che riusciamo a costruire.

5) Che danni possono provocare – nel breve e nel lungo periodo – i metodi di rieducazione dei cani che puntano a ignorare le loro richieste di attenzione?

Danni molto gravi, per cui spesso ci si deve rivolgere a un vero esperto (ed è qui che entra in scena Demis Benedetti, a cui tante persone rassegnate o addirittura disperate si rivolgono come se fosse l’ultima spiaggia). Certe teorie erroneamente definite gentiliste prevedono tutta una serie di regole e di privazioni (dal non coccolare il cane quando lui ce lo chiede, all’ignorarlo quando si torna a casa e via di questo passo) che snaturano il rapporto con il nostro cane, lo privano di spontaneità e naturalezza, e ci inibiscono. Io stessa mi sono sentita inibita con uno dei miei cani perché per un po’ ho voluto seguire queste regole, e ho rischiato davvero di creare un rapporto falsato, dove mi imponevo comportamenti che non mi sono propri. E i cani, che hanno antenne sensibilissime sempre sintonizzate su di noi, sentono quando siamo insicuri, indecisi, poco convinti. E se non arrivano addirittura ad approfittarne, spadroneggiando, diventano a loro volta confusi e insicuri.

6) Che legame c’è tra amore e rispetto nel rapporto tra noi e il nostro cane?

Sono indissolubili. Se non c’è rispetto non può esserci amore. Qualcuno crede che trattare un cane come un bimbo viziato e supercoccolato serva a conquistare il suo amore, così come essere permissivi al massimo e non imporgli mai un minimo di obbedienza. In realtà amare il proprio cane significa accettare e rispettare la sua “caninità”, come la definisco io, e non considerarlo un essere umano. Se ci facciamo rispettare, anziché mostrarci deboli nei suoi riguardi, il nostro cane ci identificherà come la guida di cui ogni cane ha bisogno, e di conseguenza ci amerà di più. E diventeremo il suo punto di riferimento, un essere di cui potersi fidare sempre.

7) Il tuo libro affronta diverse tematiche sulla rieducazione, ma guida anche il lettore dal momento dell’adozione o acquisto del cane fino alla sua educazione e cura. Qual è secondo te la prima problematica che bisogna affrontare quando si decide di prendere un cucciolo?

Innanzitutto capire se davvero possiamo permetterci un cane in termini non solo e tanto economici, ma di spazio, tempo e impegno. Se abbiamo tempo ed energie da dedicargli per farlo crescere educato e felice. Se abbiamo tempo da destinare alla sua educazione e al suo benessere psicofisico. Se quel tipo di cane (quella razza o quel misto di razze) è adatto a noi e al nostro stile di vita. Conosco troppi cani da pastore o da caccia confinati in un appartamento, privati della possibilità di sfogare la propria naturale esuberanza, che il più delle volte si sfoga sugli arredi di casa o devia in comportamenti patologici: manie, aggressività, distruttività. Quanti Border Collie sono stati acquistati vedendo quel bel cane bianco e nero nella pubblicità in tivù, pensando che fossero cani da compagnia, adatti alla vita tra quattro mura? E infatti sono tra le razze che si sono fatte la nomea di cani difficili da gestire: e certo, finché pretendiamo di farne dei pupazzi da salotto e non gli permettiamo di sfogare la loro splendida e naturale esuberanza! Ecco perché, prima di scegliere un cane, bisognerebbe farsi consigliare da un educatore, che conosca le nostre esigenze e le caratteristiche dei cani.

8) Sono diversi i comportamenti e gli atteggiamenti nei confronti del proprio cane che possono snaturarlo. Quali sono i principali?

Ad alcuni ho già accennato e vorrei riprendere l’errore principale: ignorare la loro caninità, cioè la loro vera natura di cani e le specifiche caratteristiche legate alla razza o comunque al misto di razze. È vero che un cane è materia plasmabile, ma un Maremmano non diventerà mai un cane da salotto, così come nessun cane da caccia rinuncerà fino in fondo alla sua voglia di correre dietro a una preda. Allora dobbiamo dargli la possibilità di applicare le loro qualità naturali, anziché cercare di sopprimerle. Non necessariamente portandoli a caccia, ma facendoli sfogare attraverso il gioco, lunghe camminate, corse, o affidando loro dei compiti. Perché un cane nato per un certo compito e compresso troppo a lungo finirà prima o poi per rivendicare la propria vera natura, facendo sfociare da qualche parte la sua irruenza o la sua aggressività. Non facciamone dei giocattoli, insomma. Anche in questi casi il supporto di un educatore cinofilo è importante per indicarci i compiti più adatti da affidare al nostro cane e renderlo sereno ed equilibrato.

9) Tu sei fondatrice del Fondo Amici di Paco. Come fare per iscriversi?

Due parole sul Fondo Amici di Paco, allora, se mi permetti: da quasi 19 anni ci occupiamo dei cani e dei gatti più bisognosi aiutando concretamente i rifugi che li accolgono e promuovendo campagne di sensibilizzazione. Anche i libri editi da Paco Editore, tra cui appunto il mio sedicesimo libro L’esperta dei cani, servono non solo a migliorare la conoscenza degli animali, ma anche a sostenere il Fondo Amici di Paco, a cui va il ricavato dei libri. Le modalità per diventare “amici di Paco” sono sul nostro sito www.amicidipaco.it. O si trovano anche sulla nostra rivista “Amici di Paco”.

Dante Cerati – direttore di Radiolaghi in blu